Trovare dati e statistiche climatiche complete è spesso un lavoro complesso nel panorama dispersivo della meteorologia italiana
È estate e deve fare caldo (cit.). Niente di strano secondo qualcuno dunque che il termometro superi costantemente i +32°C, a volte i +35°C ed anche i +40°C, per 10/15 giorni di fila. Normale? Purtroppo di normale ormai non c’è nulla.
E’ vero che in estate è lecito aspettarsi del caldo, tuttavia le cose vanno puntualizzate in base ai numeri, alle statistiche e alle conoscenze scientifiche. Facciamo chiarezza sulla climatologia dei mesi di luglio e agosto in alcune località italiane.
Climatologia statistica: qualche numero
Trovare dati e statistiche climatiche complete è spesso un lavoro complesso nel panorama dispersivo della meteorologia italiana. A Messina la media della temperatura massima del periodo 1971-2000 era di +30.0°C, quella delle minime +23.4°C.
I “giorni caldi” con temperatura massima oltre +32°C in media sono 14. Leggermente più alta, di circa mezzo grado, la climatologia di agosto. Ora quando mancano 7 giorni a fine luglio 2024 se ne contano già 18 giorni caldi. E non c’è vento dello Stretto che possa mitigare l’eccesso di calore, soprattutto dopo che i mari diventano bollenti, con valori fino a +30°C sul Tirreno. Siamo sicuri che sia normale avere mesi con temperature di oltre +4°C +5°C rispetto le medie?
Ma lasciando l’esempio nostro di Messina passiamo a quello di un’altra città. Su Firenze aeroporto la media delle massime di luglio è +31.9°C, il Lamma, servizio meteo regionale della Toscana indica che nel periodo 1971-2000 era +31.2°C ed evidenzia un vistoso aumento dei giorni con oltre +35°C.
In attesa dei dati complessivi del mese, si vede già che si in estate fa caldo, ma valori di +35/+36°C sono giù cinque gradi oltre la media, e i +40°C nelle aree più interne della Sicilia, ripetuti per una decina di giorni, non sono certo la normalità. Altro che è normale che in estate faccia caldo.
Uno sguardo alla scorsa estate
Anche lo scorso anno era ricorrente il tormentone “è estate, è normale che faccia caldo”. In attesa di numeri sull’estate in corso, diamo uno sguardo a come era andata l’estate 2023. Ci viene di aiuto la pubblicazione ISPRA “Rapporto sul clima in Italia del 2023”, spicca subito una frase.
“In estate 2023 l’Italia è stata investita da intense onde di calore, con le temperature di 48,2 °C registrate il 24 luglio a Jerzu e Lotzorai, massimo assoluto mai registrato in Sardegna.”
Sempre a luglio 2023, l’Italia è stata colpita due intense ondate di calore, fin sulle Alpi: a Bolzano, il 22 luglio si registrò una temperatura massima di +39.0°C. In Sicilia, dal 9 al 25 luglio, un’ondata di caldo torrido ha visto temperature superiori a 40°C per un numero di giorni consecutivi senza precedenti. luglio 2023 è risultato il più caldo dall’inizio delle osservazioni nel 1921.
L’impatto delle temperature sulla grave siccità
Anche se non siamo ancora ai livelli della fase siccitosa che caratterizzò la fine degli anni ’90 e i primi due anni del 2000, da un punto di vista di siccità agrometeorologica e idrologica ci stiamo avvicinando parecchio, rischiando di oltrepassare quella situazione a settembre.
Questo perché, in questi ultimi anni, le temperature medie annuali sono state molto elevate, in particolare nell’ultimo anno, caratterizzato da una assenza di importanti eventi freddi nel cuore della stagione invernale.
L’aumento delle temperature medie ha reso più grave l’impatto della siccità, incrementando il tasso di evaporazione dei suoli e aumentando i fabbisogni delle colture e i consumi in tutti i settori. Questa somma di effetti ha causato una drastica riduzione di portata delle principali fonti idriche sull’isola.
Quindi, anche se gli indici Spi a 48 mesi siano ancora lontani dai livelli raggiunti nel 2002, gli effetti sull’agricoltura sono, purtroppo, simili a quell’evento siccitoso, se non peggiore. Ciò in sostanza ci spiega come il cambiamento climatico stia aggravando la siccità, rendendola sempre più estrema per i nostri territori. Altro che normalità, ma presto anche chi sproloquia sul “è normale che in estate faccia caldo” si accorgerà che non è proprio così, vedendo pozzi e acquedotti vuoti. A proposito, ancora non si vede nemmeno una via d’uscita da questa fase calda… Insomma, il peggio deve ancora venire.
La parabola della rana bollita
Se per andare al mare il clima più caldo possa anche fare piacere, va anche detto che le alte temperature persistenti per lunghi periodi rappresentano un effetto collaterale per la nostra società. L’agricoltura e non in ultimo la nostra salute sono tarate per un certo clima. Se le condizioni eccedono, nascono dei problemi.
L’aumento della durata delle ondate di calore ha pesanti impatti pesanti sulla salute pubblica, sul sistema sanitario, sull’agricoltura, sui consumi energetici e sul rischio incendi boschivi. Da non scordare poi gli eventi meteo estremi: quando arrivano fronti freddi, dopo lunghe ondate di caldo, i temporali sono più violenti e fanno danni.
Purtroppo siamo così assuefatti alla “nuova normalità climatica” che ci stiamo comportando come la famosa parabola della rana bollita: “Se butto una rana in una pentola con l’acqua bollente, la rana salta fuori e si salva, ma se io metto la rana nella pentola e scaldo l’acqua poco alla volta la rana si lessa e muore“.
I pozzi sono vuoti perché la rete idrica è un colabrodo si calcola che il 70 % si perda nel terreno. Invece di buttare soldi in opere pubbliche inutili e che non si completeranno mai.. servono infrastrutture, rete idrica, rifacimento del manto stradale e soprattutto lavoro che ormai è diventato una chimera.
Piantate alberi..non costruite auto elettriche..
Se non ci fosse c02 non ci sarebbe vita sul pianeta.