Il pianista ha dimostrato il suo eccezionale talento alle prese con le difficili partiture di Rachmaninov e Liszt
MESSINA – Sabato scorso si è esibito al Palacultura, per la stagione musicale dell’Accademia Filarmonica, un altro ottimo pianista (ne abbiamo visti numerosi in questi anni, grazie alle Associazioni musicali), Pasquale Iannone, eccellente virtuoso della tastiera, che ha potuto mettere in mostra tutte le sue abilità tecniche, grazie ad un programma proposto di assai difficile esecuzione.
Il concerto aveva come titolo “Buon compleanno Rach! Omaggio a S. Rachmaninov nel 150° anniversario della nascita”, e infatti la prima parte del concerto è stata dedicata a Sergej Rachmaninov, per celebrare il 150° anniversario della nascita del compositore russo.
Di Rachmaninov Iannone ha eseguito 6 Momenti Musicali op.16. Il titolo non può che ricordarci i celebri 6 Momenti Musicali D 780 di Franz Schubert, ai quali con tutta evidenza Rachmaninov si è ispirato. Assai diversi però sono i Momenti Musicali di Rachmaninov rispetto ai brani del musicista austriaco. Rachmaninov, a differenza dei suoi coetanei russi Stravinsky e Prokofiev, non seguì le strade moderniste delle dissonanze e dei ritmi forsennati, ma si mantenne nell’ambito del filone tardo romantico, epigono quindi di Caikovskij, ma ancor prima di Chopin. Anche nei 6 Momenti Musicali l’elemento melodico è sempre presente, in particolare nel terzo, un andante cantabile dal carattere lugubre, quasi funebre, e nel quinto, Adagio sostenuto, un incantevole notturno. Ma, a differenza di Schubert, il pianismo di Rachmaninov è caratterizzato anche da un estremo virtuosismo, che sfrutta praticamente tutte le potenzialità della tastiera. Rachmaninov era anche uno straordinario pianista, forse il migliore del suo tempo, come ha sottolineato Iannone presentando brevemente i brani che avrebbe eseguito. Virtuosismo che richiede una consumata perizia tecnica da parte dell’esecutore, come in particolare nel secondo Momento Musicale, la cui partitura dedicata alla mano sinistra è davvero impegnativa, o soprattutto nell’ultimo, a carattere eroico e trionfale, ove pare sentire, a detta di Iannone, le campane della grande Pasqua russa: accordi martellanti e ottave in rapidissima esecuzione, e per un tempo prolungato, brano di difficoltà trascendentale. Il pianista ha eseguito alla perfezione i sei brani, sfoggiando una perizia tecnica davvero sopraffina, ma anche una notevole sensibilità, sempre richiesta nella musica ora sognante, ora lirica, ora anche tetra, del compositore russo.
La seconda parte del concerto è stata dedicata all’esecuzione della Sonata in Si minore di Franz Liszt, l’unica Sonata composta dal musicista ungherese.
Anche Liszt, come è noto, è stato uno straordinario pianista, probabilmente il più grande della sua epoca, e pertanto anche i suoi brani sono caratterizzati, per la maggior parte, da elementi virtuosistici di eccezionale difficoltà tecnica.
La sua unica Sonata, in un unico movimento, distinto però in sei parti: “Lento assai”; “Allegro energico”; “Agitato”; “Grandioso, dolce con grazia”; “Cantando espressivo” e “Andante sostenuto”, fu dedicata a Robert Schumann, ma la partitura fu ricevuta dalla moglie, la celebre pianista Clara, in quanto il marito era già in clinica gravemente affetto da malattia nervosa. La Sonata non piacque affatto a Clara, che la definì “Null’altro che un cieco rumore, neppure una minima idea sana…”. Non fu la sola a disprezzare quello che al giorno d’oggi è invece considerato uno dei capolavori di Liszt: alla prima esecuzione, nel 1857, a Berlino, eseguita da Hans Von Bulow, il pubblico non gradì affatto, e la critica fu feroce, come ad es. il National-Zeitung: “Un invito a fischiare”. La Sonata ricevette invece grande apprezzamento da parte di Wagner, che la definì “indicibilmente bella, grande, graziosa, profonda, nobile, sublime”.
La Sonata è una sorta di poema sinfonico per pianoforte, un racconto in varie parti, ove i temi, veri e propri “leitmotiv”, ritornano sempre trasformati, ed incarnano svariati sentimenti, dal lugubre ed enigmatico incipit, al dolcissimo tema che si ripete più volte sempre diverso, al tema demoniaco, tutti momenti che hanno fatto pensare ad alcuni critici che Liszt volesse in qualche modo rappresentare il dramma di Faust, anche se non ci sono riferimenti certi.
Iannone ha dimostrato di essere un pianista specialista in Liszt, dimostrando ancora, come in Rachmaninov, una tecnica virtuosistica superlativa, ma anche una attenta sensibilità pianistica.
Entusiasti applausi del pubblico, al quale il pianista ha concesso due preziosi bis: un Valzer lento di Schubert, di grande eleganza, che Iannone ha voluto dedicare a Paola Bruni, sua moglie, pianista che purtroppo è venuta mancare qualche hanno fa, e il terzo Preludio dall’Op. 28 di Chopin.