Città di Messina: i motivi della rottura con il gruppo Ricevuto-Patti

Città di Messina: i motivi della rottura con il gruppo Ricevuto-Patti

Città di Messina: i motivi della rottura con il gruppo Ricevuto-Patti

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lunedì 04 Luglio 2011 - 08:34

Diffuso un comunicato dal gruppo degli “scontenti”: «Mancata condivisione dei metodi di gestione. Soltanto un radicale mutamento dell’attuale configurazione societaria potrà farci recedere dal proposito di abbandonare il cammino intrapreso»

La rottura era stata sancita lo scorso 21 giugno, nel corso dell’assemblea dei soci della Zancle convocata per valutare i passi da compiere in merito al futuro del Città di Messina. Da una parte il “gruppo De Leo”, dall’altro quello composto da diversi professionisti locali. Alla fine il radicale mutamento nella composizione dei consigli d’amministrazione delle due società (vedi qui), ha tracciato una linea ben precisa. Ecco perché gli “scontenti” hanno voluto oggi precisare alcuni dettagli in merito a quanto accaduto tra l’anno scorso e l’ultime settimane.

«Va da sé che il dissenso di un nutrito gruppo di soci, che rappresentano una porzione del capitale sociale certamente superiore al 30%, è scaturito dall’integrale, mancata condivisione dei metodi di gestione della società nella stagione appena conclusasi, alla luce sia dei risultati sportivi conseguiti, invero deludenti rispetto agli iniziali proclami trionfalistici, che del pesante disavanzo finanziario maturatosi – si legge in un comunicato firmato Gustavo Ricevuto e Niki Patti -. Orbene, lungi dall’abbandonare tout court l’avventura intrapresa, abbiamo faticosamente tentato di proporre, purtroppo con esito del tutto negativo, un inserimento nei consigli di amministrazione di altri soci disposti ad affrontare tutte le incombenze correlate, una rimodulazione integrale dell’area tecnica, da affidare esclusivamente ad un unico, qualificato elemento di riconosciuta competenza, e la prospettiva di consistenti supporti di natura pubblicitaria, pur dando atto dell’apprezzabile, profondo entusiasmo profuso da tutti coloro che si erano prodigati per la migliore riuscita dell’ambizioso progetto posto in essere, la cui parziale permanenza in alcuni ruoli di rilievo sarebbe tornata comunque gradita».

Le proposte informalmente prospettate non sarebbero però state accettate. Anzi. «Sono interpretate come azioni di disturbo che avrebbero potuto provocare lo sgretolamento di quella sorta di turris eburnea appannaggio dei pochi soggetti che vi erano assisi», continuano Ricevuto e Patti. Ecco perché la divisione tra le sponde sembra ormai inevitabile. Tuttavia si lascia un piccolo spiraglio aperto nella speranza che possano cambiare le cose: «Soltanto un radicale mutamento dell’attuale configurazione societaria, non escludendo l’eventuale avvento di un diverso, qualificato soggetto che assuma il fatidico 51% del pacchetto azionario, potrà farci recedere dal proposito di abbandonare il cammino intrapreso, non potendo nascondere la profonda delusione e il notevole disagio che si avverte con l’avere constatato, come appare di tutta evidenza, l’affermazione della tutela di investimenti finanziari prevalenti piuttosto che la difesa dei complessivi interessi societari in campo, questi ultimi di ben più rilevante entità e profilo, se rapportati alle nobili finalità del progetto sposato con entusiasmo e passione».

(ER)

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