Il premio David di Donatello Swamy Rotolo protagonista con la sorella Grecia. A "presentare" ritrovamento e valore dei Guerrieri, il restauratore Schepis
REGGIO CALABRIA – Presentato questa mattina, nell’Aula consiliare “Francesco Fortugno” di Palazzo Campanella, il docufilm Bronzi di Riace: il tesoro ritrovato, dei registi Gabriele Ciances e Giulia Baciocchi.
La presentazione a Palazzo Campanella
A visionare il lavoro – che cerca di far “digerire” una questione culturale attraverso modalità più vicine anche alle giovani generazioni quanto a linguaggio cinematografico e storyboard – qualche esponente politico e istituzionale.
A promuovere e presentare il docufilm l’assessore regionale agli Attrattori culturali Rosario Varì, il vicepresidente della Giunta con delega alla Cultura Giusi Princi, il commissario della Calabria Film Commission – che insieme a Regione Calabria e 42° Parallelo ha prodotto l’opera – Anton Giulio Grande, il vicepresidente di maggioranza del Consiglio regionale Pierluigi Caputo (a “fare gli onori di casa”, vista l’assenza per altro impegno istituzionale del presidente Filippo Mancuso) e Giorgia Furlan, coautrice della sceneggiatura con Alessia Arcolaci e Josella Porto e show-runner della serie Memories/Ossi di seppia.
Dal 15 su RaiPlay. E il 16 su Rai3
E infatti Bronzi di Riace: il tesoro ritrovato è un film Memories, cioè dello spin-off della serie Ossi di seppia, attualmente in onda su Rai3 e su RaiPlay: dalla mezzanotte di domani, giovedì 15 dicembre, il docufilm potrà essere visto su RaiPlay e venerdì 16 andrà in onda su Rai3 alle 23,10 circa.
Nuccio Schepis, il “Virgilio” dei Bronzi
E se per Dante – il Sommo Poeta –, nella Divina Commedia, nell’Inferno e nel Purgatorio c’è Publio Virgilio Marone a fargli da ‘cicerone’, il “Virgilio” di questo docufilm è senza dubbio Cosimo “Nuccio” Schepis, grandissimo restauratore dei Bronzi di Riace ma anche, in quest’opera, strepitoso affabulatore, bravissimo nel propagare agli spettatori la sua personale emozione a fronte di questa sorta di sindrome di Stendhal che avvince chiunque si trovi a un tiro di schioppo da Bronzo “A” e Bronzo “B”.
«Erano degli eroi? Che sentimenti avevano? Ma soprattutto: chi sono, i Bronzi di Riace?», si chiede tra l’altro Schepis. E, fuori da ogni manierismo, onestamente lascia allo spettatore un desiderio invincibile di scoprirlo; e di scoprirlo personalmente.
Swamy Rotolo, Ciances e la citazione per Il Sud è niente
Certo, poi, è difficile non notare, nel docufilm, le splendide scene di Swamy Rotolo – David di Donatello come miglior attrice protagonista per A Chiara di Jonas Carpignano e qui protagonista insieme alla sorella Grecia – “sott’acqua”, che un po’ evocano il percorso dei Bronzi, sì, ma un po’ anche la Miriam Karlkvist protagonista nello struggente Il Sud è niente di Fabio Mollo. In questo senso, ancor più difficile quindi non notare che proprio il regista Gabriele Ciances ha lavorato come assistente proprio di Mollo in lavori come Il padre d’Italia: in definitiva, la citazione ci sta tutta.
Complessivamente, il tentativo è quello di tirar fuori sì un’opera documentaristica, togliendo però ogni ruggine e noiosità all’argomento culturale.
Ecco allora l’idea delle due Rotolo nelle vesti quasi d’esploratrici del bello, tra schizzi d’acqua marina e la lettura di qualche buon libro. Una dimensione fantastico-onirica che di certo deve molto alla splendida fotografia di Claudio Cascavilla.
I Bronzi, chiave nell’immaginario collettivo italiano
«Nel contesto di Ossi di seppia – spiega a Tempostretto la Furlan –, Memories è un “progetto speciale” nato nell’intento di valorizzare gli anniversari importanti per la Storia e la cultura del Paese e per l’immaginario collettivo dell’Italia. Naturalmente, tra questi, era fondamentale celebrare adeguatamente i 50 anni dal ritrovamento dei magnifici Bronzi di Riace. L’abbiamo fatto attraverso due figure fondamentali: Nuccio Schepis, restauratore dei Bronzi nel secondo restauro, quello avvenuto en plein air proprio qui, a Palazzo Campanella, e poi attraverso le sorelle Rotolo, perno fondamentale per tratteggiare una storia che andasse oltre il mero restauro e la Storia di cui sono fortemente intrisi. Con uno sguardo di freschezza, Swamy e Grecia Rotolo ci aiutano a capire che i Bronzi non sono soltanto un pezzo d’archeologia, ma parlano a noi, parlano della nostra identità e del nostro futuro, oltre a essere fortemente rappresentativi della Calabria e dell’intero Paese».
E al cronista Giorgia Furlan aggiunge che I Bronzi di Riace: il tesoro ritrovato resterà sempre disponibile sulla piattaforma di RaiPlay, mentre sempre su Rai3 sarà riproposto in fascia pomeridiana – intorno alle 15,30 – il 29 o il 30 dicembre.
Considerazione operata con Anton Giulio Grande: da Stanley Tucci (su ‘ndrangheta e dintorni) a The Bad Guy (a proposito del Ponte sullo Stretto), a dispetto degli sforzi nel riposizionare l’immagine della Calabria, tra cinema e serie tv anche in questo tempo appare sovente pure una narrazione ben distante da quella relativa alle bellezze di questa terra… «Certo. Ma la mission della Calabria Film Commission parla un altro linguaggio: quello della valorizzazione dei siti archeologici e della storia millenaria che la Calabria può vantare – evidenzia lo stilista lametino –, dalla filosofia all’archeologia alle religioni e a tutti i popoli arrivati qui da ogni angolo del pianeta. Una nuova veste, che vuol prendere le distanze da tutto ciò che è stato fin qui raccontato attraverso leggende metropolitane e ghettizzazioni: atteggiamenti che hanno bistrattato la Calabria, in maniera assolutamente immeritevole».