Ecosistema urbano, luci e ombre di una Messina in crescita ambientale

Ecosistema urbano, luci e ombre di una Messina in crescita ambientale

Marco Olivieri

Ecosistema urbano, luci e ombre di una Messina in crescita ambientale

martedì 29 Ottobre 2024 - 07:00

Analisi del rapporto 2024: nonostante il balzo di 28 posizioni, dal numero 96 al 68, tanti gli elementi critici su cui lavorare

Messina 68esima nella classifica del rapporto “Ecosistema Urbano 2024” di Legambiente con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Ed è la quinta provincia del sud d’Italia. Rispetto al 2023 il passo in avanti è significativo: di 28 posizioni, passando dalla numero 96 alla numero 68. Il rapporto analizza le “prestazioni ambientali” dei capoluoghi di provincia italiani. Come province, in testa ci sono Reggio Emilia e Trento; ultime Reggio Calabria e Catania. 20 i parametri che fotografano i risultati ambientali di 106 città capoluogo in 5 macroaree: aria, acqua, rifiuti, mobilità e ambiente.

Di certo, nonostante la scalata, risultano tanti gli elementi critici su cui lavorare: dal traffico alla possibilità di usufruire del verde, alla qualità dell’aria e al problema delle perdite della rete idrica.

In ogni caso, va messo in rilievo il progresso compiuto e il sindaco Federico Basile ovviamente si concentra su questo: “Il miglioramento in tema di punteggi conseguiti premia l’impegno profuso da questa squadra di governo, composta da assessori e partecipate comunali. Squadra che, in linea con la nostra strategia volta alla transizione ecologica, ha permesso di dare visibilità alla città nel panorama nazionale”.

“Un modello green e sostenibile per Messina”

Ribadisce Basile: “Stiamo proseguendo per rinnovare Messina verso un modello green e sostenibile, E quanto ancora è in programma ci permetterà di andare avanti per migliorare e rendere la città sempre più ecosostenibile e a misura dei cittadini”. Il sindaco ribadisce l’importanza “dell’insieme di azioni diretta alla salvaguardia dell’ambiente, unitamente a progetti e campagne di sensibilizzazione al rispetto delle buone regole”. Un obiettivo finalizzato a “imprimere un processo di cambiamento degli usi e comportamenti di impatto negativo sull’ambiente che ci circonda”. Tutti “elementi chiave per potere ambire a raggiungere una posizione sempre più soddisfacente e migliorare la nostra pagella nel contesto delle città verdi”, evidenzia il primo cittadino.

Dal traffico a trasporti, dispersione d’acqua potabile, suolo consumato e piste ciclabili: gli elementi critici a Messina

Ma passiamo al documento di Legambiente. Si rilevano alcuni nodi critici, oltre alla conferma della distanza tra realtà del nord e del sud: “Anche tra le “metropoli” troviamo chi, più di altri, fa fatica ad uscire dalle croniche criticità urbane: dallo smog (Torino, Milano, Napoli), al traffico (Catania, Roma, Torino, Messina), alla difficoltà del sistema di Tpl, Trasporto pubblico locale (Catania, Palermo, Messina, Roma), dai rifiuti (Palermo, Catania, Napoli, Genova, Roma), alla dispersione di acqua potabile (Catania, Messina al 56,5% all’84esimo posto, Bari, Firenze, Palermo), dal suolo consumato (Venezia, Messina al 53esimo, Catania), alla scarsa diffusione del solare termico e fotovoltaico (Palermo, Napoli, Torino) fino alla ancora insufficiente diffusione e utilizzo di infrastrutture dedicate alla ciclabilità (Napoli, Messina al 95esimo posto con 0,95 metri ogni 100 abitanti, Genova, Roma).

In ogni caso, il trasporto pubblico migliora, anche se citato tra le “criticità”, con un 31esimo posto, passando da 24 a 68 viaggi per abitante.

“Poco verde fruibile a Messina: 5,9 metri quadri”

Che il traffico (67 auto ogni 100 abitanti e 47esimo posto), la dispersione d’acqua potabile e il consumo di suolo pubblico ci vedano in difficoltà non è una sorpresa. Ma vanno compiuti passi ulteriori in avanti pure nel trasporto pubblico locale, che pure è decisamente migliorato (a parte il problema tram), e piste ciclabili. Questo nonostente i cambiamenti fatti negli ultimi anni. Tra le cose che non vanno, si legge nel rapporto, “balzano agli occhi anche i numeri del verde fruibile pro-capite a Messina: appena 5,9 metri quadrati“.

Siamo al 49esimo posto per le isole pedonali, che in futuro dovrebbero essere di più, e al 17esimo per la produzione di rifiuti urbani (435 chili pro capite). Come differenziata, invece, si è all’81esimo posto. Si è arrivati al 59% e rimane la sfida del 65 per cento. Si legge nello studio: “L’obiettivo di legge del 65% è stato raggiunto da 62 città, 12 in più rispetto allo scorso anno”. Su questo versante, Messina si piazza nelle realtà virtuose, ovvero quelle con percentuali tra il 50 e il 65%.

Si parla pure di “rete idrica colabrodo”. E “nel 2023 tornano a 24 i capoluoghi con perdite di rete superiori o uguali al 50%, come nel 2021 (erano 27 nel 2022). Il valore medio dell’acqua che viene dispersa si si
attesta al 36,3%, in leggera diminuzione rispetto al 2022 (36,6%)”. E il pensiero non può non andare alle perdite a Messina, con il 53%. Non a caso, nei prossimi due anni, verranno sostituiti 150 km di condotta terziaria in quasi tutta la città. Nel frattempo, una parte di città continua a essere in affanno sul piano delle risorse idriche.

Qualità dell’aria insufficiente a Messina

Dati negativi per la qualità dell’aria. Si mette in evidenza nella relazione: “Per una visione d’insieme della qualità dell’aria, come sempre negli ultimi anni, le città sono state divise in cinque classi: nella prima, la migliore, compaiono quelle che rispettano tutti i nuovi valori guida dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), più restrittivi rispetto alle norme UeE per Pm10 (particelle inquinanti che respiriamo, n.d.r.), Pm2,5 (dette anche polveri fini, n.d.r.) e No2 (biossido di azoto)”. Messina si piazza tra le città “insufficienti”. Ma ci sono anche quelle “scarse per qualità della dell’aria”, in prevalenza del nord ma c’è anche Caltanissetta.

Bonus a Messina per gestione del trasporto pubblico e piano del verde

Inoltre, “nel computo complessivo, va considerata l’assegnazione di un punteggio addizionale per quelle città che si contraddistinguono in termini di politiche innovative, gestione efficiente delle risorse e risultati raggiunti in cinque ambiti”. E si legge ancora nel documento: “I criteri applicati per l’assegnazione del bonus efficienza di gestione del trasporto pubblico riguardano il raggiungimento di ricavi da traffico del servizio gomma/ferro che coprono almeno il 40% dei costi operativi e che abbiano in servizio almeno un autobus elettrico/ibrido. Il bonus ha un valore di 2 punti percentuali ed è stato assegnato alle città di Bergamo, Bologna, Brescia, Messina, Padova, Salerno, Varese e Venezia”. Qui si registrano dunque i passi in avanti fatti da Atm.

“I criteri applicati per l’assegnazione del bonus politiche di adattamento riguardano l’adozione
di un Piano del verde e un Piano di adattamento e la realizzazione di almeno uno tra i seguenti interventi: opere realizzate o progetti di desigillatura/depavimentazione del suolo pubblico e utilizzo di materiali da costruzione per evitare l’effetto isola di calore. Il bonus ha un valore di 4 punti percentuali ed è stato assegnato alle città di Bergamo, Bologna, Bolzano, Livorno, Messina, Padova, Ravenna, Reggio Emilia e Roma”. Di conseguenza, viene premiato lo sforzo fatto per invertire la rotta, anche se tuttora sul verde c’è moltissimo da fare.

Grande il passo in avanti nel campo delle energie rinnovabili e degli impianti fotovoltaici, con un salto triplo al 33esimo posto, grazie all’impegno dell’assessorato di Francesco Caminiti.

Luci e ombre di Messina e una strada green tracciata per il futuro

In generale, emergono dunque luci e ombre di Messina. E va ricordato che uno studio la inserisce tra le “7 città in miglioramento per sostenibilità urbana“. La strada, per le amministrazioni presenti e del futuro, è tracciata e al sud diventa una sfida: puntare sul verde, sul ridurre il consumo di suolo pubblico, sull’efficienza della rete idrica e del trasporto pubblico locale. E, ancora, su isole pedonali, qualità dell’aria, comunità energetiche, raccolta differenziata e servizi a misura dei cittadini. Spetta alla politica gestire al meglio questi cambiamenti necessari.



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Un commento

  1. …DIRETTORE, NON SI SA ANCORA SE NASCONO PRIMA LE SFIDE O LA NECESSITA’ DI CAMBIAMENTO … è certo però che le sfide nascono dagli errori commessi per incapacità di effettuare l cambiamento necessario e ineludibile …

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