Pienissima la giornata di lunedì 15 luglio per il Taomoda. In mattinata la masterclass indirizzata agli studenti “Ecosostenibilità, I materiali da riciclo diventano fashion” e, nel pomeriggio, la tavola rotonda “Ecosostenibilità, innovazione e formazione”.
“La moda non è solo capi d’alta qualità, ma è trend, è futuro, è interesse per la nostra realtà, a tal motivo i materiali da riciclo diventano fashion”. Queste parole della presidente di Taomoda Agata Patrizia Saccone racchiudono emblematicamente il senso degli appuntamenti della seconda giornata della Taomoda Week.
Una giornata dedicata al futuro, e ai giovani, che il futuro costituiscono e determinano, finalizzata alla sua salvaguardia e tutela, parlando di ecosostenibilità con il Dipartimento di Economia dell’Università di Catania e le principali aziende del settore, in una discussione fatta non solo di conti ma di generosità, responsabilità e innovazione.
Durante tutta la mattinata si è svolta, all’Hotel Excelsior Palace, la masterclass “Ecosostenibilità, I materiali da riciclo diventano fashion” indirizzata ai tantissimi studenti delle università presenti, studenti proattivi, come ama definirli la loro professoressa Agata Matarazzo, associato di Scienze Metereologiche, Dipartimento Economia e Impresa dell’Università degli studi di Catania, moderatrice dell’incontro cui presenziano i rappresentati delle principali aziende del territorio con cui ha collaborato e ha messo in contatto i suoi alunni. Tutti con un medesimo obiettivo: la green economy.
Ma cosa accomuna l’economia alla moda? È compito dell’economia capire come investire su un futuro ecosostenibile, questo è l’interesse comune, fondamentale per il Taomoda, e per farlo il riciclo dei materiali è la risorsa principale; risorsa, dunque, estremamente fashion. Così, infatti, spiega la giornalista Rai Paola Cacianti: “L’ecosostenibilità non è solo un argomento alla moda momentaneamente, lo è perché è una nostra necessità. L’alta qualità dei capi comporta alta sostenibilità, dobbiamo accendere i riflettori su questa aspetto: se una maglietta costa 5 euro possiamo immaginare come viene fatta e come va a finire. La moda ha una doppia valenza, sta nel mondo, crea cultura e gusto, crea una nuova sensibilità, un senso estetico e sociologico e, come con gli stilisti giapponesi si è diffuso un valore diverso del rapporto tra moda e corpo, così si sta sviluppando adesso una nuova ondata di cui non abbiamo ancora percezione esatta, ma sappiamo quale sia il suo cuore, una neo sensibilità verso il discorso ecologico, verso la tutela nostra e del nostro mondo”.
Un esempio sono le due startup protagoniste di tutta la settimana: Ellementi di Lisa Tigano, con la sua Flash Collection di capi versatili, basati sull’utilizzo esclusivo di tessuti naturali e Pescepazzo di Laura Mendolia, che modernizza la classica coffa siciliana, rendendola una originalissima borsa ecosostenibile.
“I giovani vogliono essere proattivi, non contano solo i crediti, gli esami, sanno che l’università, aldilà di quelle quattro mura, può offrire altro ai suoi studenti, può aprirsi al territorio e alle imprese green, in un rapporto arricchente tanto per i ragazzi quanto per le aziende, alle quali possono portare una significativa componente innovativa” spiega Matarazzo.
Il nostro territorio offre tanto, quello che manca è la capacità di fare rete, ma questo è il compito che l’Università di Catania insieme alle tantissime aziende presenti si prefigge, per cui la green economy e la sostenibilità ambientale divengono tematiche prioritarie. Ne parlano Antonio Perdichizzi di Tree srl, Gianluca Costanzo di Giovani Imprenditori Confindustria Catania, Enrica Arena per Orange Fiber, Vincenzo Giuffrida e Francesco Failla di FG Recycling Systems Srl, Paola Rizzarelli del CNR Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali, Carlo Gigli per GES.PI. Servizi ambientali Srl, Alberto Bertino delle Acciaierie di Sicilia SpA, Antonio Giarratana di EE.R. Srl Fotovoltaico Energia Rinnovabile, Michele Scammacca dell’Azienda agricola Emanuele Scammacca del Murgo, Valeria Amato della Fondazione CS Mare.
Un esempio prestigioso della collaborazione tra studenti e aziende è il Contamination Lab, in cui 60 ragazzi, eccellenze selezionate in base alle loro conoscenze trasversali, compiono un percorso di 6 mesi, non più a base didattica ma molto esperienziale, dove scendono direttamente sul campo con piccole e grandi aziende, per costituire e sollecitare gruppi multidisciplinari che sviluppino idee di impresa a 360 gradi. Come dichiarano i suoi rappresentanti: “è un fiore all’occhiello per il nostro futuro, un’esperienza di vita prima di tutto”.
La green economy costituisce un’opportunità concreta per un futuro ecosostenibile, lo dimostrano le tante iniziative proposte da queste aziende, come la riduzione del consumo di plastica, grazie anche alle bioplastiche, un’alternativa ecosostenibile e di moda, plastiche derivanti da fonti biodegradabili e d’origine rinnovabile; lo sviluppo di fonti energetiche, fotovoltaiche, per gestire meglio l’energia e fare risparmiare le utenze; la difesa del mare, con la protezione delle risorse idriche, alta componente della sostenibilità ambientale; il riciclo dei rifiuti, per cui anche un’acciaieria può essere green se i suoi rifiuti divengono materie prime per altre aziende; o la loro termovalorizzazione da cui produrre energia elettrica.
Riflette, infatti, la Matarazzo: “Cosa è un rifiuto? Alla fine degli anni 90, il termine intendeva qualcosa che andava smaltito, adesso non dobbiamo più parlare di smaltimento ma di gestione, il rifiuto è un valore da riutilizzare come energia e come materia”.
L’ecosostenibilità diviene, dunque, il driver fondamentale per raggiungere dei traguardi significativi e duraturi; lo conferma Perdichizzi: “è fondamentale avere alcuni valori ecosostenibili come bussola, in un momento in cui la politica parla di muri, di chiusura delle porte, di lotte ideologiche e contrapposizione commerciale; ma le grandi imprese muovono il PIL di interi stati e, con azioni di questo tipo, hanno un impatto che spesso neanche gli enti governativi riescono ad ottenere. È una scelta quella che stiamo compiendo, meno risorse per le nostre tasche da soci o meno investimenti sull’azienda ma un investimento sul capitale umano, un modo importante di fare impresa, un modo sempre esistito ma che va fatto rinascere. Il valore della generosità e della sostenibilità ha un’utilità enorme, è l’idea del give first, dare quello che abbiamo, se non risorse, tempo e supporto, tutto ritorna indietro con un patrimonio enorme”.
Costruire un mondo più sostenibile è possibile solo insieme. E lo si può fare anche partendo da qui, dalla Sicilia, come difendono i Giovani siciliani di Confindustria: “i giovani sono il futuro e sono il presente. Tanti giovani imprenditori, qui in Sicilia, stanno cambiando l’ottica, il bilancio; investire nel personale è investire nel futuro. Il 5 ottobre presentiamo, a Catania, un disegno di legge, alla presenza di Luigi di Maio, sul modello del Portogallo, per l’innovazione e lo sviluppo del territorio. Vogliamo attrarre, non soltanto la terza età come il Portogallo, ma tutte le menti brillanti per costruire in Sicilia un futuro diverso” racconta Costanzo.
Piena di giovani menti brillanti è la sala dell’Excelsior, la cui testimonianza è portata da Tommaso Alberto Vazzano, senatore accademico dell’Università di Catania, e Rossella Ventura, studentessa d’economia con la grande passione per la moda. Sono proprio i giovani a voler essere parte attiva, a voler cambiare la realtà, come fece la Saccone vent’anni fa creando il Taomoda e come faranno i presenti, grazie ad idee uniche e rivoluzionare.
Prova di ciò è Orange Fiber, di cui parla Enrica Arena, l’unico brand a produrre il primo tessuto sostenibile dagli agrumi, tessuto innovativo creato dal sottoprodotto dell’industria di produzione agrumicola. A partire dal pastazzo, il residuo umido che resta dalla spremitura, buttato via come rifiuto, con un processo brevettato, viene estratta cellulosa adatta ad essere filata, trasformandolo in un materiale di altissima qualità. Ecosostenibilità, innovazione, creatività e alta moda si fondano insieme.
A trarre le fila delle importanti conclusioni raggiunte dai diversi contribuiti è Rita Airaghi, Direttore Generale Gianfranco Ferrè, insieme al fashion designer Gianni Cinti, per chiudere l’incontro con un’attenta relazione finale, raccontare ancora il volume “Dior par Gianfranco Ferrè”, e firmare la dedica ai 20 anni di Taomoda.
La fondazione Gianfranco Ferrè è molto attenta al contributo dei giovani, il cui interesse va semplicemente sollecitato per ottenere una risposta significativa. “Appropriarsi della capacità inventiva, innovativa e creativa è l’elemento base di tutto ciò che abbiamo ascoltato, ed era la chiave dell’arte di Ferrè, perciò invitiamo i giovani qui presenti a farlo ancora, a credere nella loro creatività” afferma Airaghi.
A seguire, Rosario Salanitri per MASTERBOSS, business strategist & problem solver per le imprese, con esperimenti e domande agli studenti, parla di innovazione e sostenibilità: “spesso vogliamo cambiare tante cose ma ci scontriamo con un mondo che non vuole farlo, bisogna comprendere, allora, come sia possibile rinnovare e rinnovarsi, a partire dalla piccola impresa familiare fino alle più grandi. La tecnologica ci arriva in soccorso, permettendoci di organizzare un piano preciso basato sull’omnicanalità: il cliente è al centro dell’azienda ma l’azienda deve memorizzare le sue informazioni per farne un marketing, individuare i suoi interessi e gli altri clienti cui sono affini. Allo stesso modo va valutato anche come un’azienda si inserisca nel suo ecosistema, utilizzando il codice etico come strumento di marketing, controllando la sostenibilità delle sue scelte.
La moda è, anche, tutto questo, “l’abito è l’ultima cosa”, come dichiara provocatoriamente Cinti, è un enorme business, è cultura, un insieme di tanti universi, e bisogna diffondere questa consapevolezza, soprattutto in una realtà come la nostra che spesso non le attribuisce il valore che merita.
A tal proposito l’incontro non finisce qui, si continua con la tavola rotonda, in collaborazione con COF&Placement UniCt, “Ecosostenibilità, innovazione e formazione”. Prendendo avvio dalla discussione svoltasi, viene affrontato un ulteriore tema cardine per il Taomoda: l’innovazione che, per essere tale, deve piantarsi su solide radici; per migliorare il futuro, per cambiare la realtà, bisogna conoscerla, avere consapevolezza e rispetto del passato, per puntare sul presente, e regalare un avvenire innovativo.
Si dibatte, ancora, sulle possibilità dei giovani e del loro futuro, in un pianeta che va tutelato, difeso e innovato, incentivando la sua reticolarità, le sue connessioni, la sua complessità. Con Candeloro Bellantoni, Direttore Generale Università degli Studi di Catania; Carmelo Pappalardo Direttore COF&Placement Università degli Studi di Catania; Elita Schillaci, Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università degli Studi di Catania, Roberta Salomone, presidente del Centro Orientamento e Placement dell’Università degli Studi di Messina; Maurizio Carta, Ordinario di urbanistica dell’università degli Studi di Palermo, Antonella Luciano, Ricercatrice ENEA Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e Io sviluppo economico sostenibile, Maurizio Mazzapicchi, Head office RINA Services SpA Catania e Roberto Lagalla, Assessore regionale dell’Istruzione e della formazione professionale della Regione Siciliana.
Lagalla, per esempio, si rivolge ai giovani, confessando la loro maggiore forza e determinazione rispetto a tutte le generazioni precedenti. “In passato, fino alla scorsa, le generazioni sono state più fortunate, sapevano di poter realizzare il destino che immaginavano come il loro; i giovani di oggi hanno tante opportunità, tante competenze trasversali, tante connessioni, ma troppi dubbi e incertezze per un futuro complicato. Le istituzioni, allora, non potendo offrire più lavoro, devono riuscire a stimolare e difendere le connessioni. Noi in Sicilia vogliamo farlo, stiamo difendendo le innovazioni a tutela degli studenti, delle loro capacità, contro la mancanza troppo incombente di risorse, vogliamo agevolare progetti come l’Erasmus, aree di integrazione personali e culturali, l’internazionalizzazione e lo sviluppo delle loro personali competenze”.
Con questo augurio si conclude una giornata ricca e fruttuosa, festeggiando con apericena e degustazione di vini.