Messina, giustizia ko: Magistratura Indipendente lancia l'sos all'Anm

Messina, giustizia ko: Magistratura Indipendente lancia l’sos all’Anm

Alessandra Serio

Messina, giustizia ko: Magistratura Indipendente lancia l’sos all’Anm

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giovedì 28 Giugno 2018 - 04:25

L'associazione delle toghe punta i fari sullo stato della giustizia del distretto, dall'edilizia giudiziaria alle carenze di organico e risorse, e chiede l'intervento dell'Associazione Nazionale dei Magistrati.

Non c'è soltanto il caso Bari. In tutto il sud Italia l'amministrazione della giustizia vive un momento drammatico dovuto al costante taglio di risorse, sia in termini di strutture logistiche che di organico.
A Messina la situazione non è diversa: le procure del distretto hanno bisogno di più magistrati in servizio, il ricambio delle cancellerie non è adeguato, il secondo palagiustizia del capoluogo resta un miraggio.
Magistratura Indipendente ha perciò fatto da pungolo all'Associazione Nazionale Magistrati perché sia più incisiva, nelle sedi che gli competono, e rivendichi adeguate condizioni di lavoro per le toghe ma non solo. Una giustizia inefficente, infatti, vuol dire la compressione dei diritti dei cittadini.
Anche la sezione messinese ha dato il proprio contributo al lavoro nazionale di mappatura del "disastro", e ha scritto all'ANM. Riportiamo sotto il testo in integrale.
Da alcuni mesi Magistratura Indipendente sta profondendo uno sforzo straordinario al fine di orientare l’azione dell’Associazione Nazionale Magistrati su un tema – la conquista di dignitose condizioni di lavoro – assai caro ai giudici anche e soprattutto per la sua stretta correlazione con il tema della qualità del servizio pubblico giustizia del quale i cittadini – occorre rammentarlo – sono gli effettivi e primi fruitori.
Nelle ultime settimane moltissime articolazioni di detta associazione sul territorio nazionale hanno predisposto, coinvolgendo anche l’avvocatura, una relazione dettagliata sulle condizioni di lavoro dei magistrati e del personale amministrativo. Dal contenuto di dette relazioni è emerso che il servizio è reso ai cittadini in strutture spesso fatiscenti, precarie, pericolose, con un danno di immagine per lo Stato incalcolabile e non agevolmente tratteggiabile.
E' una sconfitta cocente per il cittadino che di siffatto servizio vorrebbe, con l’ausilio della insostituibile opera dei professionisti avvocati, avvalersi.
Sono moltissime in Italia le realtà giudiziarie in difficoltà; quella di Bari, ormai a tutti nota, ha avuto una evoluzione drammatica sebbene prevedibile; dopo anni di scarsa manutenzione ed in assenza di investimenti l’esperienza pugliese potrebbe presto replicarsi in altre realtà territoriali. La drammaticità delle condizioni in cui operano magistrati, cancellieri ed avvocati pugliesi ha contribuito a supportare l’azione di quella parte (sempre più consistente) della magistratura che ha chiesto con forza al Ministero competente più attenzione sulle condizioni di lavoro dei giudici e degli altri protagonisti del processo, soprattutto nella misura in cui essi si tramutano in disservizi per il cittadino che ad una rapida ed efficiente risposta di giustizia vanamente, ma legittimamente, ambisce.
È auspicabile un radicale mutamento di prospettiva. L’ Associazione Nazionale magistrati non deve ambire ad assurgere alla dignità di soggetto politico, di interlocutore politico sui temi della migrazione, delle unioni civili, dei vaccini ecc ecc, come da tanti (ma sempre meno) magistrati auspicato nel passato (sempre più lontano); dovrebbe, per converso, tendere a recuperare una funzione di proposta (qualificata) di modifica delle norme vigenti con unico obiettivo: il miglioramento del sistema giustizia.
Geografia giudiziaria, potenziamento degli organici della magistratura, l’aggiornamento professionale per magistrati ed amministrativi, norme processuali idonee a snellire i processi civili e penali; il recupero della dignità della funzione; questi sono i temi, tra loro intimamente connessi, sui quali spendere (le poche) energie disponibili.
La magistratura messinese ha chiesto (e chiederà ancora) dentro l’ANM, che siano questi i temi sui quali dialogare e confrontarsi con il Ministro della Giustizia.
Anche Messina da anni (ormai troppi) attende di poter fruire di una adeguata pianta organica e di una cittadella giudiziaria; urge un investimento economico straordinario che coinvolga non solo Bari, ma anche Messina e le analoghe realtà giudiziarie più penalizzate, tra le quali anche Patti e Barcellona Pozzo di Gotto.
Magistratura Indipendente di Messina, che ha sempre avvertito la delicatezza della questione, chiederà con crescente insistenza che L’ANM elabori una proposta per ottenere che sia sensibilmente incrementata la quota delle risorse economiche del F.U.G. (Fondo Unico Giustizia), alimentato dal lavoro di migliaia di magistrati, riversata al Ministero della Giustizia; chiederà maggiore attenzione per gli Uffici giudiziari del distretto.
Più risorse, in sintesi, per restituire dignità alla funzione giurisdizionale e per valorizzare l’impegno profuso quotidianamente da magistrati, dal personale amministrativo e dagli avvocati; l’obiettivo principale: riconquistare la fiducia dei cittadini.

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