Edilizia nel Messinese, "occupati in calo causa cancellazione bonus": l'allarme della Uil I DATI

Edilizia nel Messinese, “occupati in calo causa cancellazione bonus”: l’allarme della Uil I DATI

Redazione

Edilizia nel Messinese, “occupati in calo causa cancellazione bonus”: l’allarme della Uil I DATI

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lunedì 14 Agosto 2023 - 13:55

I numeri si riferiscono al primo semestre 2023. Il sindacato: "Nei prossimi anni, rischia di trasformarsi in un disastroso tracollo. gli indicatori confermano un'impressionante presenza di lavoro nero e irregolare, mentre le istituzioni latitano"

MESSINA –  Come consuetudine, la Uil Messina e la Feneal Uil Tirrenica, in prossimità del Ferragosto, diffondono l’esito dello studio e dell’analisi dettagliata dei dati relativi allo stato dell’edilizia nella città metropolitana di Messina. “Un report che nel corso degli anni ha evidenziato la pesante e lunga crisi del settore che, fino al 2020, per oltre un decennio, ha drammaticamente investito l’edilizia: un comparto che da sempre è stato il volano per l’economia della provincia messinese. A partire dal 2021 è stata registrata una iniziale ripresa che ha ridato ossigeno al mondo del lavoro edile e all’imprese del comparto, mentre il 2022, sull’onda delle molteplici previsioni legislative approvate negli anni scorsi (il bonus 110, l’eco-bonus, il sisma bonus e il bonus ristrutturazioni), è stato caratterizzato da un vero e proprio boom con le positive conseguenze per tutti gli indicatori economici”. E’ l’analisi di Ivan Tripodi, segretario generale della Uil Messina e di Pasquale De Vardo, segretario generale della Feneal Uil Tirrenica.

“Rischio tracollo negli occupati”

Continuano i segretari “Purtroppo, come avevamo previsto e reiteratamente segnalato con allarme e preoccupazione, la crescita del comparto era assolutamente effimera e volatile in quanto legata a quei provvedimenti governativi, non strutturali, che, nei mesi scorsi, sono stati falcidiati e cancellati dal governo Meloni. Tutto ciò, infatti, ha provocato, già nel primo semestre 2023, una insidiosa e preoccupante inversione di tendenza, a nostro avviso organica e non episodica, caratterizzata da un calo degli occupati dell’edilizia messinese che, alla fine dell’anno, rischia di trasformarsi in un tracollo. ll trend statistico, coniugato alla conoscenza del territorio, risulta incontrovertibile. Gli altri indicatori, apparentemente positivi, sono, infatti, la banale conseguenza dell’onda lunga del 2022”.

I NUMERI

“I numeri, che sono appuntiti come i chiodi – aggiungono i sindacalisti – non lasciano scampo a qualsivoglia interpretazione e certificano che, purtroppo, le nostre previsioni e le connesse denunce pubbliche sulle prospettive occupazionali nell’edilizia messinese si sono rivelate tremendamente esatte. Contestualmente dobbiamo ribadire che, in questi anni, non vi è stata la necessaria attenzione, da parte delle Istituzioni e delle amministrazioni locali, nei confronti di un comparto trainante della nostra economia”.

E ancora: “In tal senso, è opportuno rammentare che l’imponente crescita avvenuta negli anni scorsi, grazie ai bonus, era esclusivamente legata alla massiccia attività che ha investito l’edilizia privata, mentre risulta totalmente latitante qualsivoglia attività di edilizia pubblica in quanto, al di là degli slogan, non vi è traccia di appalti e cantieri per la realizzazione di opere pubbliche nel nostro territorio. Anzi, i pochissimi cantieri pubblici sono fermi e, addirittura, in procinto di trasformare l’opera prevista nell’ennesima incompiuta, come, ad esempio, sta avvenendo al porto di Tremestieri”.

L’UNICO CANTIERE CHE PRODUCE OCCUPAZIONE E’ QUELLO DI RFI

Tripodi e De Vardo evidenziano che “allo stato, l’unico importante cantiere aperto che produce occupazione è quello di Rfi per la realizzazione del raddoppio ferroviario della linea Giampilieri – Fiumefreddo. Pertanto, dopo la recente “bolla”, l’edilizia affronterà una nuova crisi poiché, in mancanza di interventi strutturali e duraturi, nei prossimi anni, rischiamo di assistere ad un tonfo senza precedenti. Una voragine sociale che causerà un ulteriore aumento del già enorme lavoro nero e del dumping contrattuale con una ulteriore escalation negativa sul tema della sicurezza sul lavoro che, ogni giorno che passa, si è trasformata in una indecente mattanza senza fine che sfregia le coscienze in un clima di assordante silenzio da parte delle autorità preposte”.

“L’allarme – chiosano i sindacalisti – è lanciato e non vogliamo assolutamente essere, ancora una volta, facili profeti nel segnalare le nefaste prospettive del comparto poiché tutto ciò certificherebbe la mancanza di risposte legislative, di scelte politiche-amministrative e di prospettive per il mondo dell’edilizia. Un settore che, anche nel nostro territorio, deve, inoltre, affrontare la mancanza di manodopera qualificata per cui appare fondamentale rilanciare l’attività di formazione delle maestranze da parte degli enti bilaterali del settore. Gli allarmanti numeri del primo semestre del 2023 – concludono Ivan Tripodi, segretario generale della Uil Messina, e Pasquale De Vardo, segretario generale della Feneal Uil Tirrenica – non ammettono sottovalutazioni o silenzi. Desideriamo sapere cosa si intende fare per il futuro dell’edilizia nella provincia di Messina che, dati alla mano, riguarda le prospettive occupazionali e tocca la carne viva di migliaia di lavoratori del nostro territorio”.

Un commento

  1. Ed era ora che finivano, non hanno fatto altro che far lievitare i prezzi in maniera esorbitante, tanto paga lo Stato.

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