Accompagnato dal difensore, l'avvocato Cinzia Picciolo, Restuccia ha depositato alcuni documenti, difendendosi e chiarendo la propria posizione, marginale rispetto alle accuse contestate ai due Curcio e ai due imprenditori andati ai domiciliari, Arcoraci e Bonaccorso. Il legale ha chiesto al giudice la revoca del provvedimento adottato nei confronti del dipendente comunale
Non è durato molto il faccia a faccia tra il gip Massimiliano Micali e Bagio Restuccia, il dipendente del Comune di Messina sospeso dalle funzioni, limitatamente all’incarico ricoperto all’interno dell’Ufficio Urbanistica, nell’ambito dell’inchiesta della Polizia sull’attività di Francesco Curcio come componente della Commissione Valutazione di Impatto ambientale. Restuccia è indagato per falso, per aver attestato, da segretario verbalizzante delle riunioni di commissione, che Curcio era uscito dalla stanza, quando invece vi era rimasto, mentre si trattava un progetto che interessava la figlia Roberta come consulente di parte. Accompagnato dal difensore, l’avvocato Cinzia Picciolo, Restuccia ha depositato alcuni documenti, difendendosi e chiarendo la propria posizione, marginale rispetto alle accuse contestate ai due Curcio e ai due imprenditori andati ai domiciliari, Arcoraci e Bonaccorso. Il legale ha chiesto al giudice la revoca del provvedimento adottato nei confronti del dipendente comunale. Micali si è riservato alcuni giorni per valutare le risultanze degli interrogati, terminati oggi. Tutti hanno chiesto direttamente al Giudice per le indagini preliminari di rivedere il provvedimento adottato una settimana fa, alla luce della corposa documentazione presentata. (Al.Ser.)