I dati statistici sono impietosi, con gli addetti diminuiti di quasi il 60%, gli importi posti a base di gara ridotti ai livelli minimi storici, l'edilizia privata praticamente bloccata
L'edilizia è stato sempre un volano dell'economia, specialmente nella nostra provincia, ma, nell'ultimo decennio, soffre una crisi profonda che riflette la congiuntura nazionale, con alcune note negative derivanti da fattori diversi e specifici della realtà siciliana e messinese in particolare.
I dati statistici sono impietosi, con gli addetti diminuiti di quasi il 60%, gli importi posti a base di gara ridotti ai livelli minimi storici, l'edilizia privata praticamente bloccata, tutti allarmi più volte lanciati da tutti coloro i quali operano in questo settore, dai sindacati dei lavoratori alle organizzazioni di categoria dell'intera filiera.
"Tutto il procedimento che dovrebbe portare alla realizzazione di opere fondamentali per dare un sistema di infrastrutture e servizi moderne al nostro territorio – afferma il presidente dell'Ance Messina Giuseppe Ricciardello – è bloccato praticamente in ogni sua fase. Nel nostro Paese, basta un evento atmosferico intenso per accorgerci dello stato in cui versano strade, ponti, reti ferroviarie, edifici, spazi verdi e scuole. Nel mio impegno associativo all'interno della Commissione Referente Opere Pubbliche di Ance Nazionale – prosegue Ricciardello – mi sono reso conto che le risorse ci sono, ma rimangono nei conti correnti dello Stato. Su questo punto stiamo spingendo molto come Associazione Costruttori, a partire dal nostro presidente Buia e mi sono battuto personalmente affinché si operi una profonda rivoluzione di tutto il sistema dei lavori pubblici, partendo dall'abrogazione del Codice degli Appalti, entrato in vigore due anni fa, e di tutte le norme seguenti, che, di fatto, hanno bloccato le pubbliche amministrazioni, creando un insieme di norme incomprensibili e, certamente, non finalizzate alla semplificazione ed efficienza del processo che porta dalla progettazione al collaudo di un'opera pubblica”.
Noi imprese dell’Ance – sottolinea il rappresentante messinese dei costruttori – chiediamo un atto di volontà e di coraggio da parte del nuovo Parlamento e del nuovo Governo, che ci auguriamo si formi al più presto, per mettere fine a tutto questo ed evitare che passino anni, se non decenni, prima di aprire i cantieri necessari per il benessere e la sicurezza del nostro Paese”. P
er farlo, dopo avere resettato il sistema normativo vigente – precisa Ricciardello – serve subito un decreto legge, per consentire alle amministrazioni di far partire i lavori, e poi una nuova riforma dotata di un regolamento attuativo che restituisca la certezza del diritto. Le imprese dell’Ance sono pronte a fare la propria parte, e, nei prossimi giorni, faremo una serie di iniziative pubbliche in tutta Italia affinché non si spenga l'attenzione dell'opinione pubblica sul tema del rilancio degli investimenti in infrastrutture, ma, soprattutto, spingeremo affinché tutte le parti in causa lavorino con l'unico obiettivo di realizzare i lavori, altrimenti tutta Italia vivrà una emergenza sociale, ambientale, economica e sociale da Codice Rosso".