Il presidente del IV quartiere, “condanna” l’atteggiamento assunto dall’Ordine dei Frati Cappuccini: «Ancora una volta la comunità è stata tenuta all’oscuro di tutto, inaccettabile». Secondo quanto sostenuto dal legale dei ricorrenti, il Comune deve provvedere a rilasciare la concessione perché trascorso il termine dei 120 giorni previsti per il silenzio assenso
E’ trascorso quasi un anno: era il 9 agosto 2010, quando nei caldi e deserti Uffici del Dipartimento edilizia del Comune di Messina, veniva depositato un progetto per la realizzazione di un complesso edilizio, il “Residence Orizzonte”, formato da “tre corpi di fabbrica per civile abitazione a sei elevazioni fuori terra, piano parcheggio in deroga, dotato di due piani seminterrati da destinarsi a parcheggi e depositi e per la realizzazione di strutture sportive ad uso parrocchiale, presso via delle mire località fondo Galletti”, alle spalle del Santuario di Pompei. A distanza di 365 giorni, (o giù di lì), la ditta “Progettazione e costruzioni Bombaci srl”, presentatrice del progetto, e la Provincia di Messina dei Frati Minori Cappuccini, presentano ricorso al Tar di Catania “per accertare e dichiarare l’illegittimità e/o l’annullamento del silenzio serbato dal comune sull’istanza di concessione edilizia.
Una vicenda complessa, iniziata 23/12/2009, con l’acquisizione da parte della società, del terreno di proprietà della Provincia dei Frati Minori Cappuccini, per una somma pari a 1.330.000 euro. A seguire, nel mese di agosto, la richiesta di concessione: tutto procede regolarmente, i mattoncini, anche questa volta, sembrano destinati ad incastrarsi perfettamente l’uno con l’altro. Almeno fino però al giorno della prima mobilitazione popolare portata avanti dai residente della zona, subito appoggiati dal quartiere e da diversi esponenti del consiglio comunale (vedi articoli correlati), decisi a bloccare quello che veniva definito l’ennesimo scempio edilizio della città. Una movimento spontaneo che ha ben presto coinvolto buona parte dell’opinione pubblico.
Il Comune, nel frattempo, richiede alla ditta una documentazione integrativa rispetto al progetto iniziale, che viene puntualmente fornita dall’impresa. Il 22.10.2010, il progetto “inciampa” nel parere negativo fornito dalla Commissione Edilizia Comunale. Uno stop, solo momentaneo, in attesa dell’ulteriore “contrattacco” da parte dell’impresa Bombaci Srl che lo scorso 24 gennaio, con la Provincia dei Frati Minori Cappuccini, presenta all’amministrazione una “copiosa memoria procedimentale in cui sono puntualmente contestato tutte le ragioni fondanti del preannunciato provvedimento negativo, chiedendo all’ente di tenerne conto ai fini del provvedimento finale”. Provvedimento che, appunto, ed è questa la ragione della presentazione del ricorso al Tar, non è mai stato adottato, oltrepassando, secondo quanto sostenuto dai ricorrenti, il termini dei 120 giorni per il silenzio assenso “che deve dunque ritenersi completamente spirato”.
Duro affondo sul ricorso congiunto presentato dall’Ordine dei Frati Cappuccini e dalla ditta Bombara, da parte del presidente del IV quartiere Francesco Quero, promotore, insieme al comitato cittadino “Costruttori del futuro”, di diverse sedute di quartiere, proprio nella parrocchia del Santuario di Pompei, per sensibilizzare e informare la comunità sulla vicenda: «E’ un fatto che mi lascia veramente perplesso. Ancora una volta l’interesse dei residenti e dell’intera comunità parrocchiale, è stato messo in secondo piano da altri interessi che, seppure legittimi, impongono una seria riflessione sull’atteggiamento assunto dall’Ordine che non ha informato nessuno nella decisione di presentare il ricorso al Tar. Non ci rimane che attendere e capire quale sarà il risvolto, ma resta profonda amarezza». (EDP)