Il Jesus Crhist Superstar di Massimo Romeo Piparo torna, 20 anni dopo, nella sua "città natale", là dove è nata l'opera, messa in scena per la prima volta al Teatro in Fiera. Il musical, nell'edizione speciale per i 20 anni, sarà allestito all'Arena in Fiera il 13 e 14 settembre grazie a Lello Manfredi che ha organizzato l'evento. Interprete d'eccezione Ted Neeley, lo storico Gesù del film-cult del 1973, ed un cast di livello internazionale. Oggi conferenza stampa "Si deve uscire dal circolo vizioso della cultura assistita" ha commentato Romeo Piparo "ognuno deve mettere del suo"
Era il 1994 quando Massimo Romeo Piparo e un gruppo di sognatori misero in scena per la prima volta il Jesus Christ Superstar. I vertici dell’Ente Teatro non li degnarono di attenzione, li inserirono nel cartellone destinato “ai ragazzetti” (quello di serie B, per intenderci), non gli concessero il Vittorio Emanuele, e non diedero altro supporto che l’allora Teatro in Fiera. Ebbene sì, 20 anni fa il Teatro Comunale era in attività e faceva anche il pienone in certi casi. Come quello del Jesus Christ di Romeo Piparo, al quale portare in scena lo spettacolo costò 20 milioni di vecchie lire, ma da quel momento iniziò per lui una straordinaria carriera ai più alti livelli e per la rielaborazione del Jesus una serie di successi.
Vent’anni dopo il Jesus Christ torna nella culla che lo ha visto nascere, il 13 e 14 settembre all’Arena in Fiera, nell’ambito della tournee nazionale organizzata proprio in occasione dell’anniversario e che vedrà lo spettacolo girare l’Italia, compresa l’Arena di Verona che il 12 ottobre, al tramonto, organizzerà il “Celebration Day”, 40 anni dal film e 20 dal musical di Piparo.
Se toccherà Messina non sarà nell’ambito di nessuna iniziativa pubblica ma solo grazie alla determinazione di un imprenditore-sognatore come Lello Manfredi che si ostina a credere nelle straordinarie potenzialità della nostra terra e a scommettere che un giorno, sì, ce la faremo a rialzarci.
E fa amarezza pensare che dopo 20 anni il Jesus Christ torna nella sua patria dopo una “vita” di successi e torna sì in Fiera, ma non nel teatro, perché per due decenni quella struttura l’abbiamo lasciata morire nell’incuria e nell’indifferenza, torna non in quella Fiera che era 20 anni fa, ma in un’area che è il simbolo di una città che è morta per l’incapacità di una classe politica e dirigenziale, la stessa che nel ’94 relegò il musical di Romeo Piparo nello spazio “di serie B”.
Alla fine sarà bellissimo vedere il Jesus nell’Arena “inventata” lo scorso anno da Manfredi, con lo sfondo dello Stretto, le luci delle navi e sotto il cielo stellato di settembre ascoltare le straordinarie voci della storia dell’Uomo che è rimasto Uomo tra gli Uomini. E dimenticheremo che alle nostre spalle ci sono i simboli delle macerie.
Ma sarà un Jesus Christ davvero speciale quello che vedremo a settembre, come spiegato oggi nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo Zanca.
Il Jesus Christ Superstar, la più grande opera rock di tutti i tempi, prodotta dalla Peep Arrow Entertainment nella versione originale di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, firmata da Massimo Romeo Piparo, è infatti in scena per la prima volta in Europa con un interprete d'eccezione nel ruolo del titolo, Ted Neeley, il Gesù "originale" del celebre film di Norman Jewison, lo storico successo cinematografico del 1973.
E proprio Ted Neeley, l’unico americano presente in scena in mezzo ad attori italiani, anche se i giornalisti internazionali all’uscita della prima hanno dichiarato “stasera pensavamo di essere a Broadway”, ha partecipato oggi all’incontro con i giornalisti nella Sala Ovale del Comune.
“Abbiamo fortemente voluto che lo spettacolo di Massimo Romeo Piparo tornasse nella sua città in occasione dell’edizione speciale per i 20 anni- ha spiegato Lello Manfredi- Prima sarà al Verdura di Palermo e poi all’Arena di Verona. Era giusto che tornasse a Messina, dove è nato. Per questo stiamo pensando ad una politica dei prezzi che vada incontro alle famiglie e favorisca la partecipazione”.
Se è vero che il Jesus ha girato il mondo è anche giusto che venga visto da chi, 20 anni fa, magari non era neanche nato. E’ una sfida imprenditoriale perché il musical è una produzione internazionale, con 60 attori, 4 tir per portare il materiale e ci auguriamo che abbia il giusto richiamo che merita. Manfredi pensa anche ad una terza serata se le prevendite dovessero andare verso il sold out.
“Io dal primo giorno chiedo a Massimo una collaborazione- commenta il sindaco Accorinti- Perché è bello vedere queste eccellenze e sapere che fanno parte della nostra terra. E poi il Jesus Christ è in linea con quello che stiamo facendo, il messaggio di pace è lo stesso”.
La novità non è soltanto il Gesù del film, Ted Neeley, che prende il posto di Paride Acacia, “Quando ho detto a Paride che non l’avrebbe più fatto lui-racconta sorridendo il regista- lui mi ha risposto: no, cedo il posto solo se lo fa Ted Neeley…e così è stato e Paride fa Hannas. E’ un’edizione diversa,, ho voluto ridisegnare l’opera in chiave Gesù-centrica, una chiave laica, ho voluto raccontare la sua vita da uomo. E comunque vi assicuro che l’esperienza di sentire cantare Ted Neeley, con lo Stretto dietro di lui sarà unica, indimenticabile. La scena delle 39 frustate, quella è rimasta uguale anche se le immagini che proietto sono state aggiornate. Ma lui vuole che il soldato, sia pure con cautela, lo frusti davvero, perché sia realistica il più possibile”.
Neeley è l’unico non italiano in un cast d’eccezione, che canta in inglese “Sono grato a Paride per avermi dato il suo posto-dichiara Neeley– Questo è il cast migliore che ho incontrato in 40 anni e cantano tutti in inglese per me. La cosa più straordinaria del Jesus è l’elemento umano. Ci siamo soffermati sull’ultima settimana di Gesù sulla terra, quando parla con Dio da “uomo” ed anche tutti gli altri protagonisti, Maria, la Maddalena, lo vedono come uomo. Lui ha dubbi, sofferenze da uomo, questa è la grande forza dell’opera dal ’73 in poi, anche lui si pone i nostri stessi “perché” le nostre domande, non importa da quale luogo ce le poniamo, dove siamo nati e quando”.
Ed è questa la straordinaria attualità di un’opera che continua a riscuotere successo ovunque vada, perché anche se nel frattempo sono cambiati gli spettatori (anche se c’è chi l’ha visto, due, tre, quattro volte) il messaggio riesce ad essere spaventosamente attuale.
Nel corso della conferenza stampa si è poi scoperto che Accorinti ha proposto a Massimo Romeo Piparo il ruolo di Presidente del Vittorio Emanuele, poche settimane dopo il suo insediamento, ma il regista ha detto no “No, non è il mio ruolo, non è quello che avrei voluto fare, preferisco mettermi da parte- ha spiegato il regista- e comunque ho un’altra idea di Teatro, un’idea più ampia. Ci sono già passato e sono stato mandato via da Genovese. Come direttore artistico sarei venuto ma compre presidente no. Conosco pregi e difetti della macchina e so che si dovrebbero scardinare certi meccanismi ormai consolidati. Non si può avere una gestione monografica del Teatro, né mia né di altri. Oggi il Teatro è qualcosa di più, sta cambiando verso un teatro popolare inteso come intrattenimento. E poi devi scommetterti, non può essere una macchina che gira solo intorno ai finanziamenti pubblici. Il prodotto teatro non può essere solo cultura che va assistita, altrimenti quando finiscono i soldi della Regione finisce tutto, non sai come muoverti. Si deve uscire dal circolo vizioso della cultura assistita, ma ognuno deve metterci del suo. Tornare qui in Fiera e vedere Messina così, con i turisti che non vengono coccolati, mi lascia amarezza. La Fiera dovrebbe essere la porta della città. Si esce da questo circolo vizioso solo se ognuno ci mette del suo”.
Come ha fatto lui 20 anni fa quando con 20 milioni di lire ha costruito il suo futuro, come ha fatto in questi anni Lello Manfredi, l’unico che, rischiando di suo, ha portato gli spettacoli di Massimo Romeo Piparo, come Sette spose per sette fratelli o Il vizietto, al Vittorio Emanuele (stavolta sì…) e ha fatto sempre tutto esaurito.
Perché le eccellenze come Romeo Piparo, ci rendono orgogliosi, però quando è il momento di organizzare, quando c’è “mamma Regione” dietro, ce ne dimentichiamo subito. E per rivedere il Jesus Christ Superstar che nel frattempo ha girato il mondo, abbiamo dovuto aspettare di nuovo il solito sognatore Manfredi che ha messo mani al portafoglio e rischia insieme a Piparo perché tutto ruota intorno a sponsor e incasso.
Già, però poi tutti ad applaudire….
In scena con Ted Neeley, nomi noti del musical italiano come Gloria Miele (Maria Maddalena), Emiliano Geppetti (Pilato), Paride Acacia (Hannas), Marco Fumarola (Caifa), Salvador Axel Torrisi (Erode), Riccardo Sinisi (Simone/Pietro) e, nel ruolo di Giuda, Feysal Bonciani. Sul palco anche l’Orchestra dal vivo di 12 elementi diretta dal Maestro Emanuele Friello, l’ensemble di 24 tra acrobati, trampolieri, mangiafuoco e ballerini coreografati da Roberto Croce, le scenografie sono di Giancarlo Muselli, elaborate da Teresa Caruso, con i costumi di Cecilia Betona.
Rosaria Brancato
!Era il 1994 quando Massimo Romeo Piparo e un gruppo di sognatori misero in scena per la prima volta il Jesus Christ Superstar ..”
ADDENDUM : come si arrivo’ a riprodurre cosi’ bene l’inconfondibile sound di quell’opera rock ? Fu appunto grazie ad uno di questi sognatori se questo problema fu brillantemente risolto. Non poteva essere diversamente, visto che questi era figlio d’arte … paucis pauca verba !
!Era il 1994 quando Massimo Romeo Piparo e un gruppo di sognatori misero in scena per la prima volta il Jesus Christ Superstar ..”
ADDENDUM : come si arrivo’ a riprodurre cosi’ bene l’inconfondibile sound di quell’opera rock ? Fu appunto grazie ad uno di questi sognatori se questo problema fu brillantemente risolto. Non poteva essere diversamente, visto che questi era figlio d’arte … paucis pauca verba !