Sequestro pilone 40, il Coordinamento ambientale replica duramente a Terna

Sequestro pilone 40, il Coordinamento ambientale replica duramente a Terna

Giovanni Passalacqua

Sequestro pilone 40, il Coordinamento ambientale replica duramente a Terna

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sabato 14 Marzo 2015 - 12:28

“L'azienda paga l'aver ignorato tutte le criticità segnalate dalle nostre associazioni sin dal 2010; il danno non è stato creato dalla magistratura messinese, e i costi aggiuntivi causati da questa decisione sono responsabilità – e competenza – della società, non dei cittadini”

Arriva la risposta del Coordinamento ambientale per la tutela del Tirreno alle dichiarazioni di Terna, seguite alla conferma, da parte del Tribunale del riesame, del sequestro del pilone n. 40 a Saponara. Una risposta dura, che ribadisce la linea seguita in questi anni dalle associazioni “I cittadini” e “MAN”, protagoniste in solitaria di una battaglia giudiziaria contro un colosso industriale.

“La società Terna, prima dell’autorizzazione del 2010, ha incontrato soltanto gli amministratori” – esordisce il comunicato, – “i quali, sensibili alle somme compensative offerte, e fregandosene della tutela del territorio – senza convocare i consigli comunali – hanno dato l’assenso al progetto. L’elettrodotto, oltre ad attraversare l’Area ad Elevato Rischio di crisi Ambientale della Valle del Mela, il Sito di Interesse Nazionale (Milazzo), la Zona di Protezione Speciale (ITA 030042) e il Sito di Importanza Comunitario, attraversa diversi centri abitati modificandone gravemente il paesaggio e la vivibilità”.

Il consenso che, a detta di Terna, ruoterebbe intorno al progetto viene duramente contestato: “Il consiglio comunale di Villafranca Tirrena nel 2010 ha chiesto la modifica del progetto; nel febbraio 2012 il consiglio provinciale di Messina, ad unanimità, ha invitato Terna a risolvere le criticità denunciate; il 6 marzo 2013, una mozione dell’Assemblea Regionale Siciliana, votata quasi ad unanimità, ha imposto al Governo Regionale di far modificare il progetto. E l’azienda si è fatta beffe dei deliberati di queste istituzioni. Per non parlare delle proteste delle comunità di Pace del Mela, Saponara, Venetico, San Pier Niceto, Serro. É questo il consenso che Terna ostenta?”

Al centro delle contestazioni anche le presunte ricadute economiche che la sospensione dei lavori avrà sui cittadini e sulla Sicilia in genere: “Con i tanto enfatizzati 4 miliardi, l’elettrodotto si poteva realizzare ad impatto zero, così come ha sempre detto Terna riferendosi ai costi per l’attraversamento in galleria schermata. Non c’è alcun minacciato rischio di blackout perché la Sicilia è autosufficiente, come dimostrano gli stessi dati forniti dalla società. Gli utenti avrebbero volentieri pagato i 700 milioni di investimento (anche se l’opera è finanziata dalla comunità europea…), purchè l’elettrodotto fosse realizzato senza danneggiare il territorio; chi pagherà invece i danni della messa in sicurezza della Stazione di Torrente Gallo, costruita in un territorio fortemente a rischio?”

E ancora, viene sollevato il tema delle dismissioni. L’avv. Nino La Rosa, che si occupa del ricorso presentato dal Comitato, aggiunge: “Gli elettrodotti esistenti, specie nella valle del Mela, dovrebbero essere eliminati a prescindere dalla costruzione di nuovi; il traliccio di Passo Vela è situato a 19 m dalle abitazioni. La devastazione operata da Terna con i sostegni monostelo e i 19 cavi è sotto gli occhi di tutti; ci vorrebbero migliaia di km di dismissioni per pareggiare il danno generato”.

L’associazione Mediterranea Natura segnala le diverse anomalie presenti lungo il percorso dell’elettrodotto sin dal 2010, ed è l’unica ad aver ottenuto un risultato concreto nella battaglia contro l’opera, frutto di una precisa scelta operativa, basata sulle vie legali piuttosto che sull’esposizione mediatica. Conclude La Rosa: “Il danno non è stato creato dalla Magistratura messinese; sul sequestro si sono pronunciati concordemente il Pubblico Ministero, il GIP ed adesso il Tribunale del riesame; il danno è stato creato da chi non ha rispettato e fatto rispettare la legge. Grava su Terna e sulle istituzioni consenzienti, adesso complici nei i reati che saranno individuati nella realizzazione del pilone 40, la responsabilità di avere mortificato un territorio e le prospettive economiche di un’intera comunità.”

Giovanni Passalacqua

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