I tre candidati hanno ufficializzato il loro progetto per il futuro dell'Università di Messina
MESSINA – Tre in corsa per la carica di rettore dell’Università di Messina. In un momento delicato per il futuro dell’Ateneo, con un’indagine della Guardia di finanza nata dall’esposto del senatore accademico Paolo Todaro sulla gestione dell’ex rettore Salvatore Cuzzocrea, i professori Limosani, Moschella e Spatari si sfidano per immaginare di andare oltre la stagione autunnale dei veleni. Per immaginare un futuro.
In vista delle elezioni, con prima votazione il 23 novembre, oggi i tre candidati hanno presentato al rettorato la candidatura e il loro programma.
Limosani: “La mia l’unica voce critica”
Michele Limosani è ordinario di Politica economica e direttore del Dipartimento di Economia. Così scrive, rivolgendosi alla comunità accademica: “Ci troviamo lì dove non avremmo dovuto essere, se solo fossero stati accolti la critica e il dissenso espresso in Senato accademico sulle questioni nodali. Ci troviamo laddove sottovalutazione – o, peggio, silenzio – ha consentito una caduta di immagine, di reputazione e di credibilità. Abbiamo assistito in questi anni a continui atteggiamenti di supponenza e arroganza. Abbiamo ascoltato affermazioni in Senato circa l’irrilevanza delle analisi costi benefici per decidere sull’utilizzo delle risorse pubbliche. Con amarezza abbiamo rilevato la poca trasparenza nelle decisioni di assegnazione delle posizioni concorsuali e provato imbarazzo dinnanzi a dichiarazioni non sempre rispondenti al vero. Abbiamo registrato l’indifferenza sulle dichiarazioni dell’Anac circa la irregolarità e illegittimità di procedure di gara (l’ex rettore ha rivendicato la regolarità delle proprie scelte, n.d.r.) nell’assegnazione degli appalti”.
E ancora: “Tutti segnali di un modus operandi e di una politica gestionale caratterizzata dalla mancanza di
confronto, destinata a portare la comunità accademica verso un vicolo cieco. La mia proposta, adesso, è nitida ed è l’unica in discontinuità con l’amministrazione uscente. Invitandovi a leggere il programma, vi segnalo i valori e i principi ai quali ispirerò la mia azione di governo: a) rispetto delle regole e delle persone; b) promozione di una nuova cultura; c) riconoscimento e valorizzazione del merito; d) inclusione e partecipazione”.
Nel programma, l’economista mette in evidenza: “È indubbio che uno dei primi atti della nuova amministrazione dovrà essere quello di procedere a un riallineamento tra Statuto e regolamento elettorale, restituendo piena dignità al voto degli studenti. (…) . L’Università potrebbe poi mettere a disposizione competenze tecniche e gestionali per stimolare e sostenere la partecipazione di Comuni, enti locali, ospedali, scuole, aziende e associazioni di consumatori alla costituzione di comunità energetiche e di altre aggregazioni di produttori/consumatori di energia. (…)”.
Evidenzia Limosani: “Sarà necessario ripensare parti di offerta formativa, con particolare riferimento ai CdS magistrali (Corsi di studio, n.d.r.) su cui l’Università, in questo momento, mostra elementi di debolezza. (…) Reputo sia indispensabile, innanzitutto, liberarsi dai vincoli rappresentati da strumenti forniti da enti esterni come il Cineca, mentre, valorizzando le risorse interne, è molto più funzionale realizzare piattaforme in house, che rispondano in maniera funzionale a quello che è il contesto, alle
tempistiche e alle esigenze dell’Ateneo. (…) Occorre recuperare il rapporto con il tessuto delle imprese locali e regionali e con le loro associazioni di categoria”. Un capitolo è dedicato al “ritorno di Unime al Policlinico universitario”, recuperando la denominazione Policlinico.
Il programma di Giovanni Moschella, ordinario di Istituzioni di diritto pubblico al dipartimento di Scienze politiche e giuridiche, parte invece da un invito a porre fine alle guerre intestine: “La scrupolosa osservanza delle regole, la trasparenza nella gestione amministrativa, il rispetto della dignità dell’altro, il rifiuto del conflitto come metodo, la ricerca della mediazione e di soluzioni ragionevoli e unitarie, pur nella diversità delle idee e delle opinioni. Questi, nei fatti, sono i valori che hanno costantemente ispirato la mia attività istituzionale, prima come preside della facoltà di Economia, poi come direttore del Dipartimento di Scienze politiche e giuridiche e, infine, come prorettore vicario dell’Ateneo (…)”.
Moschella: “Un nuovo modello di partecipazione democratica”
Continua l’ex prorettore vicario: “Propongo un nuovo modello istituzionale basato sulla leale
collaborazione e sulla partecipazione democratica. L’assetto istituzionale del nostro Ateneo necessita di alcune importanti riforme strutturali”. Da qui le modifiche nella deliberazione del Senato accademico e del voto in senso inclusivo, il referendum consultivo, gli Stati generali d’Ateneo, una “cassetta” elettronica di suggerimenti e la sperimentazione del “bilancio partecipativo d’Ateneo”.
Per Moschella, “le linee direttrici della rinnovata attenzione ai processi organizzativi possono essere così sintetizzate: maggior coinvolgimento attivo di tutto il personale universitario nei processi decisionali; maggior attenzione al benessere organizzativo e lavorativo; sviluppo di processi di condivisione, funzionali all’accrescimento del senso di appartenenza alla comunità universitaria”.
E ancora: “Il mio obiettivo è quello di dare corso, nel più breve tempo possibile, al completamento dei lavori già avviati di ristrutturazione e ammodernamento: le strutture di servizio di Palazzo Mariani, così come il “Polo di matematica e informatica Andrea Donato”, o le strutture del Policlinico, devono al più presto essere messe nella disponibilità della comunità, attivando, se necessario, il reperimento di ulteriori disponibilità finanziarie per gli arredi. (…) Bisogna pure tenere conto della flessibilità del mercato del
lavoro, oggi sempre più proiettato verso l’acquisizione di figure professionali specializzate. Per tale motivo, benché il consolidamento dell’offerta didattica del nostro Ateneo rappresenti uno degli obiettivi da raggiungere, reputo necessario incentivare – anche sfruttando le importanti opportunità offerte dal Pnrr – l’attivazione di Corsi di studio di I e II livello a orientamento professionale, sì da favorire l’acquisizione di nuove conoscenze e competenze trasversali, soprattutto nei settori della transizione digitale e ambientale. Specifica considerazione meritano, poi, i dottorati di ricerca, i post dottorati, le scuole di specializzazione e i master di I e II livello”.
Internazionalizzazione dell’Università di Messina, rafforzamento della ricerca e centralità del Policlinico risultano altri punti del programma.
L’ex prorettrice Giovanna Spatari, presidente della Società italiana dei medici del lavoro, dedica grande attenzione al tema del finanziamento della ricerca e del reclutamento di nuovi ricercatori. Scrive l’ordinaria di Medicina del lavoro: “Bisogna valorizzare il ruolo centrale dell’Università di Messina come motore culturale, economico e sociale nella nostra città e nell’ambito dell’area Mediterranea, puntando ad una Messina “città universitaria” attrattiva dapprima per gli studenti e quindi per l’indotto derivante dalla loro presenza. Coinvolgere gli studenti nella terza missione (ovvero l’incidenza dell’Università sul territorio, n.d.r.), perché possano farsi “traduttori e portatori” del messaggio di innovazione dell’Università anche a livello sociale, rappresentando loro stessi, d’altra parte, i principali beneficiari di molte delle attività di Terza missione. Soprattutto quando si implementino le relazioni tra Università e territorio/mondo del lavoro”.
Prosegue Spatari: “Si deve implementare la divulgazione dell’attività scientifica e non dell’Università, attraverso l’organizzazione e la partecipazione a congressi, convegni, eventi, seminari, dibattiti pubblici, caffè scientifici, progetti con le scuole, siti web, incontri attraverso i media, attività di orientamento e accompagnamento degli studenti nel mondo del lavoro anche rivolti alla comunità non scientifica”.
Spatari: “Per un’Università sempre più internazionale”
“Formazione permanente, didattica aperta, internazionalizzazione” sono alcuni punti fondamentali nel programma della candidata rettrice, che scrive: “Per consolidare e migliorare i risultati già conseguiti,
l’impegno sarà focalizzato sull’istituzione di nuovi percorsi erogati interamente o parzialmente in lingua straniera, arricchendo il catalogo degli insegnamenti in lingua dei nostri corsi di laurea. I processi di internazionalizzazione saranno progettati e sviluppati in sinergia con i percorsi di inclusione sociale, libertà di pensiero, ricerca e mobilità che hanno come fulcro sia i corsi di laurea/curricula didattici erogati in lingua inglese con la creazione di un ambiente internazionale, multiculturale e multilinguistico, sia
i progetti internazionali di ricerca e di cooperazione allo sviluppo”.
Continua la docente: “La visibilità del nostro Ateneo sarà garantita da una mirata promozione internazionale e globale, effettuata con attenzione e metodo, con uno sguardo importante verso l’Europa e un’attenzione particolare verso nuovi Paesi emergenti quali l’Asia, l’Africa centrale e il Sud America, con riferimento ad alcuni Stati in grande crescita culturale ed economica”.
Tanti altri aspetti del programma, dalla centralità dei Dipartimenti alle residenze e i servizi per gli studenti e una valorizzazione del Policlinico universitario, caratterizzano il progetto di Giovanna Spatari, in “una visione d’insieme dell’Università del futuro”.
Torneremo sui tre progetti.