Il Consiglio di Stato da ragione a Garufi e Giorgianni sul nuovo regolamento mentre Rizzo e De Luca si "appellano" al CNF. Concreto il rischio che le elezioni vengano annullate?
Pende la spada di Damocle di due ricorsi sul nuovo consiglio dell’Ordine degli avvocati di Messina, presieduto da Vincenzo Ciraolo. Anche dopo i risultati delle urne, infatti, le due liste di minoranza non hanno smesso di dare battaglia.
Così, Antonello Garufi e Alessia Giorgianni di Passione Forense hanno strappato un sostanziale accoglimento del ricorso al Consiglio di Stato. Mentre Patrizia Rizzo e Anna De Luca della lista Forza Avvocatura hanno presentato reclamo al Consiglio Nazionale Forense.
Il Cnf non ha ancora stabilito quando ascolterà le ragioni delle due candidate messinesi sconfitte le quali lamentano la violazione di due disposizioni del regolamento degli ordini professionali.
Il Consiglio di Stato, invece, si è pronunciato poche settimane dopo le elezioni, sostanzialmente accogliendo il ricorso degli avvocati Giorgianni e Garufi. I due avevano chiesto al Tar Lazio, a metà gennaio scorso, la sospensiva del nuovo regolamento, nelle more della discussione nel merito. Il Tribunale amministrativo ha invece detto no, e le elezioni di fine gennaio si sono svolte in base al nuovo regolamento. Nel mirino dei ricorrenti ci sono le modalità di voto, che penalizzerebbero nuovi volti e minoranze.
Il Consiglio di Stato ha stabilito che le “esigenze cautelari degli appellanti possono ben essere tutelate” e che “nei limiti della sommaria cognizione cautelare, appaiono condivisibili le censure che evidenziano il contrasto tra la disciplina dettata dalla legge 247/2012 e il regolamento impugnato”.
Ora la palla torna al Tar, che dovrà decidere in termini più stretti, e non puó non tenere conto della posizione del Consiglio di Stato. I due giudici hanno autonomia decisionale ovviamente, ma se il Tar rigettasse, a questo punto è probabile che il Cds ribalti la decisione. Le conseguenze? La possibilità che le elezioni vengano annullate e gli avvocati tornino alle urne.
Ma ancora esistono gli “ORDINI”
Ma ancora esistono gli “ORDINI”