Non sono ancora arrivati i dati definitivi, ma nel partito democratico è già arrivato il momento della resa dei conti
"C’è voluto coraggio a costruire in modo così maldestro una candidatura civica, a farmi chiedere da Renzi di ritirarmi dalla competizione, io che avevo un sondaggio in base al quale da solo avrei preso il 24%, senza partiti e candidati. Sarei stato il candidato presidente più forte e si sapeva”. Di fronte al crollo del partito democratico , il primo a togliersi il sassolino dalla scarpa è il presidente della Regione uscente Rosario Crocetta.
“Ci vuole coraggio – dichiara ancora all’AGI – da parte di Leoluca Orlando e Davide Faraone ad attaccarmi, mentre sono i responsabili di questo disastro. Chi ha orchestrato questa operazione per estromettermi, ha voluto uccidermi scientificamente, ma si sono suicidati, hanno ucciso il centrosinistra".
Il governatore “scagiona” il segretario nazionale del Pd, col quale – va ricordato – avrebbe sottoscritto il patto per garantirsi un seggio in Parlamento in cambio del ritiro di una candidatura bis a Palazzo D’Orleans: "Hanno raggirato Renzi e dovrebbero ora chiedere scusa a lui, al centrosinistra e alla Sicilia".
“Micari – prosegue Crocetta – ha avuto il 10 per cento dei consensi in meno della sua coalizione. Renzi e' stato raggirato dai suoi e dallo stesso Orlando che gli aveva promesso una lista dell'8,5% e che non e' stato in grado di formare una lista forte. Alfano-D'Alia-Cardinale e il 15% del Pd avrebbero dovuto prendere circa il 40%, facendo a meno del Megafono. Avevo avvertito Renzi che i loro dati era falsi. E' stata una follia e Renzi ha subito i suggeritori siciliani. Chiedano scusa a lui e alla Sicilia e non attacchino chi come me per la prima volta aveva portato il centrosinistra alla vittoria. Avevo proposto le primarie, ma non le hanno fatte perche' sapevano che avrei vinto. Mi hanno estromesso scientificamente…". Una nuova stagione di tensioni tra lui e il Pd? "E cosa mi si rimprovera? Di essermi sacrificato?"
In casa Pd dunque volano gli stracci. Ad accendere la miccia delle polemiche era stato già ieri sera il sottosegretario alla Salute Davide Faraone, che ai microfoni della 7 ha sferrato un attacco al presidente del Senato: “Micari ha avuto il coraggio di candidarsi, quel coraggio che il presidente Grasso non ha avuto". Parole che oggi trovano risposta in una nota diffusa dal portavoce del presidente del Senato.
"Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha comunicato ufficialmente e con parole inequivocabili l'impossibilita', per motivi di carattere istituzionale, di candidarsi alla Regione Siciliana il 25 giugno scorso. Non si puo' certamente addebitare a Grasso il fatto che, al di la' dell'ardita ipotesi di far dimettere la seconda carica dello Stato per competere all'elezione del Governatore della Sicilia, per lunghe settimane non si sia delineato alcun piano alternativo. Imputare a Grasso il risultato che si va profilando per il Pd, peraltro in linea con tutte le ultime competizioni amministrative e referendarie – si legge ancora nel comunicato – e' quindi una patetica scusa, utile solo ad impedire altre e piu' approfondite riflessioni, di carattere politico e non personalistico, in merito al bilancio della fase attuale e alle prospettive di quelle future".
Intanto, stamattina, Faraone è tornato ad analizzare il risultato elettorale, che seppur è ancora parziale risulta già chiaro per quel che riguarda il disastro in casa Pd.
“ Il dato è oggettivamente di una sconfitta. E in questa sconfitta c'è tanto della volonta' di alcune forze politiche di rompere un'unita' che invece ci avrebbe visto assolutamente competitivi", ha detto il sottosegretario a Palermo parlando con i giornalisti.
"Il dato del voto disgiunto e' abbastanza inquietante – ha continuato Faraone – e non riguarda la candidatura di Fabrizio Micari che e' stata all'altezza e di qualita'. Riguarda un effetto che si e' generato, un'anticipazione di quello che normalmente accade in un secondo turno: tanti elettori hanno visto una polarizzazione fra Musumeci e Cancelleri e hanno deciso di votare l'uno o l'altro. Questo si e' determinato perche' non siamo apparsi credibili e vincenti proprio perche' divisi. Credo che da questo punto di vista la candidatura di Fava, che ha avuto come unico obiettivo quello di danneggiare il Pd e il centrosinistra, ha manifestato tutti i suoi limiti. Tutti coloro che continuano a vedere in Renzi il nemico – ha concluso- non si rendono conto che favoriscono da un lato Salvini e dall'altro i populisti del M5s".
come si permette davide faraone a parlare del coraggio del presidente Grasso, ricordi bene questa brutta copia di renzi che quando il Presidente Grasso era sotto scorta perchè minacciato da Riina e dalla cupola mafiosa lui tuttalpiù giocava con le figurine, si vergogni!
CIAONE !!!
Condivido Grasso ha una storia alle spalle chi è costui imposto da renzi altrimenti chi lo avrebbe ascoltato, un portavoce di bugie
un miracolato dell apolitica senza alcun senso della dignità
Finalmente Crocetta non c’è più .Ora tocca a Renzi e company e infine Accorinti .
Cosa deve fare più Totò Riina ormai non è più nulla .Anzi farebbe bene Grasso a rifiutare la scorta, si incomincerebbe a risparmiare soldi per darle alla povera gente.Ricordo a qualcuno che in questo nobile giornale aveva fatto dei sondaggi su Grasso Presidente ha avuto una bassa percentuale di voti.Siamo stanchi di questa sinistra .Stiamo arrivando preparatevi le valigie .