E' già arrivato in Senato l'emedamento che consente alle amministrazioni appena insediate di avanzare proposte di modifica ed integrazione al piano di rientro qualora non sia ancora intervenuta la delibera di accoglimento o diniego del piano da parte della Corte dei Conti
Il ricorso presentato dai tre esponenti del centro-sinistra Alessia Currò, Giovanna Venuti e Giovanni Cocivera non ferma l’attività dell’amministrazione Accorinti, che potrà continuare a lavorare in attesa che venga fatta chiarezza sui numeri del primo turno elettorale. L’emergenza delle emergenze è- come più volte ribadito sia dal sindaco Renato Accorinti che dal suo vice Guido Signorino, il rischio dissesto finanziario, per evitare il quale l’esecutivo di Palazzo Zanca lavora senza sosta dal giorno del suo insediamento. E proprio su questo fronte si registra una novità importante, che arriva a pochi giorni di distanza dalla missione romana di Signorino: è pronto l’emendamento preparato dagli Uffici Legislativi del Ministero degli Interni e degli Enti locali che consente alle neo amministrazioni di apportare modifiche al Piano decennale di riequilibrio, qualora su questo non sia ancora espressa la Corte dei Conti. L’emendamento è già arrivato in Senato “per mano” del senatore messinese (per la precisione di Sant’Agata di Militello) del Pdl Bruno Mancuso, che insieme a tutta la deputazione messinese sta lavorando affinché sul testo ci sia la più ampia convergenza possibile, in modo da facilitarne l’approvazione da parte dei due rami del Parlamento.
L’emendamento, che opera nell’ambito delle “Misure finanziarie urgenti per gli enti locali”, prevede che «al comma 2 dell’art 4 bis del decreto legislativo per gli Enti locali 6 settembre 2011 n. 149 sono aggiunte le seguenti parole: ovvero qualora non sia ancora intervenuta la delibera della Corte dei Conti di approvazione o diniego del piano di riequilibrio finanziario pluriennale di cui all’art 243 bis del decreto legislativo 18 agosto 2000 n.267, le Amministrazioni possono presentare proposte e integrazioni del predetto piano. In tale ultimo caso, l’istruttoria è prorogata di trenta giorni dalla data di presentazione delle proposte».
Nella relazione illustrativa viene, inoltre, specificato che «la norma introduce la possibilità di avanzare proposte di modifica ed integrazione al piano di riequilibrio finanziario pluriennale già presentato dall’ente ai sensi dell’art 243-bis Tuel, solo qualora non sia ancora intervenuta la delibera di accoglimento o diniego del piano da parte della Sezione di Controllo della Corte dei Conti. Intervenendo su di un processo decisionale non ancora concluso, è stata avvertita la esigenza di prevedere un adeguato allungamento dei termini istruttori necessario a consentire alla Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali e Corte dei Conti l’esame delle modifiche ed integrazioni presentate».
Un spiraglio di luce in fondo al tunnel del dissesto inizia ad intravedersi, ma la strada è ancora lunga e tortuosa. Primo perché l’amministrazione Accorinti dovrà portare a termine, in poco tempo, l’operazione verità sui conti comunali e secondo perché dovrà trovare le risorse per ripianare i debiti. A proposito dell’operazione verità, il Comune è pronto a sottoscrivere la Convezione con l’Anci (Associazione nazionale Comuni Italiani), che farà arrivare a Palazzo Zanca una task force dell’Ifel (Istituto per la Finanza e le Economie locali), costituita da esperti contabili che avranno il compito di aiutare l’amministrazione a fare chiarezza una volta per tutte sulla reale massa debitoria. Da qui si partirà per invertire la rotta e provare a salvare la città dal default. (Danila La Torre)
Renato la città non merita, che sia dissesto!!!!
Chissà che chi oggi sbraita per riavere il potere non risulti in qualche modo corresponsabile del disastro economico e, oltre ad essere ineleggibbile, dovrà vedersela anche con la giustizia.
C’è una buona parte di messinesi, abituati a succhiare latte dalla mammella della politica, che oggi plaude al ricorso come atto di trasparenza. E’ ovvio che si preoccupano del proprio interesse personale, bene, DIAMOGLI IL DISSESTO!!Non meritano altro!
Delle riflessioni a “cielo aperto”:
1) mentre la giunta Accorinti ed in particolare, il professore Signorino, lavorano per evitare il dissesto e quindi, “salvare” il PD ed il PDL che tale dissesto hanno causato, da eventuali responsabilità che porterebbero alla inagibilità alcuni politici che hanno amministrato la nostra città in questo ultimo decennio, il PDL, ma soprattutto il PD lavorano per mandare a casa Accorrinti e la Sua Giunta nata da un valanga di voti popolari di protesta. Avrei ritenuto legittimo la presentazione di un ricorso in data antecedente al ballottaggio, ma la presentazione in data susseguente, dopo aver subito una sconfitta eclatante, dimostra povertà mentale accompagnata dalla volontà di mettere in atto una “carognata” nei confronti dei messinesi che il cambiamento hanno sostenuto e conquistato. Purtroppo questa e Messina ed è difficile cambiarla e riscattarla dal “servilismo politico” che da decenni domani le istituzioni.
2) Che ben venga la “tarke force” purché, innanzitutto, non sia onerosa per l’amministrazione ed inoltre che sia integrata dai “ragionieri generali” che, in questi ultimi anni, hanno retto l’area economico finanziaria del Comune di Messina.
3) Il dissesto è un fenomeno finanziario che non può evitarsi politicamente. Che il PDL ed il PD, attraverso i propri miracolati che occupano le poltrone del parlamento cercano di evitarlo, è cosa prevedibile, come è prevedile che i risultati che saranno ottenuti non serviranno ad altro se non allungare la “putrefazione” di un cadavere che da anni trovasi all’obitorio..
4) Avete perso, clamorosamente, le elezioni, ed adesso zittitevi. Il “sindaco venuto dal basso” ha dato inizio ad una attività di cambiamento e merita di essere sostenuto. Voi del PDL che del PD, se ne avete il coraggio, rottamate l’attuale classe politica dirigente che vi ha portato alla sfascio e che, da anni si è adoperata per mandare allo “sfascio” la nostra città
5) Buona domenica
Sono molto contento, Danila LA TORRE è sempre più puntuale nei suoi articoli a carattere economico, merita il superlativo B R A V I S S I M A. Cara Danila, ti invito ad analizzare il Piano Esecutivo di Gestione, il PEG 2013, in assenza del Bilancio di Previsione 2013, ci sono tanti spunti per i tuoi articoli, nelle voci dei vari INTERVENTI della spesa corrente del Titolo 1, credimi è istruttivo, anche perchè è istruito da COGLITORE e proponente CROCE, finalmente in pieno accordo prima dell’uscita di scena del commissario. Il nostro SAJA fa sempre riflessioni condivisibili, anche se non vedo di buon occhio questo affannarsi dell’ANCI a intrufolarsi su tutto, farebbe bene l’organizzazione dei Comuni, a far rispettare le date fissate dalla legge per i Bilanci di Previsione e altri documenti contabili, evitare che chi a Roma si occupi di autonomie locali faccia carta straccia del Testo Unico, rinvio dopo rinvio ogni scusa è buona, leggi finanziarie, ritardi degli amministratori e dei Consigli Comunali. Cosa ce ne facciamo di un Bilancio di Previsione votato a metà o fine esercizio, o di rendiconti di gestione che perdano di significato se conosciuti alle calende greche?
Sottoscrivo ed avallo
condivido pienamente la disamina