Una struttura dove l'emergenza non c'è ma i 302 detenuti fanno i conti con ancora troppi problemi. Il punto con la Camera Penale Pisani Amendolia
Messina – Assicurare cure ai detenuti è sempre più difficile. Anche a Messina, dove Gazzi è considerato uno dei carceri migliori dell’isola. Qui, mancano spazi e personale per l’assistenza di chi ha problemi psichiatrici, il personale è sotto dimensionato e di droga ne circola ancora troppa, e la reclusione dei tossicodipendenti diventa un problema di gestione.
Sono questi i nodi irrisolti del mondo dietro le sbarre a Messina, evidenziati dall’ultima ispezione, effettuata dai penalisti della Camera Pisani-Amendolia insieme alla Garante dei detenuti di Messina, la professoressa Lucia Risicato, e l’onorevole Tommaso Calderone. La Camera tornerà a Gazzi a breve per puntare i fari sulle detenute donne.
Cure negate
Criticità più volte rimarcate e non ascrivibili alla gestione della struttura penitenziaria, ma che pesano sui detenuti oggi rinchiusi a Gazzi. Con il trasferimento delle competenze alla Sanità, anche per le cure di detenuti è rimasto irrisolto il problema delle visite specialistiche. E se già le liste d’attesa sono uno scoglio per i pazienti “comuni”, figurarsi che problema può rappresentare per un detenuto. Anche la gestione del personale medico destinato al carcere è da rivedere ed ha peggiorato parecchio lo standard delle cure ai detenuti. Tanto che a Gazzi resta inutilizzato un efficientissimo macchinario destinato alle Tac, donato cinque anni fa e ancora imballato.
La droga in carcere
“Altro rilevante elemento di criticità è rappresentato dalle tossicodipendenze e dall’illecita introduzione (non facilmente controllabile) degli stupefacenti. I (numerosi) detenuti che fanno uso di droghe creano problemi di ordine e sicurezza che non è sempre facile prevenire ed arginare, soprattutto quando il personale penitenziario è insufficiente ed a Messina ci sono 20 unità in meno rispetto al personale previsto in organico”, spiega dopo l’ispezione la Camera, presieduta dall’avvocato Bonaventura Candido.
Le buone notizie
Oggi non ci sono bambini in cella: “Sappiamo, comunque che Amate, il garante per i diritti dei minori del Comune di Messina, presta molta – apprezzata – attenzione a tutte le connesse problematiche”, dichiarano i penalisti. E i lavori di ristrutturazione in corso consentiranno a breve di sfollare alcune delle celle più strette, se il numero dei detenuti non aumenterà (oggi sono 202).
Non c’è sovraffollamento quindi al momento a Gazzi, qui l’emergenza carceri che sta attraversando l’Italia, dove le rivolte aumentano, non si sente. Gli spazi dedicati ai colloqui con i familiari sono curati, le cucine ben tenute, molte celle hanno frigo e ventilatore, c’è un campo di calcio in erba per le attività sportive dei detenuti che vi possono accedere e molte attività di socializzazione.
Il ruolo della politica
“A conclusione esprimiamo un positivo giudizio sulla complessiva conduzione della struttura ed il rapporto operatori/ristretti – dichiarano i penalisti – Le criticità riscontrate (certamente non sovrapponibili a quelle gravissime emerse negli ultimi mesi in tante altre strutture ove quest’anno si sono verificati gli oltre 60 suicidi) sono comunque tutte di carattere generale e possono trovare soluzione solo in adeguati tempestivi provvedimenti normativi riservati al ceto politico con il quale l’Unione delle Camere Penali mantiene sul punto un permanente canale di interlocuzione. Non si può pensare di lasciare al buon senso ed alla dedizione di singoli la risoluzione di tante criticità organizzative, strutturali e normative che rendono problematica (ed in alcuni casi drammatica) la permanenza in carcere di soggetti che prima di essere detenuti sono uomini”.