Ora è davvero piena emergenza, non solo per le decine e decine di palme ormai infettate e destinate ad una morta lenta e agonizzante
Il Punteruolo rosso (Rhynchophorus ferrugine, il suo nome scientifico), noto a tutti anche come il killer delle Palme, è un Coleottoro della famiglia dei Curculionidi (comprende le specie più dannose per l’uomo e le colture), ormai famoso per essere il principale parassita delle Palme. Questo insetto è originario delle foreste del sud-est asiatico e della Melanesia, ma in seguito al commercio internazionale di Palme (via mare e aerea) si è rapidamente esteso ai paesi del Medio Oriente (Iran, Iraq, Siria, Giordania, Israele), raggiungendo l’area Mediterranea. In Egitto i primi esemplari di Punteruolo sono stati registrati già dal 1992, mentre nella Spagna meridionale è arrivato già dal 1994, dove si è reso responsabile della morte di centinaia di Palme, tutte in buona salute prima del suo arrivo. Palmeti di interesse storico, come quelli esistenti nella regione dell’Andalucia, sono stati letteralmente distrutti dal piccolo parassita. In Italia la sua prima segnalazione avvenne tra il 2004 e il 2005, con l’arrivo di alcune Palma già infettate dall’Egitto in Toscana. In pochi anni è riuscito a diffondersi in tutto il paese, continuando a uccidere centinaia di Palme e interi palmeti, fra la Sicilia, il Lazio, la Toscana e la Liguria.
Per molte di queste, una volta infettate dall‘insetto parassita, c’è stato poco da fare. Da mesi, anche a Messina, continua inesorabile la moria di palma. Ormai buona parte delle palme presenti in città, alcune delle quali anche centenarie, è stata gravemente infettata dal letale insetto, originario delle foreste melanesiane. La situazione più critica la si riscontra proprio nei villaggi della zona sud di Messina, dove si è registrata una autentica strage di palme. Da Gazzi fino a Santa Margherita e Giampilieri solo un paio di plame sono riuscite a sopravvivere all’invasione del vorace insetto tropicale. Molte di queste, prima dell’infezione, rappresentavano un pregio storico davvero significativo. Palme che dopo essere infettate rappresentano poi un grave pericolo per l’incolumità pubblica. Molti di questi esemplari di palme, già infettati e destinati ad una morte certa, potrebbero stramazzare al suolo alla prima intensa raffica di vento, creando non pochi disagi. Il problema del Punteruolo Rosso ancora non è stato affrontato in maniera concreta, sia per i ritardi lasciati in eredità dalle precedenti amministrazioni comunali che per la vastità di un fenomeno difficile da controllare in modo capillare, su un territorio molto esteso, come quello messinese.
Vedere gran parte delle palme del nostro territorio morire in così in poco tempo indubbiamente fa un certo effetto. In un certo senso la loro fine sembra la metafora del decadimento della nostra società ed inoltre offre uno spettacolo che definirei ulteriormente deprimente. Tuttavia bisogna ammettere che questa pianta non né tipica né endemica delle nostre parti. Allora sarebbe il momento di estirpare i soggetti colpiti e sostituirli con esemplari di alberi più nostri, tipo agrumi o ulivi. Si porrebbe così rimedio ad anni di scriteriata e costosa piantumazione. Nella speranza che ciò accada al più presto vorrei invitare gli amministratori ad affidarsi ad esperti del settore (basta chiamare un forestale) che adotti criteri di economicità, di compatibilità con l’asfalto e pavimentazioni e di endemicità.
Suggerirei di piantare al posto delle palme malate, mandarini, limoni, bergamotto, arancio e zagara. Questo contribuirà a rendere la vita davvero difficile a questo insetto.