Il prefetto Stefano Trotta ha convocato per stamattina i capigruppo in vista della seduta straordinaria del Consiglio comunale sulla problematica connessa ai rifiuti. Intanto l'Ato 3 ha avviato i pagamenti per Tirrenoambiente e Messinambiente. Nei prossimi giorni anche l'amministrazione salderà un acconto sui 5 milioni di euro dovuti da gennaio a luglio.
Per chiudere il cerchio sull’emergenza rifiuti un passo fondamentale sarà il piano di rientro relativo al debito di oltre 22 milioni di euro e che deve passare dall’esame del Consiglio comunale, convocato appositamente per stamattina dal Presidente Emilia Barrile. Il prefetto Stefano Trotta il cui intervento è stato finora decisivo nella risoluzione di un estenuante braccio di ferro tra l’amministrazione comunale di Messina e Tirrenoambiente ha deciso di seguire la vicenda passo per passo ed ha per questo convocato per oggi alle 9.30, i capigruppo consiliari di Palazzo Zanca. Un incontro che si terrà quindi prima della seduta consiliare e che servirà anche a capire la posizione dell’Aula in merito alla delibera che riguarda il contenzioso da 22 milioni di euro ed un piano di rientro da restituire in 10 anni. L’approvazione del provvedimento da parte del Consiglio comunale costituirà un passaggio decisivo anche ai fini dei futuri rapporti con Tirrenoambiente che è arrivata nei giorni scorsi a chiudere i cancelli ai mezzi di Messinambiente bloccando di fatto la raccolta rifiuti. Proprio per la delicatezza della vicenda è probabile che il prefetto voglia parlarne con i consiglieri chiamati ad affrontare con senso di responsabilità la problematica.
Intanto, a meno di 24 ore dall’intesa raggiunta in prefettura sul fronte rifiuti, arriva anche il via libera al pagamento delle prime somme a Tirrenoambiente. A comunicarlo, nel tardo pomeriggio il commissario liquidatore dell’Ato3, Michele Trimboli, facendo seguito a quanto stabilito nel corso dei vertici che si sono tenuti ieri tra le varie parti protagoniste di un braccio di ferro durato mesi e mesi.
“D'intesa con l'Amministrazione comunale- si legge nella nota- L'ATOME3 ha disposto il pagamento di €. 750.000,00 in favore della TirrenoAmbiente S.p.A. e di €. 1.300.000,00 alla Società Messinambiente”
Nei giorni scorsi Tirrenoambiente aveva chiuso i cancelli del sito ai mezzi provenienti da Messina lamentando il mancato pagamento di un credito che, da gennaio a luglio arriva a 5 milioni di euro, mentre per gli anni pregressi supera i 22 milioni.
In base all’accordo raggiunto ieri il primo saldo sarebbe dovuto avvenire nei prossimi giorni, invece, anticipando i tempi l’Ato3 ha emesso il pagamento già in giornata. Domani sarà la volta del Consiglio comunale esaminare il piano di rientro relativo ai debiti dell’Ato3 ed al contenzioso in corso, ma non è detto che l’Aula riesca ad esitare la delibera in giornata.
“Il Sindaco Renato Accorinti unitamente all’Assessore Daniele Ialacqua– prosegue Trimboli- nel contempo, hanno assicurato che il Comune, nei prossimi giorni, provvederà', sulla base della disponibilità' finanziaria, ad un ulteriore trasferimento di fondi”.
L’amministrazione ha deciso per far fronte alla cifra di attingere al Fondo di rotazione della Regione ed ha assicurato di poter saldare un acconto dei 5 milioni dovuti da gennaio ad oggi sin dai prossimi giorni.
L’appello di Trimboli è adesso, così come già fatto dall’assessore Ialacqua, ai messinesi, perché inizino in prima persona quel percorso verso rifiuti zero che passa attraverso il comportamento dei singoli.
“E’ stata quindi scongiurata la prospettata chiusura della discarica e la conseguente interruzione del servizio. In ogni caso, e' auspicabile, che con maggiore frequenza, vi sia un maggior uso dei 'centri di raccolta comunali', aperti anche nel mese di Agosto, ed una maggiore attenzione nella riduzione dei rifiuti in ambito domestico”.
Rosaria Brancato
Ma nell’anno 2010 il Comune di Messina ha dato esecuzione all’art. 45 della legge regionale 12 maggio 2010 n. 11?…il comma 6 dell’art. 45 impegnava la Regione a trasferire le somme necessarie per il ripianamento dei debiti ed il relativo piano di rientro, in una gestione unitaria di tutta la fase liquidatoria, relativamente a tutte le Autorità d’Ambito. La Regione s’impegnava, quindi, a concorrere, con somme che sarebbero state poi recuperate dal fondo per le autonomie locali, al ripiano delle passività maturate al 31 dicembre a carico dei Comuni. Ogni Comune avrebbe dovuto sottoscrivere un piano di rientro dal debito in cui sarebbero state specificate tutte le misure e le iniziative che sarebbero state intraprese per riequilibrare i costi e risanare i bilanci. L’Ufficio del Commissario Delegato, con nota n. 135 del 08 settembre 2010 comunicava ai Comuni, che “in caso che non avrebbero provveduto, sarebbero state attivate le azioni sostitutive previste dall’art. 14, comma 4 della l.r. n. 9/2010 che prevedeva che “l’Assessore regionale per le autonomie locali e la funzione pubblica dispone, previa diffida non inferiore a 90 giorni, la nomina di commissari straordinari e contestualmente la decadenza degli organi delle amministrazioni interessate ai quali debba ascriversi la violazione”. Di fronte ad una minaccia di decadenza degli Organi inadempienti, ritengo che già il Comune di Messina, un piano di rientro dei debiti, almeno a quella data, l’ha dovuto produrre. Cosa prevedeva questo piano di rientro? La Regione ha accolto ed erogato i fondi del Piano di rientro? Come mai ancora esistono, e probabilmente siano aumentati, questi debiti?….