"Il progetto per l'impianto a biomasse va avanti, nonostante le falsità, le violenze e la demagogia". Così Ivo Blandina e Giovanni Grasso, per la Comet Bio, ribadiscono la volontà di realizzare un progetto che ha vinto il bando del Ministero dell'economia riservato alle energie rinnovabili ed alternetive e finito al centro di una levata di scudi a Furnari. "Rispettiamo normativa e ambiente ma veniamo presi di mira da chi cerca solo consenso facile"
Tutto quello che volevate sapere sul progetto Comet e non siamo riusciti a dirvi a causa di un clima da “caccia alle streghe” che si è venuto a creare.
Potrebbe sintetizzarsi così la conferenza stampa del gruppo Comet Bio in merito all’impianto di cogenerazione a biomasse, vincitore di un bando del Ministero dell’economia da realizzare a Furnari e finito al centro di un fuoco incrociato.
Il 22 luglio era prevista la seconda conferenza dei servizi nell’ambito dell’iter avviato a giugno, ma nel frattempo, tra petizioni, interrogazioni parlamentari, perizie, sedute aperte, tra l’amministrazione e la società ormai è scontro aperto.
E Ivo Blandina, per la Comet Bio, insieme a Giovanni Grasso, direttore affari generali del gruppo Comet, hanno voluto nel corso di una conferenza stampa chiarire i dettagli di un progetto nato su richiesta di 12 proprietari terreni e sul bando che Ministero dell’economia e ministero dell’ambiente hanno voluto per rispondere alle esigenze delle energie rinnovabili e sostenibili.
La conferenza stampa, non a caso, si è tenuta nella sede della Confindustria.
“Dispiace- ha detto in apertura il presidente di Confindustria Messina Alfredo Schipani- perché c’è una grande difficoltà per le imprese messinesi a rinnovarsi nel territorio. Anzi, vorrei dire di più, c’è una certa ostilità nel territorio nei confronti delle imprese, con il rischio che chi vuole operare qui se ne vada altrove. La comunità deve capire che l’approccio deve cambiare. Noi vogliamo regole da rispettare ma chiediamo rispetto, per poter lavorare con serenità”.
Subito dopo ha preso la parola Giovanni Grasso per illustrare nel dettaglio i termini del progetto dell’impianto a biomasse, per far comprendere che non è “quell’ecomostro” che si vuol fare immaginare, ma nasce da precise esigenze di nuove tecnologie ambientali, come lo stesso Ivo Blandina (vedi articolo allegato con i particolari del progetto e dell’impianto) sin da giugno ha voluto ribadire.
“L’idea che abbiamo avuto- ha detto Grasso- è rispettosa dell’ambiente. Il gruppo Comet opera da quasi 20 anni con un fatturato di 7 milioni di euro e con una serie di interventi nel settore dell’energia sostenibile e rinnovabile che non possono essere tacciati di forme di devastazione ambientale o peggio”.
Grasso ha sottolineato come l’impianto abbia dimensioni contenute, potenza inferiore al Megawatt e come, proprio per rispondere ai requisiti richiesti dal bando del Ministero dello Sviluppo economico, “si debba necessariamente realizzare su area agricola. L’impianto è alimentato da legname cippato e da ramaglie, che non possono essere bruciate senza controllo ed illegalmente per evitare rischi di incendi boschivi e di dispersione dei fumi. Tra l’altro esiste un preciso divieto da parte della Regione e sono stati gli stessi proprietari dei terreni a rivolgersi a noi. Quanto alle 17 tonnellate annue di legname da bruciare la cifra ci è stata data dall’Ispettorato regionale della forestale”.
Dopo aver vinto il bando del Ministero, è stato spiegato in conferenza stampa,
l’ amministratore della società, Ivo Blandina, ha inserito nella compagine sociale – così come richiesto dal bando e con quota complessiva dell’1% – alcuni proprietari di boschi, ed ha informato, nell’ottobre del 2013, il sindaco di Furnari circa l’investimento da realizzare e le sue ricadute sul territorio, ottenendone l’ assenso.
Lo scorso 23 aprile Comet Bio ha presentato al Comune il progetto con modalità PAS – Procedura Amministrativa Semplificata – corredata della richiesta di indizione di Conferenza dei Servizi. Nei giorni precedenti la presentazione della PAS, sia Blandina che Grasso hanno provato a rimettersi in contatto con il sindaco per preannunciare la formalizzazione di quanto già gli era stato presentato, senza ricevere risposte.
“Nel frattempo- ricordano i due rappresentanti della società- alcuni sedicenti esperti di impianti a biomasse hanno diffuso presso i cittadini di Furnari, esasperati da quanto è causato loro dalla vicina discarica di Mazzarrà S. Andrea, informazioni false e catastrofiche circa le ricadute sulla salute e sull’ambiente causate dalla presenza del nostro impianto, alimentando la rabbia della gente prontamente cavalcata da chi preferisce acquisire facile consenso piuttosto che cimentarsi nella fatica di lavorare per lo sviluppo del territorio”.
Nel corso della prima conferenza dei servizi, viene specificato, si sono registrati anche una serie di pareri positivi al progetto ed anche l’ARPA si è espressa in questa direzione circa la qualità e la quantità delle emissioni in atmosfera perché pienamente rispondenti agli standard di sicurezza imposti dalle leggi ambientali. Quanto agli ambientalisti, la Federazione dei Verdi, attraverso la responsabile provinciale Raffaella Spadaro ha sostenuto la fattibilità e sostenibilità del progetto, sottolineando invece le incoerenze di altre associazioni a tutela del territorio.
“Tra tutte le falsità diffuse- proseguono i vertici della Comet- la bugia più clamorosa è quella che asserisce che l'impianto, per essere profittevole, dovrebbe necessariamente bruciare rifiuti urbani; questa affermazione,ridicola ed impraticabile, oltreché totalmente falsa , è stata pronunciata da un docente di fisica della nostra Università, evidentemente più a suo agio tra atomi e particelle piuttosto che tra budget, conti economici e tecnologia di impianti”.
Blandina e Grasso hanno ribadito: il progetto va avanti. “Le misure di rimodulazione degli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che il Governo nazionale è prossimo ad emanare, comporteranno la modifica di alcune parti del progetto. Impiegheremo questo ulteriore tempo a nostra disposizione per valutare l’opportunità di realizzare l’impianto in un contesto diverso”.
In sintesi, la Comet, di fronte ad una levata di scudi contro un progetto finanziato dal ministero dell’economia nell’ambito delle energie alternative, pensato nel pieno rispetto della normativa e valutato insieme ai proprietari dei terreni, sta pensando si spostarlo altrove "Noi andiamo avanti, nonostante le falsità,le violenze e la demagogia". Nel corso dell’incontro con i giornalisti sono state illustrate le modalità di funzionamento dell’impianto nel pieno rispetto della normativa ambientale. Ma il particolare che fa comprendere come il progetto nasca per creare sviluppo ed energie alternative è legato al fatto che la Fondazione comunità di Gaetano Giunta entrerà a far parte della Comet Bio. La Fondazione, come è noto, punta al reinserimento ed all’integrazione di persone socialmente svantaggiate e partecipa a progetti di livello europeo.
“Abbiamo già lavorato con Giunta- spiegano- ed anche per il progetto di Furnari era nostra intenzione rivolgerci a cooperative che ad esempio per il trasporto, utilizzavano personale che rientra tra i soggetti svantaggiati”.
Rosaria Brancato