A 45 giorni dalle elezioni il cerchio sulla Giunta non è stato ancora chiuso. Per la presidenza all'Ars si punta su Galvagno (Fdi). Sulla Sanità, lontana l'intesa Schifani-Micciché
PALERMO – Siamo all’antivigilia dell’insediamento del Parlamento regionale ed a 45 giorni dalle elezioni del 25 settembre ed ancora il quadro del nuovo Governo siciliano non è ancora definito. La prima seduta dell’Ars è in programma giovedì e c’è chi ipotizza la nomina degli assessori a ridosso della riunione. Ma ad avviso di altri la formazione dell’esecutivo e il giuramento dei 12 assessori potrebbe slittare a sabato o, addirittura, alla prossima settimana. L’operazione è stata rallentata prima dal pasticcio legato a scrutinio e riconteggi dei voti e poi dallo scontro interno a Forza italia sull’assessore alla Sanità, che ha visto protagonisti il neo presidente Renato Schifani e il leader azzurro in Sicilia, Gianfranco Micciché. I due si sono visti domenica. L’incontro doveva rimanere “segreto”. A portarlo alla ribalta, ci ha pensato un articolo del quotidiano La Sicilia a firma di Mario Barresi. Secondo le dichiarazioni dell’ex presidente dell’Ars, con Schifani non sarebbe stata raggiunta alcuna intesa sulla Sanità “e se c’è un nome – chiosa Micciché – non è condiviso in quanto già scelto e imposto”. L’identikit porta ad una burocrate palermitana. Questa la sintesi.
Micciché, tra lo scranno all’Ars e quello a Palazzo Madama…
Sull’ipotesi di lasciare lo scranno all’Ars per palazzo Madama, Micciché dice di non aver voglia di andare a Roma, nonostante lusinganti proposte, quale quella fatta da Berlusconi sulla presidenza della Commissione Ambiente al Senato. “A Roma ho rifiutato di tutto”, sono le parole di Micciché, che evita di sbilanciarsi sul quadro a tinte fosche che balza agli occhi alla Regione. Dice di avere le idee chiare sul futuro del Governo regionale e dell’Ars, ma le considerazioni, al momento, le tiene per sé.
A Fdi 4 assessori e presidenza Ars
Per quanto concerne la composizione della Giunta, quattro assessorati dovrebbero andare a Fdi. Al partito di Giorgia Meloni dovrebbe andare anche la presidenza dell’Assemblea. La maggioranza punta su Gaetano Galvagno. Assodato sembra lingresso in Giunta di Alessandro Aricò e Giusi Savarino in quota Musumeci. Alla messinese Elvira Amata (Fdi) potrebbero andare i Beni culturali. Non si esclude l’ipotesi dell’ingresso in Giunta di Ruggero Razza (non alla Sanità). L’ex presidente della Regione Totò Cuffaro avrà nell’esecutivo due rappresentanti: il palermitano Nuccio Albano e il catanese Andrea Messina. L’altro ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, si dovrà accontentare, invece, di un solo rappresentante. Che dovrebbe essere Roberto Di Mauro. Le ipotesi, ovviamente, dovranno essere confermate dai fatti. E il “gioco” dell’inserimento di tutti i puzzle del complesso mosaico, potrebbe fare cambiare ancora diverse cose.
Giovedì l’insediamento
L’unica certezza, al momento, è la seduta d’insediamento, giovedì alle 11, del Parlamento regionale. I 70 deputati sono chiamati ad eleggere il presidente dell’Ars. Alla prima votazione saranno necessari i 2/3 dei voti (46). In caso di fumata nera, alla seconda votazione il quorum si abbassa a 36. Se anche la seconda votazione non dovesse andare a buon fine, dalla terza (il giorno successivo) basterà la maggioranza assoluta dei votanti. La seduta sarà presieduta dal consigliere anziano Giuseppe Laccoto.
ma di cosa parliamo, dopo 45 giorni dalle elezioni regionali? il Governo nazionale era in carica dopo 4 giorni dal mandato. Questa disgrazia per i siciliani chiamata (finta) autonomia ha creato un centro di potere e nobiltà non inutile, ma dannoso, che ci stacca e rallenta dal paese: palla al piede dei siciliani