Nella bozza di decreto la sospensione fino al 31 dicembre 2012 del pagamento di tributi, contributi e premi assicurativi rigurarderebbe solo i territori alluvionati del Nord. Il deputato del Pdl: «Doverosa una modifica»
Lo stato d’emergenza c’è, è stato dichiarato quasi con immediatezza, a pochi giorni dall’ennesima tragedia. Ma lì ci si è fermati. Ad oltre un mese dalla nuova alluvione del messinese, che ha fatto quattro vittime a Saponara e danni incalcolabili nella fascia tirrenica della provincia, «il territorio attende ancora quegli indifferibili provvedimenti contenenti misure concrete, indispensabili a fronteggiare l’emergenza ed a rimettere in piedi ciò che l’acqua ed il fango hanno tristemente spazzato via». Questo “l’incipit” della lettera che il deputato nazionale del Pdl Enzo Garofalo ha inviato ieri al presidente del Consiglio Mario Monti. Ma la vera “stortura” è un’altra: nella bozza del decreto legge cosiddetto “Milleproroghe”, varato ieri mattina dal Consiglio dei Ministri, c’è una norma che dispone la sospensione fino al 31 dicembre del prossimo anno 2012 del pagamento dei tributi, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria nei riguardi di soggetti residenti nei territori colpiti dalle tremende alluvioni registrate in questi mesi.
Il problema, sottolinea Garofalo, è che «risulterebbe che la disposizione sia prevista unicamente per la Regione Liguria». Si tratterebbe dell’ennesimo schiaffo, dell’ennesima discriminazione. Garofalo chiede a Monti «di considerare, nelle more dell’adozione dell’ordinanza di protezione civile (che ancora non c’è, ndr) la proposta di apportare una doverosa modifica al testo volta ad estendere la portata della disposizione anche alle comunità delle altre Regioni, come la Sicilia e non solo, colpite dall’emergenza alluvioni. Tale richiesta si fonda su indiscutibili ragioni di equità sociale, concetto sul quale lodevolmente ha ribadito più volte di voler orientare la sua azione di Governo», ricorda il parlamentare a Monti. Serve una sterzata e serve, dopo più di un mese, l’ordinanza di protezione civile, «che dovrà prevedere lo stanziamento di risorse il più possibile proporzionato agli ingenti danni registrati al fine di rimettere il sicurezza il territorio, ordinanza che mi auguro possa essere emanata a breve poichè ulteriori ritardi sarebbero intollerabili per le popolazioni colpite dal disastro e potrebbero determinare danni irreversibili alle attività produttive già gravemente colpite dalla crisi generale».