Il parlamentare del Pdl chiede di sospendere l’emanazione di eventuali decreti di delimitazione delle aree (che ad oggi andrebbero in gran parte all’Ente Porto)
E’ la fase delle lettere istituzionali. Dopo quella di Buzzanca al numero uno della Stretto di Messina Ciucci sulle opere connesse al Ponte, arriva quella di Enzo Garofalo, deputato del Pdl ed ex presidente dell’Autorità portuale, al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli. Argomento, manco a dirlo, l’annosa diatriba Autorità portuale – Ente Porto. Nella lettera Garofalo sottolinea «la necessità di sospendere l’emanazione di eventuali decreti di ridelimitazione della circoscrizione dell’Autorità portuale di Messina senza aver approfondito alcune questioni di carattere giuridico ben evidenziate anche attraverso note dell’Avvocatura dello Stato di Messina, l’Agenzia del Demanio regionale e l’Avvocatura generale». Il timore è che, alla luce degli ultimi pronunciamenti del Cga, il ministero proceda, come annunciato, alla ridelimitazione delle aree, consegnando in sostanza gran parte della zona falcata all’Ente Porto, fatta eccezione per i punti d’approdo portuali che rimarrebbero all’Authority. «Alle considerazioni di carattere giuridico – evidenzia a margine Garofalo – se ne aggiungono altre non inserite nella lettera ma già ribadite in passato e che sono sempre attuali con l’aggravante che si è perso tempo e si rischia di perdere ancora tanto se non si agisce con la necessaria determinazione».
Garofalo poi si rivolge ai propri “colleghi” di partito, Buzzanca e Ricevuto: «Il Comune e la Provincia di Messina – sottolinea – attuino quanto dichiarato. Recedano dalla partecipazione di soci fondatori dell’Ente autonomo portuale e così si affronterà la questione sul mantenimento di un ente che non ha mai realizzato lo scopo per il quale è stato istituito. Una cosa è certa, la zona falcata dev’essere restituita ai messinesi ed utilizzata per creare sviluppo ed occupazione. Le recenti turbolenze sul cantiere navale Palumbo e sull’incertezza della gestione delle aree potrebbero scoraggiare investimenti e favorire le occupazioni abusive che sono state efficacemente contrastate dal Comune, dalla Capitaneria di porto e dall’Autorità portuale. Chi rivendica la gestione di queste aree ha lasciato che se ne facessero usi non sempre legittimi come dimostrato dalle azioni messe in campo dalla magistratura e questo i messinesi non lo hanno dimenticato e certamente non saranno più consentite grazie all’attenzione di tutte le istituzioni».