Il gup Vermiglio ha rinviato a giudizio una donna di 77 anni che avrebbe spillato quasi 200.000 euro ad un 95enne. Secondo l'accusa lo avrebbe indotto a modificare la residenza, ad inserirla nel suo stato di famiglia e a revocare la procura al nipote che ha poi fatto scattare la denuncia. La donna ha denunciato per calunnia i suoi accusatori.
Il Gup Maria Vermiglio ha rinviato a giudizio la 77enne Maria Aronica accusata di aver approfittato dello stato di infermità e deficienza psichica di un uomo che aveva 19 anni più di lei e che nel frattempo è deceduto. La donna, con una serie di azioni, lo avrebbe costretto ad inserirla nel proprio stato di famiglia ed a cederle cospicue somme di denaro. A denunciarla il nipote ed erede universale di F.B. Il sostituto procuratore Federica Rende aprì un fascicolo che ora è culminato con il rinvio a giudizio. La Aronica dovrà comparire il 5 dicembre 2013 davanti ai giudici della prima sezione monocratica. Secondo l’accusa la donna nel 2007 si fece riconoscere dall’anziano, all’epoca 92enne, sua convivente e ad inserirla nello stato di famiglia, lo indusse a presentare il cambio di residenza presso la sua abitazione, a revocare la procura generale al nipote ed a stipularne un’altra a favore dell’avvocato della Aronica. Fra il 2007 ed il 2008 si fece consegnare dall’anziano due assegni di 20.000 e 150.000 euro e somme di denaro ed assegni per 45.000 euro che la donna spese per l’acquisto di abiti e beni voluttuari. Nel frattempo però era scattata la denuncia del nipote della vittima che, prima di morire, fu sentita dal gip in
incidente probatorio, raccontando tutta la storia. Contemporaneamente però l’imputata aveva denunziato di calunnia i suoi accusatori (cioè i nipoti dell’anziano). Il Pm
Rende ha chiesto l’archiviazione avverso la quale la Aronica ha
proposto opposizione.
Nei prossimi giorni la questione sarà trattata dal gip De Marco.