"Eroi" antiCoronavirus o precari da 'liquidare'? La battaglia dell'Usb approda al Gom

“Eroi” antiCoronavirus o precari da ‘liquidare’? La battaglia dell’Usb approda al Gom

Mario Meliado

“Eroi” antiCoronavirus o precari da ‘liquidare’? La battaglia dell’Usb approda al Gom

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lunedì 06 Febbraio 2023 - 11:51

Al centro del presidio promosso per giovedì prossimo gli operatori sanitari assunti con contratti atipici durante la pandemia: rischiano di restare al palo

REGGIO CALABRIA – Presidio e poi conferenza stampa dell’Usb a Palazzo Gangeri – sede degli uffici amministrativi del Gom, il Grande ospedale metropolitano – da parte dell’Usb (l’Unione sindacale di base). Il presidio avrà luogo fin dalle 9 di giovedì 9 febbraio, scopo: «Denunciare la grave situazione di precarietà nella quale è costretto a lavorare il personale sanitario assunto con forme contrattuali atipiche durante l’emergenza pandemica».

«Per loro, né malattia né ferie pagate»

Osservano dall’Usb che «è dalla prima ondata pandemica, oramai più di 2 anni fa, che la maggior parte dei lavoratori che hanno risposto alla chiamata dell’Azienda ospedaliera, mettendo a repentaglio la propria salute e quella dei propri familiari, si trova costretta a lavorare con forme contrattuali come la partita Iva. Nonostante siano inquadrati nei turni di lavoro e trattati in tutto e per tutto come subordinati, questi lavoratori non vedono così garantite le più basilari tutele, come malattia e ferie pagate, indennità turnistiche, avanzamenti salariali o il riconoscimento dell’infortunio lavorativo».

Per non parlare della precarietà, purtroppo irrobustita da contratti prorogati “di volta in volta” per un semestre al massimo.

Lamentato il mancato dialogo coi vertici aziendali

E mentre i rappresentanti dei lavoratori rifiutano anche la sola idea che quelli pochi mesi fa celebrati come “eroi” ora vengano ridotti di numero o addirittura congedati, il commissario Gianluigi Scaffidi e i direttori del Gom, denunciano i sindacalisti Usb, «rifiutano qualsiasi forma di dialogo con i lavoratori, senza fornire agli stessi nessuna certezza sul proprio futuro».
Di qui la protesta di giovedì.

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