Confronto con il Cda dell'ente universitario regionale. Ecco i dati, con una prevalenza di studenti che provengono dall'estero
MESSINA – A tu per tu con il Consiglio d’amministrazione dell’Ersu di Messina, Ente regionale per il diritto allo studio universitario. Un confronto con il presidente Andrea Carmelo D’Aliberti, il componente del Cda per UniMe, l’ordinario Giuseppe Bottaro, e la direttrice Antonella Costantino. A completare il Consiglio d’amministrazione sono i rappresentanti degli studenti Alberto Armone, Dario Nostro e Andrea Sciarrone. Siamo negli uffici in via Ghibellina alle spalle della Casa dello studente, chiusa dopo il terremoto dell’Aquila perché non ha retto alle prove antismiche.
Sussidi straordinari dell’Ersu per gli studenti
Racconta il presidente D’Aliberti, funzionario della Regione: “A fine novembre si è riunita la commissione Sussidi straordinari, presieduta dal consigliere Andrea Sciarrone. Abbiamo ricevuto più di 100 richieste e abbiamo deliberato i sussidi agli aventi diritto”.
Spiega a sua volta la direttrice Costantino: “È una provvidenza in denaro da erogare in alternativa alla borsa di studio. Ed è necessario che chi studia abbia subito un evento negativo, come un lutto o qualcosa che comunque incide sul percorso universitario. Ad esempio, una malattia invalidante. E può essere pure la provenienza da Paesi in guerra uno dei motivi del sussidio. La commissione, nel caso specifico, ha tenuto in grande considerazione quest’aspetto. Molti studenti hanno avuto grosse difficoltà e venivano da teatri di guerra. Nella stragrande maggioranza dei casi, sono studenti che non riescono a presentare domanda di borsa di studio per una questione di tempi burocratici”.
I tempi del visto per gli studenti stranieri non coincidono con quelli della borsa di studio
Aggiunge la direttrice dell’Ersu: “Non hanno la possibilità di presentare il visto e la documentazione in tempo, indispensabile per formalizzare l’iscrizione all’Università, e restano tagliati fuori dalla borsa di studio. Il sussidio non è paragonabile in denaro alla borsa di studio. Oscilla dai 600 ai millecinquecento euro (in quest’ultima commissione sono stati erogati da 900 a 1500 per quasi 100 studenti, con poche esclusioni, n.d.r.) in ragione dell’Isee e si può ottenere una volta in tutto il percorso universitario”. E mette in evidenza il professore Bottaro: “Questo sussidio è in alternativa alle borse di studio. Ogni anno viene fatto un bando ma gli studenti stranieri devono attendere il visto, per iscriversi, e quindi spesso non sono in condizione di presentare domanda per il bando. L’Ersu, però, è molto flessibile e tutti gli anni amplia i termini per molti mesi dato che, per chi proviene dall’estero e si iscrive per la prima volta a UniMe, esiste questo problema. A volte si possono iscrivere a dicembre o gennaio”.
Cinquemila borse di studio sono state erogate
“Noi abbiamo tempi completamente diversi”, precisa la direttrice, che aggiunge: “Non possiamo non espletare il bando ma accettiamo le iscrizioni tardive, ponendole in calce alla graduatoria, con riserva fino a quando non porteranno la documentazione necessaria. Lo scorso anno abbiamo erogato circa cinquemila borse di studio, con la copertura del cento per cento. Le domande iniziali erano 7750. I primi anni si partecipa solo con il requisito di reddito. Negli anni successivi, accanto al requisito di reddito, si deve accompagnare quello del merito. Ovvero il raggiungimento di un numero di Cfu (Credito formativo universitario) che varia di anno in anno, sulla base dell’indicazione ministeriale”.
“Pagato ogni anno il 100 per cento delle borse di studio”
E rileva Bottaro: “C’è un controllo dei requisiti. Abbiamo siglato una convenzione con la Guardia di finanza. Il limite, in relazione all’Isee, è di 22mila e 500 euro, tetto massimo. E, sia chiaro, completiamo l’iter nell’estate. Lo preciso perché in alcune occasioni sono stati forniti alla stampa dati parziali (il docente si riferisce a un recente flash mob organizzato dall’Udu e dal Sunia, n.d.r.)”. Da parte sua, il presidente D’Aliberti mette in evidenza: “Quando gli studenti vengono pagati, dato che una percentuale molto alta è di stranieri, se poi non raggiungono i crediti è un problema, dato che vanno via. Il primo anno quindi procediamo con più prudenza anche nell’erogare”. E spiega la direttrice: “Il ministero ci chiede d’elargire il primo venti per cento, nei primi anni, entro il 10 novembre, ovvero quando non abbiamo disponibili tutte le risorse. Noi ci avvaliamo di fondi ministeriali, del Pnrr, della tassa per il diritto allo studio univesitario e dei fondi comunitari del Po Fesr, erogati dalla Regione siciliana. Questo ci ha consentito di pagare ogni anno, dal 2012, il cento per cento delle borse. Il 2023-24 è stato tutto pagato. Il 2024-25 si completerà nel dicembre 2025 perché alcuni requisiti li dobbiamo verificare al 30 novembre. Ad esempio i 40 Cfu”.
Il taglio internazionale è una specificità messinese con un boom di studenti dall’estero
Le borse di studio variano: la massima si aggira intorno ai settemila e 500 euro. Uno studente che ha un reddito zero può ottenere il pasto gratuito e il posto alloggio. Nel caso del pasto gratuito, viene detratto dalla borsa il valore di mille e duecento euro. “Soprattutto gli studenti stranieri utilizzano per dieci mesi la mensa a pranzo e cena, che ha costi ben maggiori dei 1200 euro”, precisa la direttrice.
Una mensa internazionale
Ma quanti sono gli studenti che provengono dall’estero e che usufruiscono della borsa di studio? Risponde la dottoressa Costantino: “Con riferimento al primo anno, su 4528 domande, abbiamo 2588 studenti che provengono dall’estero e che hanno presentato la richiesta”. E saranno circa diecimila studenti stranieri, tra triennale e specialistica, che usufruiscono delle borse di studio. La mensa, in via Ghibellina, è decisamente internazionale come popolazione studentesca.
Anche l’essere pendolari è tra i requisiti. Specifica la direttrice: “Se riusciamo ad alloggiarli, decurtiamo 1600 euro. E ora si è deciso di dare un contributo di 1700 euro per dieci mesi, da quest’anno 170 euro al mese, che elargiamo per l’affitto libero. Si perde il diritto a usufruire del budget per l’affitto se si rifiuta il posto in residenza. Si è deciso così perché fino al 2010 le residenze rimanevano in parte vuote e venivano erogati milioni di euro di contributo affitto. Poi si è stabilito che, se abbiamo esaurito i posti, si dà il contributo. Laddove fosse una scelta, rifiutando il posto, lo studente perderà il contributo di 1700 euro”.
“Il prossimo anno innalzeremo il tetto dell’Isee per usufruire della borsa”
Come tiene a precisare il professore Bottaro, “la partecipazione degli studenti stranieri è notevole. Sono numeri eccezionali per un’università del sud. E, considerando anche gli anni successivi, non c’è paragone rispetto a Palermo e Catania. Si tratta di un taglio internazionale che hanno voluto dare gli ultimi tre rettori. In generale, gli studenti stranieri sono decisamente di più ma molti non hanno i requisiti Isee per avvalersi della borsa di studio”.
Si tratta di una specificità dell’università di Messina. “E grazie a una variazione di bilancio siamo riusciti a pagare il cento per cento (erano rimasti fuori 150 studenti, n.d.r.). Cosa unica in Sicilia”, mette in risalto il presidente. Poco meno di venti milioni di euro, in totale. E annuncia D’Aliberti: “Il prossimo anno innalzeremo il tetto dell’Isee. Il limite massimo nazionale è di 27mila. Noi puntiamo a passare da 22mila e 500 a 24 o 24mila e 500 come tetto massimo del reddito per usufruire della borsa di studio. Cercheremo di fare più che possiamo per aumentarlo e venire incontro alle esigenze degli studenti”.
“Più di ottomila richieste di borse di studio quest’anno”
“Quest’anno ci sono state più di ottomila richieste, circa 8.600, ma non tutti hanno i requisiti. E tanti sono in attesa del visto da parte del consolato, per poi ottenere il permesso di soggiorno. Di certo, non possiamo procedere se mancano i requisiti e dobbiamo attendere. E ci sono anche quelli che non prendono i Cfu. Riguardo alla manifestazione di ottobre dell’Udu, quando si sostiene che bisogna dare i soldi subito, si afferma qualcosa che non è possibile. La Guardia di finanza deve controllare e gli uffici devono fare la verifica dei requisiti. Ci siamo posti la domanda: paghiamo chi ha zero Cfu a giugno? Come fanno a ottenerne 40 entro novembre?”, ricorda Bottaro. “In questo caso, liberandosi le somme, facciamo scorrere la graduatoria e paghiamo gli aventi diritto. E così abbiamo fatto”, aggiunge il presidente.
I 376 alloggi Ersu e i 300mila pasti in un anno
Gli alloggi Ersu sono a Gravitelli, Papardo e Annunziata. A questi si aggiungono, come UniMe, il Residence Liberty e dopo la primavera del 2025 l’ex hotel Riviera. Un centinaio di posti letto in più arriveranno, insomma. Gli attuali posti letto dell’Ersu risultano 376. Per le mense, l’appalto iniziale era di 135mila pasti e sono stati superati i 270mila l’anno. “Chiuderemo sopra i 300mila”, prevede la direttrice.
La mensa dell’Ersu, in via Ghibellina, è aperta a tutti, non solo agli universitari, con costi contenuti. Gli studenti che hanno diritto non pagano.
Più di settimila domande valide per la borsa di studio 2024-25
Le domande per i posti letto sono state oltre quattromila, 4020, per l’anno accademico 2024-25. Sono risultati idonei 540. Cinquemila borse erogate per il 2023-24 e per il 24-25 circa ottomila e 700 domande, ricapitolando i dati. E risultano valide settimila e ottocento domande, 4mila e 500 di primo anno (sia triennio, sia specialistica) e circa tremila negli anni successivi. Nei primi anni, su più di 4000 domande, circa il 60 per cento sono presentate da persone che provengono dall’estero.
Un fenomeno, quello dell’internazionalizzazione, sempre più importante per l’università di Messina.