Notevolissime le temperature registrate lungo la parte sommitale del pirocumulo
Non venendo più alimentato da una fonte di calore (in questo caso il calore sprigionato dai gas di una intensa eruzione vulcanica), il “pirocumulo” è ora sulla via di dissoluzione. I resti della nube vulcanica in quota sono spinti dagli intensi venti in quota in direzione dell’Aspromonte e del reggino. Dalle analisi satellitari è stato possibile esaminare le dimensioni spaziali raggiunte dalla nuvola vulcanica che ha raggiunto il messinese.
Lungo la parte sommitale della nube il satellite eumesat ha registrato dei valori termici di ben -56°C -57°C. Se confrontiamo i dati di queste temperature, estremamente fredde, con i dati dell’ultimo radisondaggio atmosferico emesso dalla base dell’Aeronautica Militare di Trapani Birgi (l’unica in Sicilia a realizzare questo tipo di operazioni), notiamo subito che simili temperature la scorsa notte sono state misurate dalla sonda meteorologica a circa 10.129 metri di altezza.
In sostanza ciò vuol dire che il “pirocumulo” che questa mattina ha interessato il messinese ha raggiunto una altezza di oltre 10 km, arrivando a lambire la tropopausa (la linea di confine fra troposfera e stratosfera) che stanotte, sopra l’area di Trapani, era stimata attorno i 11.840 metri (con valori sui -60°C). Nel corso della mattinata, durante le fasi più intense dell’eruzione, si sono verificate pure leggere cadute di cenere (senza lapilli) in diversi comuni del messinese ionico.