Letterio Ventura si è presentato al Papardo per i dolori ma è stato rimandato a casa. Aveva solo 53 anni
MESSINA – I familiari non si arrendono: il caso di Letterio Ventura, morto nel letto di casa il 2 agosto 2021 in casa, dopo essere stato dimesso dal Papardo, non è definitivamente chiuso. Non ancora, almeno. Accogliendo la richiesta della famiglia, assistita dall’avvocato Giovanni Caroè, il giudice Concetta Maccarone ha convocato loro e i tre medici indagati in Tribunale all’udienza del prossimo 22 settembre.
Quel giorno prenderanno la parola il legale insieme ai colleghi Rina Frisenda, Nicoletta Milicia e Alberto Santoro, difensori degli indagati, poi il giudice deciderà se accogliere il reclamo del legale dei familiari o confermare l’archiviazione, già disposta dal giudice per le indagini preliminari.
Il 53enne si era presentato al Papardo con febbre e difficoltà respiratorie, ma al Pronto soccorso hanno escluso il ricovero. I sanitari lo avevano visitato, diagnosticato un addensamento polmonare, escluso il covid 19 e dimesso.
Per la Procura non ci sono elementi per sostenere l’accusa di omicidio colposo in giudizio, a carico dei tre camici bianchi. Per questo l’indagine è stata archiviata. Per la famiglia, invece, il loro caro poteva essere salvato
Come si può archiviare il caso se dopo che si è sentito male è morto????? Giustamente ,si può pensare che si poteva salvare se fosse stato ricoverato, perché non si può morire per un addensamento polmonare ritenuto curabile a casa ……qualcosa di più grave lo ha portato a morire e non si può non approfondire la causa che ha portato al suo decesso.