De Domenico:sarò il deputato della Città Metropolitana.Sogno un Pd inclusivo

De Domenico:sarò il deputato della Città Metropolitana.Sogno un Pd inclusivo

Rosaria Brancato

De Domenico:sarò il deputato della Città Metropolitana.Sogno un Pd inclusivo

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sabato 18 Novembre 2017 - 06:30

"Ho fatto una campagna elettorale senza promesse, senza soldi, con l'entusiasmo ed un programma di 5 punti. Immagino il Pd come un cantiere aperto dove si può costruire un palazzo", così Franco De Domenico neo eletto all'Ars

Ho ascoltato, ho ascoltato molto. Ho girato tutta la provincia per ascoltare le persone. E ho riscontrato un senso di abbandono. La gente si sente abbandonata dalle istituzioni e dai politici, una disaffezione che nasce anche a causa del sistema elettorale. L’eletto nelle liste blindate non avverte più alcun legame con il suo elettorato perché la sua elezione dipende soprattutto dalla sua accondiscendenza al capo. Invece più giravo più mi rendevo conto di quanta voglia di essere ascoltati c’è. Siamo partiti lentamente, poi l’entusiasmo è diventato contagioso”.

La campagna elettorale di Franco De Domenico, tra gli esordienti dell’Ars eletto nel Pd con 11.224 voti, è stata come un diesel, partita ad una piccola velocità ha poi messo il turbo ed ha superato, quasi doppiandolo, l’uscente Pippo Laccoto, che puntava al quinto mandato.

Il primo pensiero di De Domenico nell’istante della consapevolezza d’aver vinto, è andato alla famiglia, alla moglie Cettina ed ai 4 figli, Giovanni, Davide, Francesca, Marco, che dopo un inizio timoroso sono diventati i suoi più grandi sostenitori.

In questa campagna elettorale ho riscritto la mia vita, la mia storia. Non mi piace quando viene accostata la mia elezione esclusivamente al mio ruolo nell’Università. Certo, è quello il nocciolo duro dell’elettorato, ma io non sono solo il direttore generale dell’Ateneo. In questi mesi mi hanno avvicinato decine e decine di persone che ho conosciuto nel corso della mia carriera lavorativa e della mia formazione. Molti mi dicevano, non voto da anni ma per te torno alle urne. Ho fatto una campagna elettorale senza promesse, senza molte risorse e senza portatori di voti, i cosiddetti capi elettori. I miei figli all’inizio non volevano assolutamente, sanno che io qualsiasi cosa faccio impegno tutto me stesso e quindi sarò meno presente. Poi anche loro sono stati presi dall’entusiasmo, li ho avuti al mio fianco ogni giorno, ho incontrato tutti i loro amici e compagni di studio. La cosa più bella di questa campagna elettorale è stato scoprire che chi mi votava s’impegnava a portare il mio nome per farlo votare come se fosse stato lui o lei candidato in prima persona”.

E’ stato l’unico candidato all’Ars che ha stilato un programma, scegliendo meticolosamente anche l’ordine delle tematiche, che saranno adesso i suoi cavalli di battaglia. Priorità alla sanità, poi il territorio, quindi formazione e cultura, servizi alle famiglie ed infine politiche giovanili.

Io voglio essere il deputato della Città Metropolitana di Messina, è questo il senso che voglio dare alla mia elezione e questo sarà il mio impegno. E’ fondamentale il senso profondo della rappresentanza di un intero territorio”.

Lascerà la carica di direttore generale, sta valutando se dimettersi o scegliere l’aspettativa, anche se secondo alcuni pareri legali non dovrebbero esserci gli estremi d’incompatibilità. Lo fa per coerenza e per dedicarsi interamente a questa nuova fase della sua vita.

Ci sarà da lavorare sodo non solo all’Ars ma anche nel Pd, perché le Regionali hanno rappresentato il primo vero start del partito dopo 4 anni trascorsi tra immobilismo e commissariamento. Un Pd de-genovesizzato che a Messina ha comunque retto l’onda d’urto delle urne soprattutto grazie all’ingresso di nuove energie tra le quali la cosiddetta corrente accademica.

Io immagino il Pd come un cantiere aperto dove si può costruire un grande palazzo. C’è la necessità di lasciarsi alle spalle soprattutto la mentalità di chi pensava a coltivare solo il proprio orticello. Bisogna ragionare da partito, rispettando le regole ed in modo da essere compatti ed inclusivi. Dobbiamo essere aperti alle nuove forze, soprattutto in vista delle prossime competizioni elettorali”.

Dopo il 6 novembre gli osservatori politici sembrano guardare alla sola sfida tra centro-destra e M5S, considerando il centro-sinistra come il terzo incomodo, destinato a restare terzo ed in un angolo, ma De Domenico non la pensa affatto così, soprattutto per il dopo Accorinti.

La mia elezione ha dimostrato che Messina se c’è una candidatura credibile e competente la vota indipendentemente dal partito. Se il centro-sinistra saprà scegliere una figura di questo genere, sia per le Politiche che per le amministrative allora cambia tutto, si diventa inclusivi, si fanno scelte di livello”.

Il neo deputato, che già in campagna elettorale ha “sperimentato” quel ritorno alle urne di chi prima non votava, sa, come del resto l’intera classe politica, che la vera scommessa si gioca su quel 52% di astensionisti “è inaccettabile una percentuale simile, deve far riflettere tutti”.

Di questa campagna elettorale ricorderà soprattutto l’entusiasmo, la voglia di partecipare “a Tortorici sono andato 3 volte, perché dopo la prima volta, mi hanno chiesto di tornare per parlare, per ascoltarli, lo stesso è stato a Capizzi”, quel che non vuole ricordare sono state “le cattiverie di alcuni miei competitor, non me l’aspettavo. Ho fatto la mia campagna elettorale senza abusare del mio ruolo, perché ripeto, io sono altro. Ho la mia storia, la mia carriera professionale”.

Dall’11 dicembre sarà all’Ars, in una posizione di minoranza perché ha vinto Musumeci. Sa già che non sarà un percorso semplice ma un vero e proprio campo di battaglia. Ma, esattamente come ha fatto in questi mesi, come un diesel, macinerà chilometri e chilometri per raggiungere gli obiettivi che si è prefisso.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. ED IO PENSAVO ORA DIRA’ UN PD ITALIANO E ACCANTO AGLI ITALIANI E NON AI CLANDESTINI PREGIUDICATI LADRI ASSASSINI VIOLENTATORI STUPRATORI LADRI CHE OCCUPANO CASE AGGREDISCONO LAVORATORI COME AD ES. FERROVIE NORD DELLA REGIONE LOMBARDIA ATM VECCHI CHE CAMMINANO E ALTRO. VERO?

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  2. Certo, a dire sciocchezze, siamo tutti bravi. de domenico, che, ben inteso, non mi dispiace come persona, potrebbe evitare di dire cose che non stanno ne in cielo ne in terra. Lui, è il direttore generale dell’università, è l’uomo di navarra e sa perfettamente dove e come ha preso i suoi voti. Lui, non aveva particolare bisogno di risorse economiche o capi elettori, aveva tutto in casa. Pensi a lavorare, ma eviti di far credere che la gente lo ha votato per la sua faccia. Lui, è stato votato perché, il ruolo che ricopre all’interno dell’Ateneo, il supporto del suo capo diretto e la “capacità” (?) di farsi votare non potevano portare ad un risultato diretto.

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  3. Ne più ne meno ciò che è accaduto a Luigi Genovese, che in più non ha neanche l’età ne l’esperienza per soffiarsi neanche il naso da solo.

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  4. Prima bisogna vedere come finirà il ricorso presentato dal candidato Laccoto, infatti De Domenico è stato candidato malgrado la legge regionale non permetta l’eleggibilità visto che l’Università di cui è direttore generale riceve contributi dalla Regione.

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