L'artista aderisce alla XIV Giornata del Contemporaneo con conseguente esposizione aperta al pubblico presso il proprio laboratorio
Domani è la XIV Giornata del Contemporaneo, evento di rilevanza nazionale, la cui copertina porta la firma di Marcello Maloberti. L’immagine raffigura un ragazzo africano con la testa e parte del volto coperti da un casco formato dall’unione di tantissime conchiglie.
“Naturalmente questa immagine suscita sensazioni contraddittorie” ci dice Francesca Borgia, “siamo subito colpiti dalla bellezza della natura, rappresentata dalle conchiglie, e dallo sguardo del ragazzo, ma c’è anche qualcosa che ci turba, ci dà la sensazione di soffocare. È proprio questo che dovrebbe fare l’arte: non dare un messaggio univoco e assoluto, ma portarci a riflettere”.
Francesca Borgia, attiva nello scenario artistico messinese a partire dai primi anni ottanta, all’inizio solo con opere pittoriche, in seguito accompagnate anche da produzioni di arte ceramica, aprirà al pubblico per la Giornata del Contemporaneo il proprio studio sito in via Logoteta, zona Boccetta, SABATO 13 OTTOBRE DALLE 9 ALLE 13.30 E DALLE 15 ALLE 20.30
“Sarà la mia terza adesione alla manifestazione, e le prime due sono state esperienze molto positive. Le persone hanno curiosità di avvicinarsi all’arte, anche al di fuori dai luoghi solitamente dedicati alle mostre. Personalmente, poi, traggo grande stimoli dall’ospitare il pubblico all’interno del mio laboratorio. Non sono molti i luoghi che lo Stato dedica agli artisti, e spesso le assegnazioni lasciano perplessi. Sia per questo, che per una questione di gusto, ho sempre amato esporre, per esempio, in luoghi dismessi, apparentemente inappropriati, ma che curandoli con impegnano si rivelano perfetti per ospitare un’esposizione”.
Visitando i luoghi in cui l’artista lavora, e osservando da vicino la sua produzione, non si può non notare quanto sia sensibile alla natura. “Il rapporto tra l’uomo e la natura ha senza dubbio influenzato tutto il mio percorso artistico. Soprattutto negli ultimi anni, inoltre, mi sono concentrata in modo particolare sul locale. “Globale” è un termine oggi abusato, come concetto trovo sia opportuno in certi casi, ma in altri è più che altro un sinonimo di totale uniformità. Io sono invece attratta dal fascino e dalle caratteristiche specifiche del nostro territorio, e in particolare dal mondo vegetale e sottomarino. Guardandomi attorno, e osservando questi due mondi, sono sempre convinta che noi esseri umani e tutto ciò che ci circonda siamo un sistema che cerco di riprodurre con le mie opere. Il loro significato, soprattutto di quelle ceramiche che io definisco appunto “cellule”, è richiamare l’importanza di essere gli uni il supporto degli altri. Naturalmente, la mia speranza è che tale sostegno reciproco non pervada solo il campo artistico, ma si sposti al settore sociale.”