La vittima era stata spinta a sottoscrivere un atto privato con cui dichiarava di volersi auto estromettersi dalla cooperativa di cui faceva parte con altre due donne, una delle quali moglie del secondo rinviato a giudizio Paolo Restivo. L’incubo cominciato a inizio 2011
A luglio del 2011 lo costrinsero a dimettersi dalla casa alloggio per anziani di cui era socio. In manette finirono Salvatore Sparacio, e Paolo Restivo e oggi il gup Antonino Genovese ha disposto per entrambi il rinvio a giudizio. Il 4 ottobre si dovranno presentare davanti alla Prima sezione penale del Tribunale e difendersi dall’accusa di estorsione. Dopo la denuncia presentata dalla stessa vittima, scattarono le indagini della Squadra Mobile. Nel 2011 nacquero dei contrasti tra i soci della casa alloggio per anziani di viale della Libertà. Quando la Regione si apprestava ad accreditare nelle casse della comunità alloggio, un finanziamento di mutuo da 120 euro a fondo perduto, i contrasti diventarono insanabili a tal punto che come raccontato dalla vittima, Restivo e Sparacio lo avrebbero costretto a firmare e sue dimissioni e rinunciare alle quota della casa di cura