Dopo l’intensa scossa dello scorso 26 dicembre sull’Etna il suolo continua a deformarsi. Difatti, all’indomani dell’intensa fase eruttiva che ha caratterizzato il periodo di Natale, buona parte delle strutture tettoniche (faglie) che caratterizzano il versante orientale (e non solo) del grande vulcano, sono state “perturbate” da iniezioni di magma provenienti dalle viscere della terra. Questo magma, entrando all’interno di alcune faglie, è riuscito a instabilizzarle dall’interno, portandole rapidamente al punto di rottura che è stato all’origine del sisma, di 4,8 Richter, dello scorso 26 dicembre.
Terremoto che danneggiò alcune abitazioni fra Zafferana e la frazione di Fleri. Alcune di queste faglie, attivate dalla scossa del 26 dicembre, stanno continuando a muoversi in superficie, tanto da produrre persino delle grosse fenditure, anche piuttosto ampie, come quelle che recentemente si sono aperte ad Aci Platani, una frazione di Acireale. Secondo gli esperti dell’INGV di Catania questi fenomeni sono assolutamente normali, poiché direttamente legati all'assestamento del suolo dopo il movimento della faglia che si è spostata di oltre 30 cm per le scosse molto superficiali che si sono verificate il 26 dicembre. Al contempo l’Etna rimane un osservato speciale.
Daniele Ingemi