La nube di anidride solforosa (SO2) emessa dal parossismo del 4 marzo 2021 si è spinta fino al territorio cinese
I resti della nube di cenere e gas sprigionata dal parossismo dello scorso 4 marzo 2021, una volta agganciati dalla “corrente a getto”, in questo caso dal “getto polare”, sono riusciti a sorvolare l’intera Asia centrale, raggiungendo le regioni più occidentali della Cina. E’ quanto si evince dalle analisi delle immagini del satellite Sentinel 5, dove si nota molto chiaramente la nube di anidride solforosa (SO2) emessa dal parossismo del 4 marzo 2021 raggiungere il territorio cinese, a circa 9/10 km di altezza. Guardando la stessa mappa, sulla sinistra, si può notare pure l’ultima nube di cenere prodotta dall’ultimo parossismo del 7 marzo.
Con molta probabilità, visto anche l’accendersi dei contrasti termici fra Asia meridionale (dove inizia a fare molto caldo) e Siberia (dove regna aria molto gelida a tutte le quote), il sensibile rafforzamento della “corrente a getto” (accoppiamento fra “getto polare” e “getto subtropicale” fra Cina e penisola di Corea) in area asiatica potrebbe contribuire a spingere i resti di questa nube attorno l’emisfero, fino al nord America e successivamente in Atlantico.
Nessuna stranezza pero. Bisogna ricordare che le nubi vulcaniche, in caso di eruzioni molto potenti riescono a raggiungere altitudini superiori agli 11-12 chilometri (il livello della tropopausa alle medie latitudini) e penetrano nella bassa stratosfera. I forti venti che soffiano nella parte superiore della troposfera e nella parte inferiore della stratosfera, con velocità fino a 250-300 km/h, aiutano a diffondere la copertura nuvolosa in orizzontale ed a trasportare le minuscole particelle di fumo per lunghe distanze. Se le quantità diventano notevoli e raggiungono la stratosfera la cenere può viaggiare intorno al globo per intere settimane.