Un cast stellare con Marcello Giordani, Othalie Graham, Francesco Landolfi, Clara Calanna, Christian Faravelli Sul podio Gianluca Martinenghi, costumi di Sonia Cammarata, coreografie di Sarah Lanza. Orchestra del Teatro Massimo Bellini, Coro Lirico Siciliano diretto da Francesco Costa.
L’amore struggente di una donna, la forza possente di un guerriero, la determinazione di un re, la disperazione di uno straziante amore non corrisposto. L’Aida firmata Enrico Castiglione ha debuttato ieri sera al Teatro Antico di Siracusa, inaugurando in grande stile il Festival Euro Mediterraneo.
Dinnanzi ad una platea attonita, sospesa nella magica atmosfera di uno dei teatri più belli al mondo, si è dispiegata, in un perfetto connubio di voci, musiche e coreografie, una delle opere più struggenti del grande Giuseppe Verdi.
Sotto la direzione di Giancluca Martineghi e la regia di Enrico Castiglione, quella storia d’amore tra la bella e prigioniera principessa etiope Aida (interpretata da Othalie Graham) ed il capitano delle guardie egizie Radamès (Marcello Giordani) si è fatta viva, intensa, reale. Attorno a questo amore impossibile e straziante, che non vede altra fine lieta se non la morte congiunta, hanno ruotato in un gioco sublime di coreografie (affidate a Sarah Lanza), costumi (di Sonia Cammarata) e musiche (Coro Lirico Siciliano e Orchestra del Teatro Massimo Vincenzo Bellini) le vicende intrigate dei personaggi verdiani, cristallizzate sullo sfondo della guerra tra Egitto ed Etiopia. Il pubblico ha così potuto assaporare la gelosia di Amneris (Clara Calanna), figlia del Re d’Egitto (Salvo di Salvo) e donna straziata dall’amore non corrisposto per Radamès. la forza di Amonasro (Francesco Landolfi), re di Etiopia e padre di Aida, l’arguzia di Ramfis (Christian Faravelli), capo dei sacerdoti egizi.
Quattro atti di gloriosa memoria che hanno condotto gli occhi entusiasti della platea a seguire con vivace suspense la storia della prigioniera che amò il guerriero avversario del suo popolo e che, per lui e con lui, decise infine di morire.
“O terra addio; addio, valle di pianti… sogno di gaudio che in dolor svanì… a noi si schiude il cielo e l’alme erranti… volano al raggio dell’eterno dì”.