I 10 siti dove fogne e depuratori non sono ancora adeguati e che entrano nella "blak list" dell'Europa costata una multa salatissima della Corte di Giustizia. Tra loro anche località turistiche e balneari.
Sono dieci le città messinesi che contribuiscono a fare della Sicilia la “maglia nera” multata dall’Ue per gli impianti di depurazione acque non in regola.
Tra loro, ci sono anche note località turistiche come Capo d’Orlando, Gioiosa Marea, Tono a Messina, Roccalumera. Nell’elenco anche Consortile Sant’Agata Militello, Consortile Torregrotta, Furnari, Pace del Mela, Patti e Rometta fra i 74 siti che non hanno ancora impianti di raccolta e trattamento delle acque reflue urbane adeguate, per i quali l’Italia è stata condannata dalla Corte europea di Giustizia a pagare una multa da 30 milioni e 112.500 euro per semestre più una multa forfettaria di 25 milioni di euro.
La stessa Corte Ue ammette che rispetto al luglio 2012, primo monitoraggio, la situazione è migliorata e gli impianti “fuorilegge” sono scesi da 109 a 78, ma il lavoro da fare è ancora moltissimo e i progetti accumulano ritardi su ritardi. Per non parlare dell’estremo ritardo rispetto alla scadenza del 31 dicembre 2000 entro cui la direttiva Ue avrebbe dovuto essere attuata.
Nel 2012 la sentenza per inadempimento aveva fissato all’11 febbraio 2016 il termine entro cui l’Italia avrebbe dovuto prendere tutte le misure necessarie. Oggi la sanzione.
Federconsumatori ha stimato che la multa peserà per 50-55 milioni di euro sui conti dei siciliani.