Cinema, musica e narrazioni negli ultimi tre giorni dell’Horcynus Festival

Cinema, musica e narrazioni negli ultimi tre giorni dell’Horcynus Festival

Redazione

Cinema, musica e narrazioni negli ultimi tre giorni dell’Horcynus Festival

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venerdì 31 Luglio 2015 - 11:28

Volge al termine la kermesse ospitata dal Parco Horcynus Orca di Capo Peloro. Attesa per il concerto del Persephon Trio di Luigi Cinque, Lucilla Galeazzi e Fausto Mesolella in programma domani alle ore 22.35

Cinema, narrazioni e incontri tra arti performative saranno i protagonisti della volata finale dell’Horcynus Festival al Parco Horcynus Orca di Capo Peloro. Dal 31 luglio al 2 agosto gli appuntamenti si spostano nel Giardino delle sabbie, il palcoscenico con vista sullo Stretto che affascina, da tredici edizioni, il pubblico.

Il 31 luglio si comincia alle 20 con “MigrAzioni tra terra e mare” e la presentazione performativa del romanzo “Ti ho vista che ridevi” del collettivo calabrese Lou Palanca (Rubbettino Editore). Pagine che ci portano ancora una volta dentro una storia di emigrazione, questa volta caratterizzata al femminile. Si parte dalla Calabria negli anni ’60 e si arriva alle Langhe e ai giorni nostri, tra militanti No Tav e profughi, mondine piemontesi e contadine calabresi, migranti siriani e giornalisti. Alle 21 spazio alla sezione cinematografica “Arcipelaghi della visione” con la proiezione di “Cinema Komunisto” di Mila Turajlic (Serbia, 2015, 101’). Ancora una storia d’amore, ma amore per il cinema, quello di Tito in Jugoslavia che, come Fidel Castro e molti altri dittatori, ha percepito pienamente la forza della Settima Arte, al punto da attrarre in Jugoslavia alcuni dei migliori cineasti dell’epoca. Per la seconda pellicola della giornata, alle 22.30 “Arance e Martello” (Italia, 2014, 101’), si torna in Italia, più precisamente nell’ambientazione romana, per assistere alla prima prova alla regia di Diego Bianchi, “Zoro” della trasmissione Gazebo di Rai3.

Il I agosto è interamente dedicato al binomio cinema e musica d’autore. Alle ore 21 si proietta “Il fascino indiscreto dell’amore” di S. Liberski (2014, 100’), ispirato al best seller “Né di Eva né di Adamo” di Amélie Nothomb che racconta col suo stile inconfondibile la storia autobiografica di una relazione vagamente amorosa tra una giovane nata in Giappone e cresciuta in Belgio e un giapponese, sullo sfondo dell’amore travolgente e passionale per il Paese del sol levante. Alle ore 22.35, l’attesissimo concerto “Transeuropae Hotel” del Persephon Trio, una della formazioni musicali più interessanti della scena musicale europea, composta da Luigi Cinque, polistrumentista, regista, musicista di frontiera, riconosciuto universalmente come inventore del “transgenico”, Lucilla Galeazzi, una delle voci regine del Mediterraneo, amatissima in Francia, e Fausto Mesolella, storico chitarrista degli Avion Travel, collaboratore di moltissime star del rock e del jazz, designato dalla critica tra i cinque migliori chitarristi progressive europei. “Tre solisti di lungo corso, dal curriculum eccezionale”, sottolinea il direttore artistico della sezione Musica Nomade, Giacomo Farina, “protagonisti di un viaggio nella memoria mediterranea antica e moderna, un dialogo di nuova musica che attinge all’esperienza dei protagonisti e al mito fondante del Mediterraneo e della Sicilia: il rapimento di Persefone. Proporranno una performance musicale su spezzoni del film “Transeuropae Hotel” di Luigi Cinque, un concerto che attraversa in modo disinvolto e consapevole la canzone popolare, il jazz e il rock, sfiorando talora territori di musica più propriamente contemporanea. E che dedica ampio spazio alla parola poetica e al racconto nel corso del concerto, con un repertorio che varia a seconda la condizione psico-ambientale e risponde alle emozioni suscitate nel pubblico”.

Infine, il 2 agosto si torna al cinema alle 21,00 con la proiezione del docufilm “A proposito di Franco” di Gaetano Di Lorenzo (Italia, 2014, 70’) e a seguire l’incontro con il regista e il produttore Francesco Torre che presenteranno al pubblico la storia di un amore che fece scalpore nell’Italia del boom degli anni ’60: quello tra il regista siciliano Franco Indovina e la principessa Soraya di Persia. Episodio che ci aiuta a riscoprire la figura di un grande artista siciliano scomparso troppo presto. Da un grande siciliano all’altro con “Le parole di Vincenzo”, letture drammatizzate da Vincenzo Consolo a cura di Massimo Barilla e Salvatore Arena, con incursioni musicali di Andrea Costa. Più che un intenso omaggio, sentito e doveroso, a Vincenzo Consolo, un amico e compagno di viaggio della Fondazione Horcynus Orca (componente anche del comitato scientifico), un’immersione e riemersione nel vortice musicale della scrittura di un grande autore contemporaneo. Sulla soglia di un mare così presente nel suo lavoro, nella sala a lui dedicata, un invito a farsi trasportare dal flusso della parola. Infine, ultimo appuntamento dell’Horcynus Festival 2015 con la proiezione del film “Tre cuori” di B. Jacquot (Francia – Germania – Belgio, 2014, 106’) Il protagonista è un uomo diviso tra due donne, due sorelle, quasi come nel film “Le due inglesi” di Truffaut. Il suo cuore batte, rallenta, soffre e si offre alle due donne, e la sofferenza non gli impedisce di amare. Tutto avviene per caso, in modo inatteso o inattendibile e a maggior ragione ancora più vero. Sembra un romanzo, invece è la vita.

Per tutta la durata del festival, il MACHO – Museo d’Arte Contemporanea Horcynus Orca resterà aperto al pubblico anche al di fuori dei giorni e degli orari di visita in vigore fino al 31 agosto (martedì – sabato, ore 16-20). Inoltre si potrà visitare nella Torre degli Inglesi la mostra-installazione del progetto scenografico “L'Arca di Prometeo” di Antonino Viola, vincitore dell’XI Premio Nazionale della Arti "Claudio Abbado" – sezione scenografia teatrale. Il riconoscimento è assegnato ogni anno dal Ministero per l'Università e la Ricerca per valorizzare le eccellenze dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica e rendere omaggio così alla figura del grande maestro da cui prende il nome. Il progetto esposto ripropone la complessa macchina teatrale realizzata per il “Prometeo” di Luigi Nono. “Come una fatiscente e decaduta fabbrica barocca, l'Arca si accascia sulle proprie rovine sotto forma di un relitto eterno e incastrato perennemente sulla secolare mole del Forte degli Inglesi di Torre Faro a Messina. La macchina scenica di Prometeo”, spiega Viola, seguito dal docente di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Catania Aldo Zucco, “si è compiuta dal momento in cui è diventata essa stessa Prometeo, con la fusione tra spazio scenico figurato e spazio architettonico, per tradursi in un vero e proprio spazio sonoro, vivo e attivo”.

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