Il segretario provinciale, Enzo Testa, condanna l’episodio dell’incidente sul lavoro verificatosi negli scorsi giorni richiamando alla necessità di maggiore sicurezza. Negli uffici di via Dogali, intanto, si lavora per individuare una strada che consenta di mantenere un livello efficiente nei servizio di raccolta, che altrimenti potrebbe vacillare
Dopo giorni di pioggia, questa mattina a Messina è tornato a splendere il sole, ma non dovunque è così. Il cielo, infatti, continua a rimanere fitto e cupo sopra gli uffici di via Dogali, dove, a seguito dell’incidente occorso ad un operatore nei giorni scorsi, delle dure reazioni dei sindacati e della scarsità dai mezzi in circolo (8 sui precedenti 22), rischia di finire in paralisi anche il servizio di raccolta. Con effetti che, come si può facilmente immaginare, andranno ben oltre l’aspetto occupazione, coinvolgendo anche gli utenti ma soprattutto le condizioni igienico ambientali della città.
Agli affondi di Fp Cgil e Uil Trasporti, si aggiungono anche quelli della Fit Cisl: il segretario provinciale, Enzo Testa, ha definito l’infortunio sul lavoro «la punta dell’iceberg di una situazione di assoluto degrado in cui sono costretti ad operare giornalmente i lavoratori di Messinambiente, senza mezzi di protezione adeguati e con attrezzature vetuste e logore. La sicurezza non è un optional e, certo, ha i suoi costi – sottolinea Testa – ma la legge 81/2008, che regolamenta la materia, è stata per troppo tempo aggirata e ignorata anteponendo a quest’ultima continue difficoltà di natura finanziaria. Non andiamo alla ricerca di singoli colpevoli a ogni costo ma, come sindacato, chiediamo solo l’applicazione delle regole, come peraltro dovrebbe avvenire nelle aziende normali. E’ giunto il momento di dire basta all’attuale condizione di degrado – continua il segretario della Fit messinese – ripartendo dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori RLS per poi passare alla salubrità dei luoghi di lavoro e alle attrezzature in dotazione agli addetti. Infine, anche ai controlli da parte degli enti esterni preposti come previsto dalla legge 81. Questa è la strada obbligata – conclude Enzo Testa – una strada imposta dalla legge e che tutti, ciascuno per la parte di propria competenza, siamo obbligati a percorrere a tutela della salute dei lavoratori».
Nei gli uffici di Messinambiente, intanto, si continua a lavorare al “piano dei costi” che la società dovrà sottoporre all’attenzione del socio di maggioranza, ovvero il sindaco Buzzanca, il quale dovrà decidere, alla luce delle difficile condizioni economico-finanziarie di palazzo Zanca su cui più nessuno fa mistero, se la “quota” mensile prevista dai dirigente della società per garantire il servizio, sia compatibile con le disponibilità “liquide” del Comune. Se così non dovesse essere, sarà necessario pensare a una politica di “risparmio”. Nei giorni scorsi, invece, la giunta ha esitatola delibera riguardante la perizia sul valore dell’inceneritore di Pace, valutato dal perito del Tribunale Antonino Geraci, in 15 milioni e 300 mila euro, che nei mesi precedenti, quando cioè ancora l’ipotesi liquidazione non era stata presa in considerazione, sarebbe invece stato trasferito nel patrimonio di Messinambiente in vista della ricapitalizzazione. Sul tema della raccolta rifiuti e più in generale sui problemi che stanno interessando il settore, interviene il consigliere di Risorgimento Messinese Nino Carreri che annuncia, per i prossimi giorni, la presentazione di un’interrogazione al sindaco Buzzanca in cui verranno richiesti chiarimenti sui complicati rapporti tra la società di raccolta e la società d’Ambito, Ato3. (E.DEP)