Nel 2019 l'incontro di Tempostretto con Musumeci e l'impegno della Regione siciliana. Ma, dopo più di 4 anni, la realizzazione è davvero lontana. Ecco perché
MESSINA – L’ultimo incendio il 15 febbraio. Un altro a giugno. L’ex ospedale “Margherita” è oggi preda di roghi. Si bruciano i rifiuti, nel degrado. Ma dove è finito il progetto di rilancio della struttura, tanto caldeggiato dalla nostra testata? Il progetto di un polo culturale a Messina? Una Cittadella della cultura, futura sede della Biblioteca regionale “Giacomo Longo” (padiglione 10), del museo archeologico (pad. 1), di un museo del terremoto (2) e della Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali (3). Possiamo anticipare che, per il padiglione 10, il progetto è esecutivo ma è stato definanziato, mentre per i primi tre si è ancora nelle fasi preliminari. Ma torniamo indietro nel tempo.
Fu nel corso di un incontro pubblico, organizzato il 12 luglio 2019 da Tempostretto, che l’allora presidente della Regione siciliana Nello Musumeci assunse l’impegno di sbloccare la situazione, individuando nuovi fondi. Quelli originariamente stanziati erano andati perduti a beneficio di altri progetti. Per questi interventi, la spesa calcolata era di 21.550.000 euro.
Per tre padiglioni il progetto è in una fase preliminare
Ma oggi qual è lo stato delle cose? Per quanto riguarda i padiglioni 1, 2 e 3, abbiamo sentito il rup, responsabile unico del procedimento: l’architetto Vincenzo Salvaggio, di recente nomina. Di fatto, l’assessorato regionale ai Beni culturali deve rifinanziare le indagini propedeutiche alla realizzazione. Occorre verificare le condizioni e svolgere le attività preliminari. Manca ancora il progetto esecutivo, per poi procedere al bando. “Attendo notizie di una prossima riunione in assessorato. C’è la volontà di andare avanti”, ci dice l’architetto Salvaggio.
Il padiglione 10 è tra gli interventi definanziati
Per il padiglione 10, invece, il progetto è esecutivo e in teoria potrebbe essere avviato il cantiere. Tuttavia, il progetto Psc Sicilia 2014-2020 – Cittadella della cultura, con adeguamento e riqualificazione del padiglione 10 da adibire a sede della Biblioteca regionale, rientra negli interventi strutturali definanziati dal Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-20. Il motivo? “Per non aver generato obbligazioni giuridicamente perfezionate entro il 31/12/22”. Da qui la “revoca delle disposizioni prese all’atto della concessione del contributo finanziario su Fsc 2014-20”.
Il rup aveva chiesto più tempo ma per tre padiglioni è scattato il definanziamento
In sostanza, non si è intervenuto entro il 2022 e non ci sono più i soldi. E si dovrà attendere un nuovo finanziamento. Il rup Nicola Azzarello aveva trasmesso al dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana il progetto esecutivo, redatto da F&M Ingegneria Spa di Mirano. Azzarello, nel ricordare che l’intervento era stato già cofinanziato con risorse già assegnate grazie al Patto per il Sud – Fsc 2014-20, per un importo di 4.982.000,00 euro, aveva chiesto più tempo. E auspicava, nel novembre 2022, che il dipartimento regionale della programmazione della presidenza della Regione siciliana concedesse una proroga di sei mesi. Una proroga utile per individuare un creditore certo, con termine ultimo il 31 dicembre 2022, al fine di non vanificare l’attività svolta per l’attuazione dell’intervento.
Ma niente da fare. Così, nel dicembre 2022, il dipartimento della programmazione – Area 6, Gestione dei programmi attuativi delle Politiche nazionali per lo sviluppo regionale ha comunicato il definanziamento delle coperture finanziarie garantite dal Fondo sviluppo e coesione. E, di conseguenza, la potenziale perdita delle risorse di competenza regionale. Poi, il 29 marzo 2023. il dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana ha comunicato l’adozione dei provvedimenti di revoca delle disposizioni prese all’atto della concessione del contributo finanziario su Fsc 2014-20.
In sostanza, lo ribadiamo, il progetto esecutivo rimane immediatamente cantierabile ma, allo stato attuale, è privo di copertura finanziaria.
Un progetto per l’ex “Margherita” da ripensare
Di certo, una revisione del disegno originario sarebbe auspicabile. Si dovrebbero ripensare alcuni aspetti e valorizzarne altri. Nel frattempo, il museo del terremoto è stato inaugurato, nel mese di novembre, al museo regionale. Così l’ex “Margherita”, una realtà dell’inizio Novecento, ospedale fino al 2003, potrebbe ospitare qualcosa di diverso. Un museo della città o qualcosa comunque di appettibile in termini d’attenzione. Dovrebbe diventare davvero un polo culturale innovativo, forse una casa degli artisti che sappia mettere in comunicazione il passato e il futuro. L’innovazione tecnologica e la valorizzazione della memoria.
Serve un’assunzione di responsabilità dei deputati regionali o Messina rimarrà marginale
Le idee non mancano ma rimane l’amarezza per i progetti che non decollano e per la marginalità di una Messina incapace di farsi ascoltare alla Regione siciliana. Serve uno scatto in avanti, e soprattutto un’assunzione di responsabilità, da parte della deputazione regionale. Una classe politica spesso poco incisiva, per usare un eufemismo.
Il futuro di Messina passa anche da una valorizzazione, in tempi certi, di una struttura che, in caso contrario, continuerà a essere preda d’incendi e d’incuria. La politica rimane lontana e il treno dei finanziamenti, per il “Margherita” e non solo, è già passato.
Tempostretto che problemi..il PONTE vedrete farà anche questo miracolo….arriverà financo la “coltura” del Lumbard …quello del Papeete …e dei voltagabbana siciliani e soprattutto di Messina e provincia.
Il comune cittadino, come me, non riesce ad entrare nei meandri della burocrazia ma di tutto ciò che ha letto si capisce il concetto principale; a nessuno interessa davvero riqualificare l’area dell’ex Regina Margherita e si sta solo aspettando che un incendio più grande lo distrugga..
Penose e false , come sempre, le promesse dei politici….troppo silenziosa la protesta , ove ci sia, dei cittadini …
A chi interessa davvero la riqualificazione dell’area? A chi interessa davvero Messina?
La regione Sicilia tratta Messina come Cenerentola. Catania è Palermo sono i figli prediletti, Messina figliastra. Sarebbe opportuno chiedere l’autonomia della provincia di Messina, come Trento e Bolzano, oppure, ancora meglio, istituire la regione dello Stretto, che è naturalmente un solo territorio. Se crei lavoro ed opportunità a Reggio o a Messina sarà sempre condiviso nel territorio dello Stretto. Se crei lavoro a Cosenza o a Palermo lo Stretto non ha alcun vantaggio. Messina ha interesse per creare e realizzare a Reggio, piuttosto che in città siciliane, che sono della stessa regione, ma lontane e con altri interessi rispetto allo Stretto. Reggio ha interesse che Messina cresca e porti pane e lavoro in riva allo Stretto. Lo Stretto è un area metropolitana comune ma divisa amministrativamente per scelte politiche. Non ha senso costringere in regioni diverse due città separate da 3 km. di mare e far rientrare nella stessa regione città ad oltre 400 km. di distanza.
E c” era una volta il progetto del CENTRO DI ECCELLENZA DI RIABILITAZIONE!!!!
CHE FINE HA FATTO????
perdere così un finanziamento è il segnale di una classe tecnico-burocratica inadeguata – volendo essere gentili …
è una vergogna che una struttura del genere sia stata abbandonata. questi pseudo amministratori pubblici perchè non si ritirano. eppure ci dicono che mancano gli ospedali !!!! mancano i tecnici, gli infermieri, i medici grazie a mancanza di programmazione. una struttura come quella ed in una città come Messina (lunga) deve essere utilizzata con pronto soccorso e specializzazione medica e non abbandonata.
chi non sa amministrare : a casa.