Da rinomato albergo a discarica di cassonetti: storia di un declino (FOTO)

Da rinomato albergo a discarica di cassonetti: storia di un declino (FOTO)

Veronica Crocitti

Da rinomato albergo a discarica di cassonetti: storia di un declino (FOTO)

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domenica 03 Novembre 2013 - 18:52

A 42 anni dalla sua apertura, il Motel Faro si presenta come una discarica di cassonetti, immondizia e degrado. Continuano le incursioni e gli atti di vandalismo nella struttura che era stata il fiore all'occhiello della Messina degli anni '70.

Negli anni ’70 il Motel Faro rappresentava il fiore all’occhiello di una delle zone più attrattive e turistiche di Messina.

Per decenni, le trentacinque stanze, gli ospiti illustri ed il panorama senza paragoni hanno fatto sì che quell’albergo-ristorante, sorto nel 1971 in via Circuito di Torre Faro, acquistasse fama e notorietà.

Ma a distanza di oltre 40 anni, come testimonia la photo-gallery, quel che rimane è solo maceria.

Una storia di abbandono, quella del Motel Faro, cominciata nel 2005, quando la crisi ha costretto la famiglia Gentilepatti a chiudere i battenti dell’attività.

La successiva querelle della realizzazione-non realizzazione del Ponte, poi, non ha fatto che aggravare ancor più la situazione.

Nel 2011 sembrava che la rinascita fosse vicina. I proprietari avevano difatti deciso di affittare la struttura ad un imprenditore messinese la cui intenzione era riaprire l’ex Motel e destinarlo ad una funzione legata ai cantieri del Ponte.

Ma la storia insegna che anche lì fu un nulla di fatto, sia per la riapertura, sia per i cantieri, sia per il Ponte.

Così, a distanza di 42 anni dalla sua costruzione, il Motel Faro di Messina è divenuto una vera e propria discarica di cassette di legno, rifiuti e immondizia.

A nulla sono servite le recinzioni che il Comune di Messina ha più volte richiesto di installare per evitare incursioni e saccheggi, così come vani sono risultati i tentativi di fermare il vandalismo, il degrado e le occupazioni abusive.

La speranza è che la struttura possa di nuovo risorgere e tornare allo splendore di un tempo, ma è difficile considerando che tante sono state le grandi attività commerciali della zona costrette a ritirarsi a causa della crisi.

Solo un anno fa, a chiudere i battenti è stata “La Macina” e prima ancora “I Borgia” di Granatari. E, ogni giorno che passa, la lista continua ad allungarsi.

Veronica Crocitti

@VCrocitti

5 commenti

  1. Tra non molto farà la stessa fine anche un altra struttura chiusa dai proprietari a causa della crisi, o almeno così hanno fatto credere.
    Peccato! Messo nelle mani di persone all’altezza potrebbe veramente riprendere a lavorare a pieno regime, anche perché la struttura è ancora in ottime condizioni e agibile.
    Occhio gente!

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  2. Beh! Scusate! Zona attrattiva e turistica??? Ma volete scherzare? Al massimo ci vanno i VACANZIERI! Ne fa fede la Zona del Pilone, dove, per tantissimi anni, il Comune non ha sentito il bisogno di dare a quella bellissima spiaggia (ponte o non ponte) un minimo di organizzazione. Del resto lungo la litoranea (Contemplazione o giù di lì) c’è un altro albergo proprio sul mare! Me è un albergo o un xxxxx??? Non per colpa sua, ma per tutta la situazione che c’è intorno! E vi meravigliate oggi se il Motel è chiuso ? Poi che sia un ricettacolo di rifiuti, ci dice che a Messina non ci si può aspettare di meglio !

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  3. Ma la tutela di un bene privato non spetta ai proprietari?
    In caso contrario, la Magistratura che fa?
    P.S. La zona è diventata attrattiva da quando lo pseudo-sindaco è seduto sulla poltrona di palazzo Zanca.
    I turisti vanno a fotografare le magliette Free Tibet stese ad asciugare davanti la villa del ginnastico scalzo.
    Pazientate fino a Dicembre.

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  4. “Folle città”, ma anche Stupida Città. Dove le imprese non durano più di una generazione. Dove se già non ci hanno pensato loro a fregarsi la proprietà con giochi d’azzardo e scommesse clandestine.. ci pensano i figli con droghe a piacimento.

    Non è un mistero a Messina che le attività che “vanno” spesso sono riciclaggio e copertura.Non è un mistero che buona parte del patrimonio immobiliare delle famiglie “in” va in fumo con cocaina cannabis e con le loro conseguenze.

    A questo si aggiunga la “mentalità dei saltafossi”, invero diffusa dagli anni 80 non solo a Messina, che prevede di vendere al più presto l’azienda dopo averla portata (o gonfiata) al massimo livello e così ad ogni step successivo sino a quando qualcuno resta col cerino acceso in mano e finisce per bruciarsi.

    LA STORIA DEL PONTE poi è emblematica. Gli annunci trionfanti basati su nessun fondamento hanno generato una superproduzione di illusioni e aspettative a buon mercato.
    OGNI IMPRENDITORE DELLA ZONA CI HA INTRAVISTO LA PROSPETTIVA CHE VOLEVA VEDERCI specialmente dopo che qualcuno ha voluto metterci solennemente la “prima pietra”.

    MA ATTUALMENTE DI CHI E’ LA PROPRIETA’?
    Le condizioni igienico-sanitarie della zona potrebbero risultare compromesse dallo stato di abbandono in cui versa la struttura e i proprietari potrebbero essere chiamati a risponderne. Tutte quelle cassette potrebbero essere incendiate da qualche vandalo (e a Messina il vandalismo è uno sport molto diffuso).

    Quanto all’attrattiva turistica basta andare a vedere la spiaggia adiacente per rendersene conto. E’ attraente come una sedia rivestita di aculei.

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  5. Ma caro george (“G”come g-iornalaio…), hai proposte?Idee?Non sai fare altro che denigrare e criticare senza costruire NULLA!
    E’ questa la Messina che vuoi?
    E qual’è la Messina che vorresti??
    Quella dei “poteri forti”?
    quella degli intrallazzi?
    quella nella quale per fare un corso di formazione ti devi rivolgere al politico?
    quella delle poltrone suddivise con il teorema Cencelli?
    E’ quella che tu (da pensionato) hai lasciato ai tuoi figli/nipoti?
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    Pazientiamo fino a dicembre…spero che te ne andrai anche tu fuori dai cabbasisi…(cit.Camilleri)

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