Gino Sturniolo per l'associazione Antudo si schiera a sostegno: "La lotta è unica strada per la difesa dei servizi pubblici". Il Csa aspetta un incontro domani alla Regione
L’azione di protesta del sindaco Cateno De Luca che ha deciso di barricarsi all’interno dell’ex Provincia ha scatenato inevitabili reazioni.
Antudo
A sostegno della dura presa di posizione di De Luca interviene Gino Sturniolo per l’associazione Antudo. “Le somme inserite nell’emendamento in discussione in Commissione Bilancio della Camera dei Deputati per evitare il dissesto delle ex Province sono insufficienti a garantire i servizi che questi enti sono chiamati a fornire ai cittadini e sono prelevate da fondi aggiuntivi (il Fondo di Coesione e Sviluppo) che andrebbero utilizzati per investimenti e non per il riequilibrio di bilancio. La strategia seguita dallo Stato nelle sue politiche di risanamento finanziario si è sostanziata negli ultimi anni nel fare pagare il debito agli Enti Locali, conducendo molti di questi in dissesto (decine solo in Sicilia) e distruggendo il welfare locale.
Ribellarsi è oggi l’unica scelta utile per difendere i servizi pubblici e il futuro della Sicilia ed è proprio in questa prospettiva che il 15 maggio scorso anche noi, indipendentisti di Antudo, abbiamo preso parte alla manifestazione svoltasi davanti Palazzo d’Orleans e indetta dal Sindaco della Città Metropolitana e del Comune di Messina Cateno De Luca. Una manifestazione che ha chiesto in maniera ferma e decisa risorse utili ad evitare il dissesto delle Province. Rinnoviamo oggi quella presa di posizione ritenendo che solo con la lotta sarà possibile difendere le condizioni di vita dei siciliani” afferma Sturniolo di Antudo.
Il sindacato Csa vuole scongiurare a tutti i costi l’ipotesi dissesto.
A parlare è il segretario Santino Paladino: «In un contesto in evoluzione riteniamo l’avvio della procedura di dissesto un fatto grave. Il dissesto è un atto irreversibile che mette a rischio centinaia di posti di lavoro e compromette definitivamente il futuro dei precari. Siamo consapevoli che l’emendamento in discussione potrebbe non risolvere il problema dei bilanci ma non sarà certamente il dissesto a metterci nelle condizioni di migliorarlo. Domani incontreremo a Palermo gli assessori Armao e Grasso e cercheremo di capire che fine hanno fatto i 50 milioni che metterebbero in sicurezza i conti del 2018 e soprattutto come la Regione intenda garantire gli investimenti che devono essere sviluppati su tre annualità (2019/2021)».
Cisl: no al dissesto
«Dichiarare il dissesto è, tra le soluzioni, quella più inadeguata e compromettente per i destini dei lavoratori e dei servizi erogati dall’Ente». A prendere posizione è la Cisl Funzione Pubblica di Messina. Pur condividendo le preoccupazioni per la perdita di importanti risorse finanziarie, il responsabile delle Funzioni Locali della Cisl Calogero Emanuele e il segretario aziendale Giovanni Coledi ricordano come «sia in fase di approvazione la conversione in legge del Decreto sblocca cantieri e del Decreto Crescita che contiene l’emendamento “Salva Province”, che scaturisce dall’accordo Stato – Regione e prevede un finanziamento iniziale di almeno 150 milioni di euro.
«La Cisl Fp, da sempre contraria all’ipotesi del dissesto, è pronta a dare battaglia – continuano Emanuele e Coledi – per avversare un’ipotesi che mette a rischio il futuro occupazionale di centinaia di dipendenti e la possibilità di stabilizzazione di 94 lavoratori a tempo determinato, compromettendo il faticoso percorso di avvio delle procedure come da accordo già ipotizzato durante il tavolo tecnico regionale del 28 maggio 2019».
Il sindacato fa quindi appello a tutte le forze politiche nazionali e regionali affinché, con urgenza, abbandonando atteggiamenti dilatori e conflittuali, «trovino unità d’intenti nell’interesse del territorio e approvino il suddetto emendamento che consente di approvare i bilanci consuntivo 2018 e preventivo 2019».