Il sindaco metropolitano Cateno De Luca chiude i battenti di Palazzo dei Leoni. Con tanto di cartello con su scritto “Chiuso per fallimento”. Una protesta eclatante, un’azione di forza dimostrativa per provare ad attirare l’attenzione dei governi regionale e nazionale sulla drammatica situazione in cui sono state abbandonate le ex Province.
«Di fronte alle perduranti difficoltà finanziarie di Palazzo dei Leoni che stanno determinando l’impossibilità di garantire le funzioni fondamentali dell’Ente, chiudo i battenti della Città Metropolitana di Messina». Questo il motivo che ha portato il sindaco metropolitano a questa eclatante denuncia, frutto della paralisi dell’ex Provincia. Una situazione nota e che si trascina ormai senza soluzione, nonostante impegni e rassicurazioni.
La certezza oggi è una: la Città Metropolitana di Messina non è riuscita a chiudere il bilancio di previsione 2018e fa i conti con il cronico disavanzo strutturale ereditato che trova origine nel prelievo forzoso dello Statoche, in questi anni, ha determinato una ingiustificata decurtazione delle entrate proprie dell’ex Provincia. Quel prelievo forzoso che ha messo in ginocchio le casse di Palazzo dei Leoni e tutta la macchina amministrativa ora guidata da Cateno De Luca.
«Un disastro di ancor maggiore portata –dichiara il sindaco- se si considera che la Città Metropolitana di Messina perderà l’opportunità di utilizzare le risorse provenienti dal Masterplanper importanti infrastrutture e da altri trasferimenti nazionali per un importo pari a 140 milionidi euro circa, mentre per l’edilizia scolasticarisultano già finanziate, ma paralizzate, opere per 20 milioni circa.
Di fronte a questa situazione drammatica De Luca ha disposto che gli Uffici finanziari blocchino l’attività gestionaleinterrompendo ogni atto di impegno finanziario, compresa l’erogazione degli stipendi agli 840 dipendenti.
«Si tratta di un’azione di forza nei confronti degli interlocutori nazionali davanti all’impossibilità per le Città Metropolitane di continuare con uno stillicidio del genere affinché si attivino immediatamente le procedure per porre fine al prelievo forzoso».
Appena poche settimane fa il presidente della Regione Nello Musumeci, in città per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Messina, aveva assicurato che il dialogo con il governo nazionale era aperto e stava già dando i suoi primi risultati, soprattutto sul nodo caldissimo del prelievo forzoso. Oggi però l’unico risultato che vede Messina è la protesta del sindaco metropolitano De Luca e un fallimento che è nella sostanza prima ancora che nella forma.
L’INTERVISTA A MUSUMECI LO SCORSO 10 GENNAIO
Francesca Stornante
Un ” altra piazzata alla De Luca, a quando rimettersi in mutande in corso Cavour? Stiamo aspettando altri “eclatanti gesti ” del grande ” statista”.
In mutande e con la zampogna.
Ma ancora non ha la dignità di andarsene a casa sua ?
Il sindaco è una gran persona da le case hai poveri e si dimentica dei 96 precari della città metropolitana togliendogli il lavoro o
Come si fa ? Nel resto d’Italia le provincie hanno avuto i provvedimenti necessari per stabilire cosa fare delle provincie. In Sicilia una maledizione non si decide nulla. Fingere la normalità è impossibile, i lavoratori devono capire che l’ente Provincia senza bilancio, i dipendenti avranno problematiche più importanti e irreversibili.