Eye Contact Experiment, l’importanza di tornare a comunicare

Eye Contact Experiment, l’importanza di tornare a comunicare

Pierluigi Siclari

Eye Contact Experiment, l’importanza di tornare a comunicare

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giovedì 29 Agosto 2019 - 07:59

Realizzare, tra due sconosciuti, una comunicazione non verbale, basata soprattutto sugli sguardi, ma anche sui gesti. In questo consiste l’esperimento sociale “Eye Contact Experiment”, proposto dal Rotaract club Stretto di Messina. La terza edizione dell’esperimento si è svolta ieri, 27 agosto 2019, nella suggestiva cornice della spiaggia di Capo Peloro.

Importato dall’Australia

L’”Eye Contact” è stato ideato dall’associazione australiana “The Liberators International”, e successivamente reso famoso dall’artista Marina Abramović. Il Rotaract club lo ha importato in città per la prima volta nell’ottobre del 2017. In quell’occasione, teatro dell’esperimento sociale fu piazza Duomo. L’estate seguente il bis, stavolta a Capo Peloro, location confermata anche per la terza edizione.

Le parole del presidente del Rotaract

“Ci colpì parecchio il fatto che perfetti sconosciuti si sedessero l’uno di fronte all’altro stando in silenzio e facendo la cosa più semplice ma al contempo più intensa che ci sia, guardarsi” ci racconta Antonino Arena, presidente del Rotaract club Stretto di Messina. “Sin alla prima edizione riscontrammo un grande interessamento di persone di ogni età, desiderose di provare la sensazione di guardare, conoscere qualcuno senza, per una volta, il tramite di uno schermo”.

“Quest’anno, a differenza degli altri anni, abbiamo voluto approntare una piccola novità per creare un’atmosfera magica, ovvero creare un cerchio di lumini capaci di dare più luce specie al calar della sera. Ed infatti la novità ha dato i suoi frutti. Come gli anni precedenti, anche quest’anno tante persone hanno partecipato e, addirittura, numerose sono state le presenze dopo le 22. Ciò dimostra quanta voglia ci sia di riscoprirsi, di rivivere emozioni sopite da tempo, troppo tempo. La fine dell’evento prevista era per le 23:30. In realtà il numero di persone era elevato al punto abbiamo finito dopo l’una inoltrata”.

“C’è chi sorride, chi si emoziona, chi si abbraccia ma nessuno va via, nessuno si ritrae. L’Eye contact è questo, l’occasione per offrire i propri occhi ad un altro. Il contatto è tutto qui. Un incrocio di volti che rivela sempre sorprese. Ci saranno sicuramente nuove edizioni, perché il piacere di parlarsi guardandosi non deve mai venire meno, neppure all’alba del terzo millennio”.

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