La Federazione Autonoma Bancari Italiani si rivolge all’avv. Calogero Leanza
La battaglia a difesa non solo dei lavoratori del credito ma anche e principalmente a difesa di un diritto delle persone che vengono private di un proprio diritto da parte degli amministratori degli Istituti di Credito che continuano a chiudere sportelli nei piccoli Comuni è una frontiera importante al giorno d’oggi. È di questo avviso Carmelo Raffa, coordinatore della sezione Sicilia della Federazione Autonoma Bancari Italiani, il quale afferma: “Abbiamo acquisito alcuni pareri legali che confermano che da parte delle banche viene disapplicata la normativa vigente per i servizi pubblici essenziali, lasciando tante persone anziane e deboli senza sportelli bancari nei propri territori”.
Tra questi quello dell’avvocato Calogero Leanza, il quale rimarca come il servizio bancario sia strumentalmente connesso al soddisfacimento dei bisogni essenziali dell’uomo e, pertanto, lo stesso viene considerato dal legislatore nella disciplina di quelli che vengono definiti “servizi pubblici essenziali” ai fini del contemperamento con il diritto di sciopero. Nello specifico il giovane legale messinese richiama la Legge 12 giugno 1990 n° 146, rubricata appunto Norme sull’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e sulla salvaguardia dei diritti della persona costituzionalmente tutelati.
“La legge è chiara – afferma Leanza – nel considerare, all’articolo 1, servizi pubblici essenziali, indipendentemente dalla natura giuridica del rapporto di lavoro, anche se svolti in regime di concessione o mediante convenzione, quelli volti a garantire il godimento dei diritti della persona, costituzionalmente tutelati, alla vita, alla salute, alla libertà ed alla sicurezza, alla libertà di circolazione, all’assistenza e previdenza sociale, all’istruzione ed alla libertà di comunicazione. E non è finita qui. Perché l’articolo successivo fa rientrare, per quanto concerne l’assistenza e la previdenza sociale, nonché gli emolumenti retributivi o comunque quanto economicamente necessario al soddisfacimento delle necessità della vita attinenti a diritti della persona costituzionalmente garantiti, i servizi di erogazione dei relativi importi anche effettuati a mezzo del servizio bancario ”.
La chiusura indiscriminata degli sportelli bancari nei piccoli Comuni, pertanto, anche alla luce della normativa emergenziale di contenimento e contrasto al Covid-19 messa in atto dal Governo Italiano che ha escluso dalle chiusure imposte le banche, qualificandole come attività necessarie ed indispensabili, è da considerarsi certamente una violazione della normativa vigente in materia di servizi pubblici essenziali, in quanto lesiva – ben più di un semplice sciopero – dei diritti dei cittadini, i quali vedono precluso il proprio accesso al credito.
Vittorio Tumeo