Il meetup, in una lettera aperta al primo cittadino, denuncia la lentezza dell’amministrazione: “Milazzo non merita questa trascuratezza”. Sotto accusa anche il no al referendum
“Ci dia risposte chiare e univoche, e noi saremo pronti ad ascoltarla e aiutarla se questi provvedimenti fossero davvero utili alla Città; ma lo faccia in fretta, perché Milazzo non merita questa trascuratezza”. Non usa giri di parole il meetup “Milazzo in Movimento” nel rivolgersi al sindaco Giovanni Formica. In una lettera aperta indirizzata al primo cittadino, il meetup ha posto al primo cittadino alcune domande, denunciando soprattutto il degrado della città e la lentezza dell’amministrazione.
Il primo punto della lettera è, però, l’ambigua posizione del sindaco sulla riconversione Edipower. Dopo il no al referendum, motivato con il probabile astensionismo della popolazione, in molti l’hanno accusato di non voler pestare i piedi al Partito Democratico che, a livello nazionale e regionale, ha già deciso per l’installazione di diversi inceneritori in Sicilia, e pensa adesso a dove posizionarli. “Possiamo capire che il suo stesso partito di appartenenza sia per trivelle e inceneritori” – continua il meetup – “ma lei è il primo cittadino di Milazzo: dimostri che è davvero contro il CSS, magari inziando con l’adozione di una delibera di giunta per dire no all’inceneritore, come previsto dal quinto emendamento della delibera approvata l’8 ottobre in consiglio comunale”.
C’è poi la nota dolente della TARI, aumentata di oltre il 60% rispetto allo scorso anno: “Imputare al semplice aumento dei costi di conferimento tutti i rincari non è più credibile; spieghi chiaramente il motivo di questi aumenti, e se era possibile attingere da altri capitoli di spesa per non aggravare la situazione già tragica di numerose famiglie milazzesi”. Il meetup chiede poi che si solleciti l’approvazione del piano ARO, che permetterebbe l’avvio di una vera raccolta differenziata e una migliore manutenzione della città.
Gli scriventi chiedono ancora del castello mamertino che, nonostante gli introiti ottenuti dalle recenti manifestazioni, è “pieno di erbacce e sempre più al buio”; e del borgo di Vaccarella, ancora senza una soluzione. Una nota viene riservata infine allo stato di due edifici pubblici ormai fatiscenti, il palazzo del Governatore e l’asilo Calcagno.
Giovanni Passalacqua