Un mese sprecato, impegni disattesi, l’udienza: 24 ore per Messinambiente

Un mese sprecato, impegni disattesi, l’udienza: 24 ore per Messinambiente

Francesca Stornante

Un mese sprecato, impegni disattesi, l’udienza: 24 ore per Messinambiente

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martedì 03 Ottobre 2017 - 06:30

Oggi il consiglio comunale dovrà decidere se votare i due atti che servono a sostenere il piano concordatario per evitare il fallimento. Domani il tribunale deciderà. Ma in queste settimane nessun confronto sugli atti né tantomeno sul bilancio, approdato solo ieri mattina in commissione per la prima volta.

Di nuovo al punto di partenza. Esattamente come un mese fa. Anzi, forse anche peggio. Fallimento o salvezza? Domani il Tribunale deciderà se accogliere il piano concordatario presentato da Messinambiente per coprire il maxi debito che pende come una spada di Damocle o se decretare la fine per fallimento. Resta un giorno prima del verdetto. E anche questa volta a Palazzo Zanca si è deciso di fare tutto all’ultimo momento, peggio che nelle altre volte. Non ci sono margini di errore, non ci sono i tempi neanche per mettere in conto la caduta del numero legale in aula e un rinvio di 24 ore. Si deve decidere e si deve decidere oggi. Amministrazione e consiglio comunale erano stati “graziati” dal Tribunale che aveva rinviato dallo scorso 15 settembre al 4 ottobre l’udienza fissata per decidere sull’ammissibilità del piano concordatario. Un piano che, lo ricordiamo, senza le due delibere che saranno discusse oggi resta vuoto, virtuale, ipotetico. Questi venti giorni potevano essere fondamentali, se spesi bene, in chiave salvezza. Il consiglio comunale poteva usare questo tempo per approfondire le due delibere che impegnano il Comune a pagare 30 milioni di euro per i prossimi 6 anni a copertura del maxi debito di Messinambiente. Era stata una decisione concordata con l’assessore Guido Signorino che, proprio sulla scorta del rinvio, aveva invitato l’aula a non trattare i due provvedimenti durante la seduta dello scorso 12 settembre, quando era iniziato il primo round della corsa contro il tempo. Quella sera era stato preso un impegno preciso in aula: mettere i consiglieri nelle condizioni di poter prima discutere e approfondire il bilancio di previsione 2017, primo pilastro degli impegni finanziari per coprire il concordato di Messinambiente, e contestualmente vagliare i dettagli dei due atti che dovranno coprire ben 30 milioni di euro di debiti di Messinambiente. Ma solo ieri mattina, in I commissione bilancio, ha fatto per la sua prima volta apparizione il bilancio. Inutile dire che tempo per quantomeno leggere le carte non ce n’è stato.

«Si pensava di aver avuto una chance e invece ci ritroviamo in una trappola perché siamo di fronte ad atti pesantissimi. Forse è arrivato il momento che questa amministrazione dica alla città la verità perché la situazione è gravissima e non si può continuare a far finta di nulla» ha commentato la consigliera Antonella Russo.

Dunque fare previsioni su come andrà oggi è davvero difficile. Il consiglio dovrà decidere se la strategia di salvataggio elaborata dai legali di Messinambiente e avallata politicamente dall’amministrazione Accorinti merita il voto favorevole dell’aula. La seduta straordinaria è stata convocata alle 15.30, i dubbi sono tantissimi, a cominciare dal fatto che in ballo c’è un debito fuori bilancio che supera i 9 milioni di euro e un impegno sui bilanci fino al 2023, il bilancio previsionale 2017-2019 non è stato approvato quindi i consiglieri voterebbero al buio e manca anche il piano triennale delle opere pubbliche.

Per salvare Messinambiente, il Comune dovrà pagare 10 milioni di euro da qui al 2019 e altri 20 milioni fino al 2023. Soldi comunali, quindi soldi dei cittadini. Ecco come il consiglio dovrebbe dare il via libera alla copertura del piano concordatario. 9.452.490,92 euro che il Comune avrebbe dovuto dare all’Ato3 a titolo di corrispettivo per i servizi di igiene ambientale svolti nel periodo 2007/2011 sulla base di piani industriali regolarmente approvati, verranno invece corrisposti direttamente a Messinambiente. Questa somma figura come debito fuori bilancio frutto della transazione che il consiglio dovrà votare. Si tratta di soldi che il Comune non ha corrisposto ad Ato3 tra il 2017 e il 2013 e che, chiudendo le controversie Ato3-Messinambiente, verranno stornate sul piano concordatario. Altri 18.186.640 euro saranno intesi come trasferimenti che sulla base dell'accertata compatibilità con la salvaguardia degli equilibri di bilancio del Comune e di prestazioni effettivamente rese dalla società Messinambiente dal 2007 al 2016 e consentirebbero di eliminare il rischio di contenziosi presenti e futuri da parte di Messinambiente che potrebbe reclamare il doppio della somma. 2.360.869 euro sono stati conteggiati come valore correlato all'affitto con opzione di riscatto del complesso dei beni strumentali della società Messinambiente che si intendono trasferire, in una logica di continuità del servizio integrato dei rifiuti, al nuovo soggetto gestore MessinaServizi così composto. In pratica, secondo il concordato, MessinaServizi dovrà pagare 449 mila euro di affitto mezzi per il primo anno, 419 mila per il secondo anno e quasi 1,5 milioni al termine del biennio per riscattare tutto.

L’appuntamento in aula è a partire dalle 15.30.

Francesca Stornante

Un commento

  1. Al Comune ormai si cerca soltanto di rinviare i pagamenti senza guardare alla possibilità di poterli poi realmente onorare, con tutte le assunzioni di responsabilità che discendono dalla mancata corretta soluzione dei problemi che stanno a monte, anche ma non solo a questa vicenda di Messinambiente.

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