I giudici, come era stato annunciato, hanno sciolto la decisione dieci giorni dopo la richiesta di Messinambiente di concordato per scongiurare il fallimento. Adesso il Comune dovrà fare la sua parte.
Il Tribunale m ha detto si alla richiesta di concordato di Messinambiente. Il primo ostacolo è dunque stato superato, il Tribunale ha deciso di non dichiarare immediatamente il fallimento della società di via Dogali e ha accolto l'istanza di concordato in bianco presentata lo scorso 21 febbraio dal commissario Giovanni Calabró e dai legali Marcello Parrinello e Paolo Vermiglio. È stata ancora una volta la seconda sezione civile presieduta dal giudice Giuseppe Minutoli a dare a Messinambiente il via libera per l'estremo tentativo di salvataggio. Adesso però la strada sarà davvero in salita perché per evitare il fallimento serve un piano concordatario serio e convincente e sarà il
Comune a dover fare la sua parte mettendo sul piatto le risorse economiche che servono per coprire i debiti milionari di Messinambiente. Il Tribunale ha concesso solo 60 giorni di tempo, il minimo previsto in questi casi. Messinambiente aveva puntato al massimo chiedendone 120, dunque quattro mesi. Ma si dovrà fare tutto molto più in fretta. Il Comune adesso dovrà dire chiaramente come e dove intenderà trovare i soldi per coprire il piano concordatario.
Abbandonata l’ipotesi del Piano di riequilibrio, che tra l’altro proprio il Tribunale aveva cassato nella causa del pignoramento da 30 milioni con l’Agenzia delle Entrate, nei giorni scorsi si era deciso di puntare di sulle risorse finanziarie del cosiddetto “Piano Eller”, ribattezzato così dal liquidatore Calabrò. Che cosa prevede? In sintesi che le risorse finanziarie che servono a Messinambiente dovrebbero essere recuperate nei prossimi bilanci del Comune di Messina, provvedendo a svuotare il Piano di Riequilibrio. Oggi però a Palazzo Zanca è arrivato il nuovo assessore al Bilancio Vincenzo Cuzzola e non si esclude che la strategia cambi in corso d'opera.
Sulla quantità di somme necessarie a supportare la domanda di concordato ancora non ci sarebbe un’idea precisa, c’è un team di tecnici che sta lavorando su questo aspetto, si ipotizza di iniziare con una somma di circa 14 milioni di euro da trovare nei bilanci 2017-2019. E con questa decisione naufraga, a quanto pare, l’ipotesi della transazione tra Comune di Messina, Ato3 e Messinambiente che si reggeva sulle risorse del Piano di Riequilibrio.
Intanto però Messinambiente continua a soffrire perché negli ultimi mesi il Comune non ha erogato le somme mensili per i servizi. Mancano all'appello quasi 6 milioni di euro. Un segnale che non fa presagire nulla di buono, visto che appare inevitabile pensare che se non si riesce a garantire l'ordinario chissà come si farà a coprire e onorare un piano per risanare i debiti.
Francesca Stornante
Tranquilli….ci pensa Accorinto. D’altronde oggi si è appreso che la cancelliera tedesca Angela Merkel, attraverso i soliti canali diplomatici, ha chiesto informazione su tutte le inziative intraprese dall’insediamento ad oggi dalla giunta Accorinto. In particolare la Merkel vuole sapere come si fa a fare crescere le erbacce sui marciapiedi.
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