Fase 2 Covid. 13 sindaci dei Nebrodi a Musumeci: "Fai sentire la tua voce o sarà la fine"

Fase 2 Covid. 13 sindaci dei Nebrodi a Musumeci: “Fai sentire la tua voce o sarà la fine”

Marina Romeo

Fase 2 Covid. 13 sindaci dei Nebrodi a Musumeci: “Fai sentire la tua voce o sarà la fine”

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mercoledì 29 Aprile 2020 - 18:18

"Se non ripartiamo la nostra economia avrà un tracollo" è l'appello dei sindaci per riaprire in sicurezza

Si aspettava con trepidazione l’inizio della “fase 2” per provare a ripartire seppur rispettando i protocolli. Si sperava ad un graduale ritorno verso la normalità con tutte le difficoltà scaturite dalla pandemia.

Speranze raggelate

La conferenza stampa indetta dal presidente del Consiglio il 26 aprile, ha raggelato le speranze di molti. Con un tono autoritario, pronunciando un discorso strutturato secondo la logica di Pindaro, Conte ha annunciato una seconda fase che riconduce alla prima. Nessuna differenza tra le zone del Nord colpite duramente in termini di vite umane e quelle del Sud dove il virus è penetrato in forma notevolmente ridotta. Nessuna indicazione utile per la ripartenza del settore turistico che rappresenta nel meridione un indotto economico di tutto rispetto. Tutto fermo o quasi, in attesa dei protocolli di saggi, esperti, illuminati, però con la possibilità muniti di autocertificazione  di andare a trovare i parenti.  Non è quello che ci si aspettava.

13 sindaci scrivono a Musumeci

Il popolo del Sud che ha rispettato le regole con un rigore impensabile secondo gli stereotipi, reagisce con iniziative di dissenso e protesta pacifica.  Tredici sindaci dei Nebrodi, si sono riuniti ieri a Rocca di Capri Leone per confrontarsi sulle prospettive sconsolanti per un territorio che conta cinquantamila abitanti. E’ stato redatto un documento con proposte diverse rispetto alle decisioni del presidente del Consiglio Conte, da inoltrare al governatore Musumeci. Si chiedono regole diverse in determinati settori di attività commerciali bloccate dalle decisioni statali  che non presentano particolari condizioni di pericolo, si sollecita al contrario una ripresa lavorativa in tempi più brevi rispetto a quelli previsti. Il documento firmato dai sindaci di Capri Leone, Capo d’Orlando, Sant’Agata Militello, Mirto, Frazzanò, Torrenova, Longi, Galati Mamertino, Tortorici, San Salvatore di Fitalia, San Marco d’Alunzio, Alcara li Fusi e Militello Rosmarino, è una sollecitazione verso una rapida ripresa per l’economia dei Nebrodi a rischio di tracollo.

Differenziamo le aperture

Filippo Borrello, sindaco di Capri Leone, sintetizza le istanze della popolazione e l’intendo dei rappresentanti “ Non bisogna interpretare questa iniziativa verso la volontà di u “ liberi tutti” incondizionata e imprudente, nel senso che bisogna sempre conciliare il tutto con estrema esigenza di mantenere la sicurezza.  La nostra impressione però è che molte attività commerciali possano ripartire senza che ci siano rischi, demandando i controlli ai sindaci e soprattutto differenziando le attività e  ridisegnando il modo di lavorare di determinate tipologie di esercizi commerciali.”

Le proposte adesso sono in mano al presidente della Regione, che ha manifestato l’intento di ottenere seppur rispettando la sicurezza, riaperture più veloci e indicazioni più chiare. Questa mancata svolta  seppur annunciata del 4 maggio, ricorda invece il “ Cinque maggio” di Alessandro Manzoni : “ Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza.”

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