Fazzalari ai domiciliari, Antoci: “No alle scorciatoie per i boss al 41 bis"

Fazzalari ai domiciliari, Antoci: “No alle scorciatoie per i boss al 41 bis”

Redazione

Fazzalari ai domiciliari, Antoci: “No alle scorciatoie per i boss al 41 bis”

domenica 26 Gennaio 2025 - 16:41

Il parlamentare europeo: "Si garantisca la piena tutela alla salute nelle strutture carcerarie"

Ha un male incurabile è per tale motivo che va ai domiciliari Ernesto Fazzalari. Il boss della ‘ndrangheta arrestato nel giugno 2016 mentre era il latitante più ricercato dopo Matteo Messina Denaro. Lo ha deciso il Tribunale di sorveglianza di Bologna dopo che la Corte di Cassazione, accogliendo i ricorsi del suo difensore, ha annullato tre ordinanze di rigetto del differimento della pena o della concessione della detenzione domiciliare, in seguito al trasferimento di Fazzalari presso il centro diagnostico e terapeutico del carcere di Parma. Sulla vicenda interviene Giuseppe Antoci, eurodeputato messinese, presidente della commissione politica Dmed del Parlamento europeo e membro della commissione Giustizia a Bruxelles: “Nel rispetto rigoroso della malattia di Fazzalari e del suo diritto alle cure ritengo questa decisione un segnale negativo. Un sistema carcerario che manda a casa un boss che è al 41 bis per curarsi è un sistema del tutto inadeguato e fallimentare, che consente inammissibili scorciatoie rispetto alle esigenze di sicurezza volte ad evitare che il mafioso dia ordini ai suoi sodali”.

Continua Antoci: “D’altronde, come si può immaginare che il boss ai domiciliari perché malato non faccia frequenti visite mediche in ospedale, con enorme dispendio di uomini e mezzi per garantire il regime di sicurezza cui è sottoposto? A quel punto il contatto con l’esterno diventa molto probabile. “È invece nelle strutture carcerarie che si devono fornire le cure adeguate, nel pieno rispetto del diritto alla salute del detenuto; come è accaduto per Matteo Messina Denaro. Un boss mafioso che va ai domiciliari per curarsi torna ad essere pienamente operativo: si vuole forse lanciare un messaggio di indulgenza alle organizzazioni mafiose? Il tema non è quello di uno Stato che si vendica ma di uno Stato che abbia la capacità di attuare il giusto bilanciamento fra la sicurezza pubblica e il giusto diritto alle cure che, nella fattispecie e come già fatto per capi mafia come Matteo Messina Denaro e altri, poteva essere salvaguardato”.

E infine: “Comprendo che è un tema scivoloso ma mi sento di rappresentare la preoccupazione di tanti cittadini che, se si dovesse cominciare a seguire questa scia, potrebbero veder tornare a casa, nei propri territori, una sfilza di componenti di famiglie mafiose. Su questo penso che vada posto un campanello di allarme”.

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007