Al processo per il femminicidio di Alessandra Musarra a Messina sono state proiettate le video riprese della notte della tragedia
Le immagini delle telecamere di Santa Lucia sopra Contesse, quel 7 marzo 2019 notte, sono state le uniche testimoni di un pezzo della tragedia costata la vita ad Alessandra Musarra, la giovane vittima di femminicidio.
Ieri in aula, durante il processo all’ex fidanzato Cristian Ioppolo, in carcere con l’accusa di essere l’autore del delitto, quelle immagini sono state proiettate a lungo, e analizzate. Per la Squadra Mobile che ha condotto le indagini, per il sostituto procuratore Marco Accolla, sono la prova che quella notte intorno l’abitazione di Alessandra c’era soltanto lui, Cristian. Lo ha ribadito anche l’agente della Questura che quelle immagini, estrapolate da due telecamere collocate nei pressi dell’appartamento, le ha viste e riviste per ore. Telecamere che non hanno inquadrato nessun altro se non lui, quella notte. Di altro avviso l’avvocato Alessandro Billè. difensore del ragazzo, che ha ribadito come comunque i sistemi di sorveglianza avevano dei punti ciechi.
A riguardare le immagini, ieri in aula c’erano anche i familiari di Alessandra. Tra i tanti testimoni ascoltati, per lo più gli investigatori e i consulenti della procura, hanno deposto anche anche il fratello della ragazza e un altro suo ex ragazzo, quello chiamato in causa dall’sms mandato al padre di Alessandra dal telefono della giovane, che però secondo l’accusa sarebbe stato Cristian a spedire, dopo aver strangolato Alessandra, per depistare le indagini.
L’ex in questione ha ribadito che quella notte non c’era, non si era mosso da casa e che non vedeva Alessandra da un pò.
Erano le 17 passate quando la Corte d’Assise ha aggiornato l’udienza al prossimo 15 luglio, rimandando a quel giorno due questioni importanti. I giudici non hanno infatti ancora deciso se il diario di Alessandra entrerà a far parte degli atti del processo, come chiesto dall’avvocato Billè contro la volontà dei legali della famiglia e delle associazioni anti violenza.
Ancora da stabilire, poi, se Cristian sarà esaminato da un consulente nominato dal Tribunale o meno. I giudici vogliono infatti prima sentire il parere del medico del carcere dove il ragazzo è detenuto, o meglio analizzare la sua cartella clinica, che l’istituto penitenziario deve ancora inviare. Anche ieri da dietro le sbarre, in video conferenza, Cristian ha assistito a tutti i momenti del processo.